Incidente di Vermicino: differenze tra le versioni

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L''''incidente di Vermicino''' fu una partita di [[nascondino]] che durò un po' troppo. Vincitore fu il piccolo '''Alfredino Rampi''', il quale riuscì a sfuggire per tre giorni alle ricerche di familiari, forze dell'ordine e speleologi nascondendosi in un pozzo artesiano a Vermicino, frazione di Frascati.
 
Le operazioni di recupero del {{citnec|vivace|e=BehBe'...}} frugoletto, trasmesse in diretta dalla [[RAI]], tennero davanti al televisore più di 21 milioni di italiani, convinti di assistere a una puntata del [[Grande Fratello]] particolarmente avvincente.
 
{{Primapagina|15 sep 2014}}
== Cos'è un pozzo artesiano ==
 
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Alle ore 20:00, con un CRAC! che fu udito fino a [[Teramo]], la trivella di Rocco Siffredi si spezzò contro una [[vena]] di [[eternit]]. L'impavido eroe, accompagnato da due ali di folla ossequianti, fu trasportato al più vicino [[pronto soccorso]] con le pudenda in un secchiello del [[ghiaccio]].<br />Pastorelli fu costretto a fare un appello televisivo per una terza trivella, che arrivò soltanto alle 23:00 per gentile concessione di un [[contadino]] [[brescia|bresciano]]. La trivella, un antiquato modello a energia muscolare azionato da quattro robusti [[servo della gleba|servi della gleba]] [[calabria|calabresi]], riuscì a scendere fino ai 25 metri, ma incappò in un giacimento di [[petrolio]]. Dopo una pausa necessaria per ripulirsi dalla morcia e per fare il pieno di greggio alle loro [[Fiat Campagnola|Campagnole]], i soccorritori ripresero a trivellare.<br />Incalzato dall'[[opinione pubblica]], Pastorelli acconsentì finalmente a lasciar scendere nel pozzo un volontario. Si trattava di Isidoro Mirabella, un aitante sessantaduenne che si guadagnava da vivere come [[sosia]] di [[Bombolo]]. Mirabella, a causa di un fastidioso attacco di [[squaraus]] che rischiò di sigillare il cunicolo, fu ripescato in superficie prima di potersi avvicinare al bambino, anche se poté parlargli. Non ebbe però risposta perché Alfredino, da bambino educato, non parlava con gli sconosciuti.
 
La mattina del [[12 giugno]] si scavava ormai con ogni mezzo a disposizione: ruspe, badili, mani, cucchiai da [[the]]. [[Quentin Tarantino]], generosamente, mise a disposizione il suo [[mento]]. Alfredino, in uno stato pietoso, alternava crisi di pianto alle maggiori hits della [[Donatella Rettore|Rettore]].<br />[[File:Super Pertini.jpg|left|thumb|200px|L'arrivo di Super Pert inizialmente sembrò far prendere una piega favorevole agli eventi.]]Alle 16:30 l'[[auto blu]] [[Presidente della Repubblica|presidenziale]] sgommò nel terreno, coprendo di polvere e terriccio la folla di curiosi e i [[Luridesimo|paninari]] lì accanto. Quando la visibilità tornò accettabile, [[Sandro Pertini|Super Pert]] saltò fuori dal mezzo con un prodigioso colpo di reni e il suo inconfondibile sorriso rassicurante. Sbuffò dalla [[pipa]] emettendo lo stesso suono di [[Popeye]] e balzellò leggiadro verso l'imboccatura del pozzo. La folla lo acclamava, sperava, tifava per lui: {{Quote|Oh, adesso vedrai che Super Pert lo tirerà fuori in quattro e quattr'otto!}} Super Pert chiese di parlare con Alfredino, quindi fu microfonato e auricolarizzato a dovere. Cominciò: {{Quote|Coraggio, compagno, [[Resistenza|resisti]]! Anch'io nel '43 ho dovuto subire l'onta della prigionia [[fascista]] in lugubri budelli sotterranei, per difendere le mie idee. [[ManualiNonbooks:Vendere la pelle dell'orso (prima di averlo catturato)|Finché le tue idee ti sorreggono, non morirai. Certo, soffrirai un po', ma te la caverai]]. Voglio offrirti il mio disinteressato contributo: ti mando giù il mio [[tabacco]] e la mia pipa, ti saranno di conforto, vedrai, come lo sono stati per me durante la prigionia. A proposito, lo sapevi che anch'io nel '43 ho dovuto subire l'onta della prigionia [[fascista]] in lugubri budelli sotterranei, per difendere le mie idee...}} A questo punto la diretta fu interrotta per mandare uno stacchetto pubblicitario, quindi la ricostruzione del discorso di Super Pert appare quanto mai lacunosa. Sappiamo però che Alfredino, che si era visto piovere addosso pipa e tabacco, dopo aver dato dell'imbecille a Super Pert, richiese ed ottenne dei fiammiferi.<br />Quando un sottile filo di fumo si levò dall'imboccatura del pozzo, Super Pert esclamò: {{Quote|Missione compiuta. E ora via, verso nuove avventure!}} E sparì nel nulla, come un [[latitante]] in [[Barbagia]].
[[File:Scavo del pozzo parallelo nell'incidente di Vermicino.jpg|right|thumb|300px|Ricostruzione realizzata in diretta da Manlio Bucalotti Sommaruga, paesaggista attivo sul lungotevere negli [[anni '80]].]]
Si riprese a scavare: alle 19:00 il cunicolo orizzontale fu completato e finalmente il pozzo di Alfredino fu posto in comunicazione con il pozzo parallelo, a 34 metri di profondità. Pastorelli tirò fuori un magnum di Moët & Chandon del [[1962]] che aveva serbato per l'occasione. Stappò la bottiglia schizzando tutto il suo entourage e si mise a saltellare come un [[tarantola|tarantolato]] gridando: «''Sììììì! Ma vieni! Ma vieni!''» Lanciò per aria la bottiglia che cadde proprio nel pozzo artesiano, spingendo Alfredino almeno altri trenta metri più sotto. Un volontario calatosi nel pozzo ne riemerse trionfante con la bottiglia in mano gridando: «''Non si è rotta! Ed è ancora piena per metà!''» E cominciò a tracannare a grandi sorsate. Un gruppo di scalmanati gli fu subito addosso, nel tentativo di sottrargli la bottiglia. Ne nacque un parapiglia che fu a stento sedato dalle forze dell'ordine.<br />Nel frattempo Pastorelli, dopo aver bevuto una 0,40 di Lexotan, fece scattare il "piano B", che consisteva nell'affidarsi alle preghiere e alla [[culo|buona sorte]], autorizzando chiunque, purché sufficientemente smilzo, ad introdursi nel pozzo per tentare il tutto per tutto.
 
Si fecero avanti i [[Biancaneve e i sette nani|sette nani]], che fecero una catena {{s|<del>umana}}</del> nanesca all'interno del pozzo, ma Dotto si incastrò in un restringimento, mentre Brontolo si lamentava dell'assenza di [[diamanti]] in quella [[miniera]]. Fu la volta di un trapezista che però, non appena vide il suo costume inzaccherato dalla fanghiglia, si mise a piangere e se ne tornò al [[circo]] di provenienza. Dallo stesso circo si propose un [[contorsionista]] detto l'uomo-anguilla, capace di arrotolarsi su se stesso, ma fu catturato da uno della folla, che lo tranciò in porzioni uguali e lo arrostì sulla brace. Si fecero avanti altri speleologi, tutti con quel rotolino di ciccia in più che li bloccava sul più bello. La situazione stava precipitando, quando si presentò un mucchietto d'ossa tenuto insieme da un po' di pelle, due giri di spago e un granitico istinto di conservazione: Angelo Licheri.<br />Licheri, un coraggioso cacciatore di [[pantegana|pantegane]], si fece calare nel pozzo artesiano per tutti e 60 i metri di distanza dal bambino. Iniziò quindi ad allacciare l'imbracatura attorno ad Alfredino, ma il bambino, devastato dalla fame, dalla stanchezza e dalla puzza di cadavere in putrefazione proveniente dalle [[ascella|ascelle]] del Licheri, reagì al tentativo di salvataggio con graffi, sputi e calci.<br />Licheri non si lasciò impressionare e con ordine e metodo cercò di ricondurre Alfredino alla calma prendendolo a papagni in bocca. Alfredino però sembrava la bimba dell'[[Esorcista]] e continuava a dimenarsi e a vomitare roba verdastra. Dopo tre ore di lotta all'ultimo sangue, Licheri tornò in superficie pesto, sanguinante e senza Alfredino. Ai presenti in attesa di notizie, rispose:
 
{{quote|Quando un bambino incastrato in un cunicolo incontra un sardo incazzato, il bambino incastrato nel cunicolo è un [[bambino morto]].|}}
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Quando sulla vicenda calò il sipario, e sul povero Alfredino due metri di terra del [[cimitero]] del Verano, ebbe inizio lo sport preferito dalla folla: la [[colpa tua|caccia al responsabile]]. Diversamente sarebbe stato arduo riempire le vuote giornate estive.<br />Si cominciò mettendo sotto torchio tutti i volontari che avevano provato a calarsi nel pozzo. Sebbene le versioni di costoro collimassero alla perfezione, gli investigatori si fecero un mazzo tanto alla ricerca di eventuali incongruenze, che però non c'erano. Si formularono alcune ipotesi:
[[File:Arnaldo Forlani 3.jpg|thumb|260px|Per [[Arnaldo Forlani]], allora [[Presidente del Consiglio]], l'incidente di Vermicino fu chiaramente [[colpa del [[Governo Precedente|governo precedente]].]]
* Alfredino era stato buttato nel pozzo da qualcuno;
** quel qualcuno poteva essere il padre;
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*Al termine della vicenda, la RAI aveva bruciato l'intero stock di fotoelettriche a sua disposizione e fuso sette telecamere.
*Ciò comportò l'ennesimo aumento del [[canone]].
 
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