Logorrea: differenze tra le versioni

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Il campione [[Olimpiade|olimpico]] in carica è un ragioniere di [[Lodi]] che per dire “'''''Ho una scarpa slacciata'''''” ha impiegato ben 96 ore di discorso ininterrotto. Egli ha citato ad esempio come gli [[Aztechi]] sacrificassero un calzolaio agli dei ogni volta che si rompeva un sandalo; come la produzione dei lacci rilanciò l’industria tessile in [[Inghilterra]] nella seconda metà dell’ottocento; o come la ''caduta per scarpa sciolta'' sia la maggior causa di morte tra i [[Vecchio|vecchietti]] ospiti delle case di riposo del Connecticut, riportando statistiche aggiornate alla settimana precedente redatte personalmente da suo [[cugino]], massimo esperto mondiale dell'argomento in quanto una volta c'era [[Morte|morto]] pure lui.<br>Che dire, un vero fuoriclasse!
 
===Le discipline: Oratoria===
L'oratoria fonda le sue radici nella [[Grecia|Grecia antica]], l'abbiamo già abbondantemente detto nevvero, nell'ambito della Sofistica (dal [[greco]] Σοφός: saggiezza), grazie all'intelligenza di Trasimaco di Calcedonia e Gorgia da Leontini. Per Gorgia, retore del V secolo a.C., era importante l'elaborazione pomposità del discorso: la parola, per lui, ha infatti la capacità di far fare alla gente ciò che normalmente non si sognerebbe di fare neanche se minacciati con un [[pollo con la carrucola al centro]]. In epoca classica si affermarono ad [[Atene]] tre grandi politici ed oratori: Lisia, Demostene ed Isocrate.
 
Lisia fu un logografo, ossia un retore che scriveva, a pagamento, orazioni giudiziarie, in poche parole un [[avvocato]] dell'epoca, sebbene tale professione non esistesse ancora, dato questo mi sembra modestamente e francamente poco utile parlarne; scrisse in dialetto attico nudo e crudo come il pesce di quel piatto esotico quale è il [[sushi]], senza [[figura retorica|figure retoriche]]. Sostenne l'importanza dell'etopea, cioè della [[immedesimazione|capacità di vedersi nel carattere del personaggio che difendeva a spada tratta ''senza se e sanza ma''™]] e divenne un modello per gli atticisti.
 
L'importanza di Demostene si deve soprattutto per le sue Filippiche (che centrano con le [[Filippine]] come i capperi a merenda), orazioni politiche tenute nelle assemblee delle città greche, ma anche nelle piazze dei piccoli paesi, ai lati delle strade pubbliche e private, negli slarghi: all'epoca non contava dove si parlasse in pubblico, volte a convincere i greci di non fidarsi di [[Filippo II]] di [[Macedonia]] e a cacciarlo dall'Ellade a calci in [[culo]] come, a parer suo, meritava.
 
Isocrate tenne soprattutto orazioni atte alla dimostrazione delle cose di questo, quello o di nessun [[mondo]], con uno stile armonioso; si trattò dunque di un esponente della cosiddetta oratoria epidittica (dal termine [[greco]] epideiktikós, derivato di epideíknymi ossia dimostrare). Era questo il genere di eloquenza tenuto dagli antichi oratori greci nelle cerimonie pubbliche, e anche, e spesso, private, spesso in occasione dei [[funerale|funerali]] - [[ironia|allegria!]] -, in cui si rendeva necessario tessere le lodi del [[morto|defunto]], oppure smerdarlo qualora non si fosse comportato in vita in modo omorovole, tipo non avesse restituito dei [[soldi]] prestatigli dagli [[amici]], i quali sicuramente al momento del decesso aiuteranno l'oratore nel diffamare il suddetto morto tramite due o tre [[bestemmia|bestemmie]].
 
Gli stili maggiori di oratoria che andarono formandosi nell'antica Grecia furono l'atticismo e l'asianesimo
===Retorica===
===Poetica===
===Sofistica===
===Dialettica===
===Numistica===
===Balistica===
===Pettegolezzo===
===Ingiuria a pubblico ufficiale===
 
==Storia della logorrea==
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