Isabella Santacroce: differenze tra le versioni

migliorie al metacodice
(mosconi e la santacroce che sbatte la porta ululando)
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== Intervista in esclusiva per Nonciclopedia ==
L'eccelsa Isabella Santacroce ha concesso alla nostra umile enciclopedia il suo pochissimo tempo libero per un'intervista. Si noti il carattere critico delle domande, pronte a mettere in crisi la scrittrice che però risponde colpo su colpo.
{{dialogo2|Intervistatore|Cominciamo con una domanda semplice, ma con l’avvertenza che la semplicità è, spesse volte, una cosa complicata per chi la dice e e nel tuo caso anche per chi la riceve. Dunque, chi è Isabella Santacroce? E ancora: chi è Isabella e chi invece Santacroce?|Isabella Santacroce|Isabella Santacroce è morta nel <choose><option>1345</option><option>1700</option><option>1996</option></choose> e continua a resuscitare da <choose><option>un mucchio di merda</option><option>secoli</option><option>Tiffany</option></choose>. Isabella Santacroce coltiva crisantemi sfumati di bianco nella sua dimora in <choose><option>Slobozia</option><option>Alabama</option><option>Texas</option></choose> con l’erba negli angoli. Frequenta mansueti <choose><option>dromedari</option><option>stercorari</option><option>gibboni</option></choose> islandesi e gazzelle <choose><option>elettriche a petano</option><option>a energia solare</option></choose> con gli occhi da cervo.}}{{dialogo2|Intervistatore|La tua scrittura è stata detta nevroromantica. Io, più semplicemente, dico che è bella, che è come un salmo, una lunga messa nera d’amore: in qualche pagina dei tuoi romanzi ho ritrovato un piacere strano, come usare un elastico come filo interdentale. Potrebbe essere, o è solo una mia impressione sbagliata? Vorrei, se ti è possibile, che motivassi la risposta.|Isabella Santacroce|Quando è successo? Voglio dire, nevroromantica. Non sapevo. Io dimentico tutto, io abbandono tutto. Ciò che più mi strazia è la stitichezza, la depilazione ascellare, trovare parcheggio in centro, quando chiudono la porta e non vedo più. Quando finisco un romanzo cerco di scappare subito da lui per non vedere quella porta che si chiude, per chiuderla io prima che sia il romanzo a farlo. Quando scrivo entro nel romanzo, quando lo termino scappo da lui e sbatto la porta ululando.}}}{{dialogo2|Intervistatore|Bene, almeno Mosconi adesso sa chi è quel mona. Ciao, e a presto|Isabella Santacroce|Rivendico l'orgoglio dell'iride nuovo, dell'ombra nota e mai uguale, dell'emozione del solito, della sacralità del rimpatrio dei senzapatria|Intervistatore|Era un "ci vediamo", quello?}}
 
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