Kakhaber Kaladze: differenze tra le versioni

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Kakhà arriva finalmente in Italia, ringrazia Maccio (nel frattempo alle prese con il suo nuovo pupillo Geeno) e si concentra ora al 100% al calcio raggiungendo traguardi importantissimi con il Milan, nel quale è impiegato tutt'ora nel ruolo di centrale difensivo. Ma la ''mafia russa'' negli anni rossoneri di Kaladze riesce ancora un segno: [[Roman Abramovich]] deporta Sheva al Chelsea e per Kakhà è l'ennesimo duro colpo, con il quale gioca un brutto 2007 relegato quasi sempre in panchina (anno in cui il Milan prende tutti i trofei internazionali possibili) per poi riprendersi nel 2008, anno in cui (a fine estate) Sheva ritorna da Londra per la gioia, su tutti, proprio di Kaladze.
 
== La fine della carriera e la "tragica" morte ==
 
Il 5 settembre 2009 durante la partita Georgia - Italia valevole per la qualificazione ai Mondiali di Calcio 2010 succede il patracrac. Da poco tempo Kakhà ha perso la fiducia del suo allenatore, maestro di vita, nonché fornitore di trans sudamericani Leonardo, rimosso dal giro dei giocatori titolari del [[Milan]] e spostato al tavolo dei bambini quando la squadra mangia in ritiro. In uno slancio di sadismo e pura idiozia Kaladze decide, di comune accordo con l'Uomo Tigre e Superman, di aiutare la Nazionale Italiana a vincere l'incontro. Inizialmente l'Italia non sembra in grado di segnare per via dell'alta fedeltà dell'interpretazione di [[Vincenzo Iaquinta]] nei panni di Lazzaro. Kakhaber decide allora di risolvere personalmente la questione. Grazie alle sue qualità tecniche e al fatto che i suoi compagni di reparto nella nazionale Georgiana hanno al posto del cervello una sostanza gelatinosa che se cotta ha un sapore molto simile al pesto, e che il portiere Lornaia ha la capacità di bloccare una palla pari a quella di un muro di deliziosa, deliziosa minestra, Kaladze riesce a segnare una magnifica coppia di autogol, di testa il primo e di piede in scivolata il secondo. Entusiasta di quanto fatto Kaladze ha rilasciato questo commento ad un giornalista cipriota subito dopo il triplice fischio