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L''''incidente di Vermicino''' fu una partita di [[nascondino]] che durò un po' troppo. Vincitore fu il piccolo '''Alfredino Rampi''', il quale riuscì a sfuggire per tre giorni alle ricerche di familiari, forze dell'ordine e speleologi nascondendosi in un pozzo artesiano a Vermicino, frazione di Frascati.
Le operazioni di recupero del {{citnec|vivace|e=
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[[File:Pozzo artesiano in una vecchia foto.jpg|right|thumb|250px|Un tempo l'apertura di un pozzo artesiano competeva per popolarità con la festa del santo patrono.]]
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Si tratta di un buco lungo, stretto e profondo, scavato nel terreno da uomini cattivi, che ormai hanno ridotto la [[terra]] come una [[gruviera]]. Gli uomini cattivi fanno i buchi nel terreno dove sanno di trovare [[acqua]], così possono spruzzarla in giro e farsi i gavettoni. Il pozzo artesiano funziona più o meno come i pozzi di [[petrolio]]: quando nel sottosuolo c'è abbastanza acqua, la pressione la fa salire in superficie senza l'ausilio di pompe sommerse. I costruttori di pompe sommerse sono tutti incazzati contro i costruttori di pozzi artesiani e si fanno un sacco di dispetti a vicenda.<br />E quando c'è poca acqua? Semplice, il pozzo non la spruzza fuori e le pareti del buco si coprono di [[fango]] e [[muffa]]. Uno schifo. Per evitare di caderci dentro lo si chiude con un coperchio qualsiasi, ma ogni tanto bisogna lasciarlo aperto per consentirgli di [[Rutto libero|ruttare]]. La terra è viva, quindi rutta.
Il pozzo artesiano non è cattivo, ma il suo [[peccato originale]] consiste nell'essere stato scavato.
== Le tappe della vicenda ==
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=== L'incidente ===
Alfredino Rampi era un bravo bambino. Doveva esserlo, per accettare un nome del genere.<br />Alfredino non diceva mai bugie, faceva il [[chierichetto]] e lavorava quaranta ore a settimana all'Italsider, per mantenere i genitori, i cinque fratelli e la [[nonna]].
[[File:Alfredino Rampi.jpg|thumb|left|250px|Alfredino Rampi.]]
[[File:Alfredino Rampi a testa in giù.jpg|thumb|250px|Alfredino Rampi mentre cade nel pozzo.]]
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Alle ore 20:00, con un CRAC! che fu udito fino a [[Teramo]], la trivella di Rocco Siffredi si spezzò contro una [[vena]] di [[eternit]]. L'impavido eroe, accompagnato da due ali di folla ossequianti, fu trasportato al più vicino [[pronto soccorso]] con le pudenda in un secchiello del [[ghiaccio]].<br />Pastorelli fu costretto a fare un appello televisivo per una terza trivella, che arrivò soltanto alle 23:00 per gentile concessione di un [[contadino]] [[brescia|bresciano]]. La trivella, un antiquato modello a energia muscolare azionato da quattro robusti [[servo della gleba|servi della gleba]] [[calabria|calabresi]], riuscì a scendere fino ai 25 metri, ma incappò in un giacimento di [[petrolio]]. Dopo una pausa necessaria per ripulirsi dalla morcia e per fare il pieno di greggio alle loro [[Fiat Campagnola|Campagnole]], i soccorritori ripresero a trivellare.<br />Incalzato dall'[[opinione pubblica]], Pastorelli acconsentì finalmente a lasciar scendere nel pozzo un volontario. Si trattava di Isidoro Mirabella, un aitante sessantaduenne che si guadagnava da vivere come [[sosia]] di [[Bombolo]]. Mirabella, a causa di un fastidioso attacco di [[squaraus]] che rischiò di sigillare il cunicolo, fu ripescato in superficie prima di potersi avvicinare al bambino, anche se poté parlargli. Non ebbe però risposta perché Alfredino, da bambino educato, non parlava con gli sconosciuti.
La mattina del [[12 giugno]] si scavava ormai con ogni mezzo a disposizione: ruspe, badili, mani, cucchiai da [[the]]. [[Quentin Tarantino]], generosamente, mise a disposizione il suo [[mento]]. Alfredino, in uno stato pietoso, alternava crisi di pianto alle maggiori hits della [[Donatella Rettore|Rettore]].<br />[[File:Super Pertini.jpg|left|thumb|200px|L'arrivo di Super Pert inizialmente sembrò far prendere una piega favorevole agli eventi.]]Alle 16:30 l'[[auto blu]] [[Presidente della Repubblica|presidenziale]] sgommò nel terreno, coprendo di polvere e terriccio la folla di curiosi e i [[Luridesimo|paninari]] lì accanto. Quando la visibilità tornò accettabile, [[Sandro Pertini|Super Pert]] saltò fuori dal mezzo con un prodigioso colpo di reni e il suo inconfondibile sorriso rassicurante. Sbuffò dalla [[pipa]] emettendo lo stesso suono di [[Popeye]] e balzellò leggiadro verso l'imboccatura del pozzo. La folla lo acclamava, sperava, tifava per lui: {{Quote|Oh, adesso vedrai che Super Pert lo tirerà fuori in quattro e quattr'otto!}} Super Pert chiese di parlare con Alfredino, quindi fu microfonato e auricolarizzato a dovere. Cominciò: {{Quote|Coraggio, compagno, [[Resistenza|resisti]]! Anch'io nel '43 ho dovuto subire l'onta della prigionia [[fascista]] in lugubri budelli sotterranei, per difendere le mie idee. [[
[[File:Scavo del pozzo parallelo nell'incidente di Vermicino.jpg|right|thumb|300px|Ricostruzione realizzata in diretta da Manlio Bucalotti Sommaruga, paesaggista attivo sul lungotevere negli [[anni '80]].]]
Si riprese a scavare: alle 19:00 il cunicolo orizzontale fu completato e finalmente il pozzo di Alfredino fu posto in comunicazione con il pozzo parallelo, a 34 metri di profondità. Pastorelli tirò fuori un magnum di Moët & Chandon del [[1962]] che aveva serbato per l'occasione. Stappò la bottiglia schizzando tutto il suo entourage e si mise a saltellare come un [[tarantola|tarantolato]] gridando: «''Sììììì! Ma vieni! Ma vieni!''» Lanciò per aria la bottiglia che cadde proprio nel pozzo artesiano, spingendo Alfredino almeno altri trenta metri più sotto. Un volontario calatosi nel pozzo ne riemerse trionfante con la bottiglia in mano gridando: «''Non si è rotta! Ed è ancora piena per metà!''» E cominciò a tracannare a grandi sorsate. Un gruppo di scalmanati gli fu subito addosso, nel tentativo di sottrargli la bottiglia. Ne nacque un parapiglia che fu a stento sedato dalle forze dell'ordine.<br />Nel frattempo Pastorelli, dopo aver bevuto una 0,40 di Lexotan, fece scattare il "piano B", che consisteva nell'affidarsi alle preghiere e alla [[culo|buona sorte]], autorizzando chiunque, purché sufficientemente smilzo, ad introdursi nel pozzo per tentare il tutto per tutto.
Si fecero avanti i [[Biancaneve e i sette nani|sette nani]], che fecero una catena
{{quote|Quando un bambino incastrato in un cunicolo incontra un sardo incazzato, il bambino incastrato nel cunicolo è un [[bambino morto]].|}}
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Quando sulla vicenda calò il sipario, e sul povero Alfredino due metri di terra del [[cimitero]] del Verano, ebbe inizio lo sport preferito dalla folla: la [[colpa tua|caccia al responsabile]]. Diversamente sarebbe stato arduo riempire le vuote giornate estive.<br />Si cominciò mettendo sotto torchio tutti i volontari che avevano provato a calarsi nel pozzo. Sebbene le versioni di costoro collimassero alla perfezione, gli investigatori si fecero un mazzo tanto alla ricerca di eventuali incongruenze, che però non c'erano. Si formularono alcune ipotesi:
[[File:Arnaldo Forlani 3.jpg|thumb|260px|Per [[Arnaldo Forlani]], allora [[Presidente del Consiglio]], l'incidente di Vermicino fu chiaramente
* Alfredino era stato buttato nel pozzo da qualcuno;
** quel qualcuno poteva essere il padre;
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*Al termine della vicenda, la RAI aveva bruciato l'intero stock di fotoelettriche a sua disposizione e fuso sette telecamere.
*Ciò comportò l'ennesimo aumento del [[canone]].
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[[Categoria:Televisione]]
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