Giovanni Passannante: differenze tra le versioni

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Merita un capitolo a parte l'avvocato difensore, che si rilevò immune da qualsiasi condizionamento ed attento sopra ogni altra cosa alla difesa del pur barbaro quasi reicida. Eccolo in azione:
{{Dialogo2|Avvocato|Mi appello alla Corte affinché si adoperi con il massimo rigore per punire questo mostro, reo di un crimine talmente abbietto che il solo pensarci mi fa venir voglia di vomitare|Passannante|Ma Voi siete il mio avvocato, cosa cazzo dite?}}
{{Dialogo2|Avvocato|Tacete, felloneporco. La mia è quella che con linguaggio giuridico può al più definirsi ''una difesa infelice''|Passannante|Andiamo bene, andiamo.....}}
 
==Il Re concede la grazia==
Poiché allevato in seno a nobili principi di stampo cattolico, il Re non concesse al Passannante di esser passato a fil di spada. Gli concedette ''la grazia'' (stì cazzi) dell'ergastolo in carcere duro, perché '''Questo stronzo non deve morire soltanto una volta, deve morire dieci volte al giorno'''. Fu così che il bieco attentatore venne condotto in un bel posticino dalle parti di Livorno e lì interrato vivo sotto il livello del mare in una cella umida e angusta con la sua brava palla al piede di piombo a marcire tra gli stenti, senza poter comunicare con nessuno, costretto a visionare più volte al giorno i programmi di Maria de Filippi. Pena, quest'ultima, giudicata troppo atroce persino dai monarchici più fanatici. Dopo dieci anni di questa vacanza venne giudicato pazzo (Visto che avevo ragione? Soltanto un pazzo poteva attentare alla vita del Re!) e trasferito per premio in un manicomio criminale, in cui si spense, ormai cieco ed incapace di parlare, nel 1910.
 
==Vicende post mortem==