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L''''incidente di Vermicino''' fu una partita di [[nascondino]] che durò un po' troppo. Vincitore fu il piccolo '''Alfredino Rampi''', il quale riuscì a sfuggire per tre giorni alle ricerche di familiari, forze dell'ordine e speleologi nascondendosi in un pozzo artesiano a Vermicino, frazione di Frascati.
Le operazioni di recupero del {{citnec|vivace|e=
== Cos'è un pozzo artesiano ==
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{{quote|Che sciocco! Avete ragione!|}}
E legò con del nastro adesivo la pinza raccoglirifiuti a un manico di scopa. Purtroppo nemmeno quell'espediente ebbe fortuna.<br />Alle ore 4:00 dell'[[11 giugno]] giunse a Vermicino un gruppo di giovani [[speleologia|speleologi]] del [[Soccorso Alpino]], che si offrirono come volontari per calarsi nel sottosuolo. Pastorelli, che stava tentando di risucchiare Alfredino in superficie con l'ausilio di uno [[sturalavandini]] gigante, ribattè seccato che lui non aveva mica tempo da perdere con proposte astruse.<br />Quando anche lo sturalavandini si rivelò inutile, Pastorelli decise di scavare un [[tunnel]] parallelo al pozzo. Una [[geologia|geologa]] lì presente, Laura Bortolani, gli fece notare che sarebbe occorso un lungo tempo per la perforazione, in quanto in quel punto il terreno era più duro per via di un substrato di [[cadavere|cadaveri]] occultati dalla [[banda della Magliana]]. Pastorelli non amava ricevere consigli, soprattutto
Alle ore 6:00 una [[trivella]] iniziò a scavare. A tutta prima il terreno si rivelò friabile e la macchina riuscì a calare senza sforzi, tanto che Pastorelli si lasciò andare a dichiarazioni sborone con i giornalisti:
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{{quote|Ormai è fatta! Se è così facile recuperare la gente caduta nei pozzi, devo stare attento a non gettarci mia [[suocera]]! Ah ah ah!|}}
Verso le 12:00, tuttavia, la trivella si fermò
[[File:Folla a un concerto.JPG|thumb|300px|Il colossale assembramento di curiosi rallentò non poco la macchina dei soccorsi.]]
Nel frattempo, visto che nessuno aveva pensato di recintare la zona, attorno al pozzo si era raccolta una folla di circa 10000 persone, tra addetti ai lavori, troupe televisive, semplici curiosi e [[Turista giapponese|turisti giapponesi]] portati sul posto da [[Guida turistica|guide turistiche]] senza scrupoli. I [[porchetta|porchettari]] e gli [[Anguriara|anguriari]] lavoravano senza sosta, mentre i venditori ambulanti più smaliziati incollavano la faccia di Alfredino sopra alle t-shirt dei [[Rolling Stones]] e le rivendevano a peso d'oro.<br />Verso le 14:00 una ventina di [[vecchi]], sfidando la canicola, si fece largo fino all'imboccatura del pozzo e una volta lì tempestò i soccorritori con una raffica di critiche ficcanti:
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Alle ore 20:00, con un CRAC! che fu udito fino a [[Teramo]], la trivella di Rocco Siffredi si spezzò contro una [[vena]] di [[eternit]]. L'impavido eroe, accompagnato da due ali di folla ossequianti, fu trasportato al più vicino [[pronto soccorso]] con le pudenda in un secchiello del [[ghiaccio]].<br />Pastorelli fu costretto a fare un appello televisivo per una terza trivella, che arrivò soltanto alle 23:00 per gentile concessione di un [[contadino]] [[brescia|bresciano]]. La trivella, un antiquato modello a energia muscolare azionato da quattro robusti [[servo della gleba|servi della gleba]] [[calabria|calabresi]], riuscì a scendere fino ai 25 metri, ma incappò in un giacimento di [[petrolio]]. Dopo una pausa necessaria per ripulirsi dalla morcia e per fare il pieno di greggio alle loro [[Fiat Campagnola|Campagnole]], i soccorritori ripresero a trivellare.<br />Incalzato dall'[[opinione pubblica]], Pastorelli acconsentì finalmente a lasciar scendere nel pozzo un volontario. Si trattava di Isidoro Mirabella, un aitante sessantaduenne che si guadagnava da vivere come [[sosia]] di [[Bombolo]]. Mirabella, a causa di un fastidioso attacco di [[squaraus]] che rischiò di sigillare il cunicolo, fu ripescato in superficie prima di potersi avvicinare al bambino, anche se poté parlargli. Non ebbe però risposta perché Alfredino, da bambino educato, non parlava con gli sconosciuti.
La mattina del [[12 giugno]] si scavava ormai con ogni mezzo a disposizione: ruspe, badili, mani, cucchiai da [[the]]. [[Quentin Tarantino]], generosamente, mise a disposizione il suo [[mento]]. Alfredino, in uno stato pietoso, alternava crisi di pianto alle maggiori hits della [[Donatella Rettore|Rettore]].<br />[[File:Super Pertini.jpg|left|thumb|200px|L'arrivo di Super Pert inizialmente sembrò far prendere una piega favorevole agli eventi.]]Alle 16:30 l'[[auto blu]] [[Presidente della Repubblica|presidenziale]] sgommò nel terreno, coprendo di polvere e terriccio la folla di curiosi e i [[Luridesimo|paninari]] lì accanto. Quando la visibilità tornò accettabile, [[Sandro Pertini|Super Pert]] saltò fuori dal mezzo con un prodigioso colpo di reni e il suo inconfondibile sorriso rassicurante. Sbuffò dalla [[pipa]] emettendo lo stesso suono di [[Popeye]] e balzellò leggiadro verso l'imboccatura del pozzo. La folla lo acclamava, sperava, tifava per lui: {{Quote|Oh, adesso vedrai che Super Pert lo tirerà fuori in quattro e quattr'otto!}} Super Pert chiese di parlare con Alfredino, quindi fu microfonato e auricolarizzato a dovere. Cominciò: {{Quote|Coraggio, compagno, [[Resistenza|resisti]]! Anch'io nel '43 ho dovuto subire l'onta della prigionia [[fascista]] in lugubri budelli sotterranei, per difendere le mie idee. [[
[[File:Scavo del pozzo parallelo nell'incidente di Vermicino.jpg|right|thumb|300px|Ricostruzione realizzata in diretta da Manlio Bucalotti Sommaruga, paesaggista attivo sul lungotevere negli [[anni '80]].]]
Si riprese a scavare: alle 19:00 il cunicolo orizzontale fu completato e finalmente il pozzo di Alfredino fu posto in comunicazione con il pozzo parallelo, a 34 metri di profondità. Pastorelli tirò fuori un magnum di Moët & Chandon del [[1962]] che aveva serbato per l'occasione. Stappò la bottiglia schizzando tutto il suo entourage e si mise a saltellare come un [[tarantola|tarantolato]] gridando: «''Sììììì! Ma vieni! Ma vieni!''» Lanciò per aria la bottiglia che cadde proprio nel pozzo artesiano, spingendo Alfredino almeno altri trenta metri più sotto. Un volontario calatosi nel pozzo ne riemerse trionfante con la bottiglia in mano gridando: «''Non si è rotta! Ed è ancora piena per metà!''» E cominciò a tracannare a grandi sorsate. Un gruppo di scalmanati gli fu subito addosso, nel tentativo di sottrargli la bottiglia. Ne nacque un parapiglia che fu a stento sedato dalle forze dell'ordine.<br />Nel frattempo Pastorelli, dopo aver bevuto una 0,40 di Lexotan, fece scattare il "piano B", che consisteva nell'affidarsi alle preghiere e alla [[culo|buona sorte]], autorizzando chiunque, purché sufficientemente smilzo, ad introdursi nel pozzo per tentare il tutto per tutto.
Si fecero avanti i [[Biancaneve e i sette nani|sette nani]], che fecero una catena
{{quote|Quando un bambino incastrato in un cunicolo incontra un sardo incazzato, il bambino incastrato nel cunicolo è un [[bambino morto]].|}}
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Quando sulla vicenda calò il sipario, e sul povero Alfredino due metri di terra del [[cimitero]] del Verano, ebbe inizio lo sport preferito dalla folla: la [[colpa tua|caccia al responsabile]]. Diversamente sarebbe stato arduo riempire le vuote giornate estive.<br />Si cominciò mettendo sotto torchio tutti i volontari che avevano provato a calarsi nel pozzo. Sebbene le versioni di costoro collimassero alla perfezione, gli investigatori si fecero un mazzo tanto alla ricerca di eventuali incongruenze, che però non c'erano. Si formularono alcune ipotesi:
[[File:Arnaldo Forlani 3.jpg|thumb|260px|Per [[Arnaldo Forlani]], allora [[Presidente del Consiglio]], l'incidente di Vermicino fu chiaramente
* Alfredino era stato buttato nel pozzo da qualcuno;
** quel qualcuno poteva essere il padre;
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*Al termine della vicenda, la RAI aveva bruciato l'intero stock di fotoelettriche a sua disposizione e fuso sette telecamere.
*Ciò comportò l'ennesimo aumento del [[canone]].
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