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[[Immagine:Nihal_muscolosa.jpg|rigth|thumb|250px|L'eroina Nihal ottimizza il suo allenamento con un "piccola" dose di androgeni, ma non si nota molto.]]
In questa prima trilogia, l’immaturità da opera prima si percepisce negli eventi un po’ confusionari e nel sapore di latte delle pagine, per chi le avesse assaggiate spinto dalla copertina<ref>Non hanno un buon sapore...</ref> . Vengono narrate le avventure di Nihal, una mezzelfa strafica, con gli occhi violacei con riflessi turchini e i capelli turchini con riflessi violacei . Lo scopo di Nihal è quello di distruggere il Tiranno, grazie all’aiuto
Costei, Nihal della Terra del Vento, cattura il lettore in un vortice di pippe mentali e pensieri disturbanti, tanto da far pensare che sia affetta da schizofrenia e istinti omicidi; d’altronde, più volte l’autrice ha confidato di vedere in Nihal una sorta di suo alter ego.
In ogni caso, la narrazione è molto coinvolgente (come il macello di un cinghiale) e i dialoghi sempre adatti alla situazione (come una vespa in macchina). I personaggi commentano in maniera molto intelligente le carneficine di Nihal, ascoltando tutti i suoi deliri pazzoidi senza preoccuparsi di rinchiuderla in manicomio, anzi incitandola a placare la sua sete di sangue facendo strage di poveri cinghiali, che la malata di mente scambia addirittura per guerrieri nemici.
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