Il deserto dei Tartari: differenze tra le versioni

m
Annullate le merdifiche di Nevosinter (rosica), riportata alla versione precedente di AutoImport
m (Annullate le merdifiche di Nevosinter (rosica), riportata alla versione precedente di AutoImport)
Etichette: Rimosso rimpallo Rollback
 
(25 versioni intermedie di 18 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[Immagine:Bruttonerd.jpg|thumb|290px|Dino Buzzati dopo aver ultimato la stesura del deserto dei Tartari.]]
{{Cit2|Credetemi, è un libro noioso. Io me ne intendo di libri noiosi.|[[Stephen King]] su Il Deserto dei Tartari.}}
 
{{Cit2|Il maggiore Drogo sentì che il duro carico dell’animo suo stava per rompere in pianto. Proprio allora dai fondi recessi uscì limpido e tremendo un nuovo pensiero: la morte. Gli parve che la fuga del tempo si fosse fermata, come per rotto incanto. La vita dunque si era risolta in una specie di scherzo, per un’orgogliosa scommessa tutto era stato perduto.<br />La porta della camera palpitava con uno scricchiolio leggero. Forse era un soffio di vento, un semplice risucchio d’aria di queste inquiete notti di primavera. Forse era invece lei che era entrata, con passo silenzioso, e adesso stava avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizzò un po’ il busto, si assestò con una mano il colletto dell’uniforme, diede ancora uno sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo vedesse, sorrise.”|Giovanni Drogo su bellezza poetica del morire solo come un cane dopo un'abbuffata di cozze}}
 
'''Il deserto dei Tartari''' è un romanzo ricco di azione, sparatorie e continui colpi di scena[[cammelli]], scritto dal [[giornalista]] [[Dino Buzzati]] durante un [[concorso]] per un posto in [[Rai]] nel [[1939]]. Il concorso, che si componeva di semplici domande a risposta multipla, vide Buzzati classificarsi misteriosamente all'ultimo posto.<br />''Il deserto dei Tartari'' è universalmente considerato uno dei migliori esempi del filone fantastico: sarebbe infatti fantastico riuscire a finire questo libro, ma nessuno ci è mai riuscito.
È universalmente considerato uno dei migliori esempi del filone '''fantastico''': sarebbe infatti fantastico riuscire a finire questo libro, ma [[nessuno]] ci è mai riuscito.
 
== Trama generalescaricata da www.studenti.it ==
[[ImmagineFile:Denti_tartaro.jpg|left|thumb|300px250px|CopertinaL'inarrestabile del romanzo nella prima edizione edita nel 1939.<br />La freccia indica l'avanzata dei Tartari.]]
Il romanzo narra dell'arrivo del tenente '''Giovanni Drogo''' in un avamposto militare, (la '''Fortezza Bastiani'''), postosituato nel bel mezzo del deserto più assoluto, e degli spassosi giochi che l'intera guarnigione si inventa per ingannare il tempo.<br />Il gioco più apprezzato dai soldati è quello di vivere in costante attesa che un fantomatico esercito nemico dalla scarsa igiene orale (i Tartari, appunto) possa sbucare fuori dal deserto e attaccare.<br />Inutile precisare che nel deserto non c'è anima viva (altrimenti si chiama pur sempre deserto per un motivo,chiamerebbe no?affollato) e che quindi i soldati aspettano per il [[cazzo]].
 
Particolarmente denso di significato è il capitolo finale, durante il quale '''sembra''' che effettivamente i tanto agognati Tartari stiano per arrivare.<br />A questo punto però Drogo, hache lanell'attesa brillanteè ideadiventato diun ammalarsivecchio (delartritico, restoha ala forzabrillante idea di aspettare è diventato un vecchio artritico)ammalarsi e viene spedito in città per curarsi, vanificando così il lavoro di una vita: e causando raptus di violenza omicida in gergotutti tecnicoi unalettori cosache similesono èarrivati altrimentiall'ultima dettapagina "mandarepregustando tutto ail [[puttanecolpo di scena]]".<br />
Il romanzo narra dell'arrivo del tenente '''Giovanni Drogo''' in un avamposto militare (la '''Fortezza Bastiani''') posto nel bel mezzo del deserto più assoluto, e degli spassosi giochi che l'intera guarnigione si inventa per ingannare il tempo.<br />Il gioco più apprezzato dai soldati è quello di vivere in costante attesa che un fantomatico esercito nemico dalla scarsa igiene orale (i Tartari) possa sbucare fuori dal deserto e attaccare.<br />Inutile precisare che nel deserto non c'è anima viva (si chiama pur sempre deserto per un motivo, no?) e che quindi i soldati aspettano per il [[cazzo]].
 
== Extended version ==
Particolarmente denso di significato è il capitolo finale, durante il quale '''sembra''' che effettivamente i tanto agognati Tartari stiano per arrivare.<br />A questo punto però Drogo ha la brillante idea di ammalarsi (del resto a forza di aspettare è diventato un vecchio artritico) e viene spedito in città per curarsi, vanificando così il lavoro di una vita: in gergo tecnico una cosa simile è altrimenti detta "mandare tutto a [[puttane]]".<br />
Vi sta venendo voglia di leggere questo capolavoro della letteratura italiana, eh?
 
== Capitoli ==
[[Immagine:Silo.jpg‎ |thumb|220px|La Fortezza Bastiani in un'elaborazione grafica al computer.]]‎
===Capitolo I===
Capitolo introduttivo che descrive con dovizia di particolari la [[Immaginecagata]] mattutina del giovane tenente Drogo.[[File:Silo.jpg‎ |thumb|220px|La Fortezza Bastiani in un'elaborazione grafica al computer.]]‎
 
Capitolo introduttivo che descrive minuziosamente l'[[cagata|attività escrementizia]] mattutina del giovane tenente Drogo (il cui cognome testimonia una certa predisposizione alla [[droga|tossicodipendenza]]).
 
===Capitolo II===
Giovanni Drogo viene assegnato di stanza alla Fortezza Bastiani, che riesce a trovare con gran difficoltà in quanto essa è raggiungibile solo con l'autostrada [[Salerno-Reggio Calabria]]. Giunto a destinazione fa la conoscenza del maggiore Matti, del capitano Ortiz e didel [[Jessicacolonnello FletcherGiuliacci]]. La prima impressione è quella di avere a che fare con degli autentici idioti, e come sappiamo bene la prima impressione è quella cheseconda contaanche.
 
Giovanni Drogo viene assegnato di stanza alla Fortezza Bastiani, che riesce a trovare con gran difficoltà in quanto essa è raggiungibile solo con l'autostrada [[Salerno-Reggio Calabria]]. Giunto a destinazione fa la conoscenza del maggiore Matti, del capitano Ortiz e di [[Jessica Fletcher]]. La prima impressione è quella di avere a che fare con degli autentici idioti, e come sappiamo bene la prima impressione è quella che conta.
===Capitolo III===
 
Giovanni compie il suo primo giro della Fortezza, e dopo pochi metri si perde. Gli altri soldati della guarnigione lo trovano dopo tre ore rannicchiato in un angolo che piange e dice di voler tornare a casa.
 
===Capitolo IV===
 
Giovanni Drogo viene iniziato ai passatempi della Fortezza: aspettare i Tartari, lavare il cane e fare scherzi telefonici a [[La prova del cuoco]].
 
[[Immagine:Il deserto dei tartari.jpg|left|280px|thumb|Un'accattivante copertina è importantissima per attirare i potenziali lettori.<br />Coma mai allora questo libro non se l'è filato nessuno?]]
===Capitolo V===
Drogo è di sentinella sui bastioni della Fortezza e medita di chiedere il trasferimento in un'altra zona, quando dei gemiti provenienti dal deserto interrompono la sua riflessione. Incuriosito, il tenente siscopre attrezzail dicapitano binocolo e vede che Jessica FletcherOrtiz e il maggiore Matti stannoimpegnati [[scopare|copulando]]in selvaggiamenteatti nella sabbiacontronatura. CheSporge sporcaccioni.immediata Drogosegnalazione decideai comunquesuperiori, dima rimanerenon allaprima Fortezzadi peraver uncaricato altroil po'filmino disu mesi[[Youporn]].
[[ImmagineFile:Il deserto dei tartari.jpg|left|280px|left|thumb|Un'accattivanteBuzzati sapeva che una copertina accattivante è importantissima per attirare i potenziali lettori.<br />ComaE maidecise alloradi questofottersene libroscegliendo noncomunque se l'èsta filato nessuno?ciofeca.]]
 
===Capitolo VI===
Drogo trova una lattina vuota di fagioli borlotti in mezzo al deserto. Comincia a prenderla a calci perché si annoia. Trascorrono così trentaquattro anni.
 
Drogo trova una lattina vuota in mezzo al deserto. Comincia a prenderla a calci perché si annoia. Trascorrono così trentaquattro anni.
===Capitolo VII===
 
Accurata descrizione di un'[[unghia incarnita]] che affligge Giovanni Drogo, nel frattempo divenuto capitano.
 
===Capitolo VIII===
Drogo inizia un fitto rapporto epistolare con una certa Rosaria da [[Caltanissetta]], per poi scoprire che Rosaria è un [[trans|travestito]]. Per la delusione decide di dedicare tutta la vita che gli rimane a guardia della Fortezza e di non tornare mai più in città, (dove peraltro nessuno sente la sua mancanza perché tutti i suoi parenti sono nel frattempo morti).
 
Drogo inizia un fitto rapporto epistolare con una certa Rosaria da Caltanissetta, per poi scoprire che Rosaria è un [[trans|travestito]]. Per la delusione decide di dedicare tutta la vita che gli rimane a guardia della Fortezza e di non tornare mai più in città (dove peraltro nessuno sente la sua mancanza perché tutti i suoi parenti sono nel frattempo morti).
 
===Capitolo IX===
Viene avvistato un polverone nel deserto, segno inequivocabile che qualche anima viva c'è e si sta avvicinando alla Fortezza. Tutti i soldati festeggiano, ma Drogo viene colto da un'appendicite digrande dimensioniquanto colossalila [[Basilicata]].<br /> Il suo superiore, dail buoncolonnello bastardoBastardone, decide di mandarlo in città.
 
Viene avvistato un polverone nel deserto, segno inequivocabile che qualche anima viva c'è e si sta avvicinando alla Fortezza. Tutti i soldati festeggiano, ma Drogo viene colto da un'appendicite di dimensioni colossali.<br /> Il suo superiore, da buon bastardo, decide di mandarlo in città.
 
===Capitolo X===
Mentre tutta la guarnigione si prepara per la battaglia contro i Tartari il fortunato Giovanni Drogo viene condotto in città su di un calesse trainato da facoceriun asino, peraltro impagliato.<br />Il libro si chiude con la sua auspicabile morte in uno squallido motel e con le sue ultimela parolecriptica famosefrase: "''Che vita di [[merda]]!''".
 
Mentre tutta la guarnigione si prepara per la battaglia contro i Tartari il fortunato Giovanni Drogo viene condotto in città su di un calesse trainato da facoceri.<br />Il libro si chiude con la sua auspicabile morte in uno squallido motel e con le sue ultime parole famose: "Che vita di [[merda]]".
 
== Accoglienza ==
[[ImmagineFile:Fabrizio Del Noce.jpg|left|thumb|Giovanni Drogo mentre scruta fervidamente l'orizzonte alla ricerca dei Tartari, o forse di una soubrette da poter [[raccomandazione|raccomandare]].]]
Il romanzo fin dalla prima edizione si è rivelato un costante successo editoriale, tanto che la casa editrice [[TreMondadori]] minutiha confiutato Medial'affare Shopping]]e ha recentemente tradotto l'opera di Buzzati in svariate lingue fra cui afgano, assiro-babilonese e [[terronebergamo|bergamasco]].<br />I suoi punti di forza in effetti sono molteplici:
 
Il romanzo fin dalla prima edizione si è rivelato un costante successo editoriale, tanto che la casa editrice [[Tre minuti con Media Shopping]] ha recentemente tradotto l'opera di Buzzati in svariate lingue fra cui afgano, assiro-babilonese e [[terrone]].<br />I suoi punti di forza in effetti sono molteplici:
 
*I lettori di ogni generazione restano solitamente affascinati dal ritmo incalzante della narrazione e si sentono rappresentati nelle tematiche affrontate (l'attesa, la solitudine, la vecchiaia, i matrimoni [[gay]], l'aumento vertiginoso del costo di frutta e verdura).
* Il libro offre il vantaggio di trasformarsi in un comodo strumento per grattarsi in caso di [[prurito]] grazie alla copertina molto spigolosa.
* Il libro è un efficace arma da lancio contro le [[zanzara|zanzare]] particolarmente moleste.
* Il libro contiene degli enzimi (detti in linguaggio comune '''ortografia corretta''' e '''sintassi appropriata''') che sono altamente tossici per [[truzzi]], [[emo]] e [[bimbiminkia]]. Anche il minimo assaggio sarebbe per loro fatale. Cosa aspetti a comprarne una copia?
 
Poche personePochi sono a conoscenza del fatto che Dinoil Buzzatititolo attuale fu costrettoimposto dallaa [[fascismo|DemocraticaBuzzati edal Liberale Repubblicagoverno [[fascista]] a dare al romanzo il titolo che noi oggi conosciamo. Lo scrittore voleva infatti intitolarlo ''MiLe sonocucciolose datoavventure ladel zappa sui piedi da solo e ora bestemmio incastello compagniapazzerello''. A quei tempi però l'[[Italia]] era appena entrata in [[Seconda guerra mondiale|guerra]] e i fascisti temevano che un titolo simile potesse far venir voglia di disertare ai milioni di volontari che loro avevano infinocchiato con la scusapanzana della guerra- lampo,. pertantoBuzzati utilizzandorifiutò strenuamente ma dopo che i solitifascisti [[violenza|metodigli pacati]]tennero persuaserola Buzzatitesta ain cambiarloun consecchio ild'acqua titoloper attualeun buon quarto d'ora acconsentì al cambio di titolo.<br />Da "''Il deserto dei Tartari"'' il regista '''[[Valerio Zurlino'''Zurlì]] (fratello minore del ben più noto [[Mago Zurlì|mago]]) ha tratto nel [[1976]] un l'omonimo film, con [[Giuliano Gemma]] nella parte del tenente Drogo e [[Jack Nicholson]] nella parte di un [[cammello]] psicopaticoche sbrocca e ammazza l'intera guarnigione.
 
== Controversie ==
[[ImmagineFile:Deserto con albero - Uganda.jpg‎ |thumb|300px|Particolareleft|Secondo delgli lussureggiantestudiosi e variopintoil deserto dei Tartari si colloca in una zona compresa tra la [[Barbagia]] e l'[[Uganda]].]]
Il romanzo ha ottenuto subito una certa notorietà ma ha suscitato anche alcune polemiche, alcune delle quali alimentate da persone che avevano addirittura letto il romanzo.<br />Nel [[1941]] un certo Aurelio Maria Panpepato denunciò Buzzati affermando che lo scrittore aveva copiato la trama dal suo romanzo ''L'invasione delle vongole mannare''. Buzzati negò sempre il plagio, tuttavia fu costretto dalle autorità competenti a pagare 44 milioni di dollari di risarcimento a Panpepato. Per ripicca versò l'intera somma in [[moneta da un centesimo|monete da un centesimo]].
 
Lo stesso Buzzati entrò poi in forte contrapposizione con il noto intellettuale [[Federico Moccia]], dopo che quest'ultimo affermò: che "''Il deserto dei Tartari è un libraccio senza il minimo contenuto artisticiartistico. È buono solo per bambini stupidi che attaccano lucchetti sui lampioni.''" La sdegnata reazione di Buzzati (che a sua volta definì Moccia come un "''patetico scherzo della natura''") diede vita a una diatriba di carattere nazionale.<br />I due arrivarono anche ad azzuffarsi durante una puntata di [[Porta a porta]] che aveva come argomento principale di discussione la rottura del menisco di [[Ronaldo]].
Il romanzo ha ottenuto subito la notorietà ma ha suscitato anche alcune polemiche, molte delle quali alimentate da gente invidiosa del genio e del talento narrativo di Buzzati.<br />
Nel 1941 un certo [[Amadeus]] denunciò Buzzati affermando che lo scrittore aveva copiato la trama dal suo romanzo "[[1 contro 100]]". Buzzati negò sempre il plagio tuttavia fu costretto dall'[[Onu]] a pagare 44 milioni di dollari di risarcimento ad Amadeus.<br />
Lo stesso Buzzati entrò in forte contrapposizione con il noto intellettuale [[Federico Moccia]], dopo che quest'ultimo affermò: "''Il deserto dei Tartari è un libraccio senza il minimo contenuto artistici. È buono solo per bambini stupidi che attaccano lucchetti sui lampioni.''" La sdegnata reazione di Buzzati (che a sua volta definì Moccia come un "''patetico scherzo della natura''") diede vita a una diatriba di carattere nazionale.<br />I due arrivarono anche ad azzuffarsi durante una puntata di [[Porta a porta]] che aveva come argomento principale di discussione la rottura del menisco di [[Ronaldo]].
Dino Buzzati è rimasto suo malgrado legato al "''Deserto dei tartari"'', considerato non a torto il suo capolavoro: nelle opere successive (il romanzo '''UnCara, fetore'ti si sono rotte le acque o ti stai trasformando in una medusa?'' e la raccolta di racconti '''SessantaCinquanta frattaglie'sfumature di herpes inguinale'') il giornalista non riesceriuscì più a raggiungere livelli artistici simili e vienevenne infattidimenticato <s>presoda acritica calcie inpubblico, culo</s>ma bocciatosoprattutto senzadal pietàsuo da critica[[cuoco]], e pubblico.morì di inedia nel [[Category:Libri1972]].
 
== Voci correlate ==
*[[Sessanta racconti]]
*[[Barnabo delle montagne]]
*[[La famosa invasione degli orsi in Sicilia]]
 
[[Categoria:Romanzi che dovrebbero avere un significato nascosto, ma non si sa quale]]
 
<references/>