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'''Giovanni Passannante''' ({{s|Salvia}} Savoia di Lucania, 1849-Montelupo Fiorentino, 1910) fu un delinquente mezzo pazzo sovversivo anarchico con simpatie repubblicane, autore nel 1879 di un fallito attentato alla vita dell'allora Re Umberto I, in tal modo macchiandosi dei seguenti crimini:
*aver ferito ad un braccio la sacra persona del Re, con fuoriuscita dal braccio stesso di alcune gocce di sangue blu;
*aver fatto spaventare la Regina consorte Margherita (quella famosa per l'omonima pizza che di Lei porta il nome) rovinandole peraltro il mazzo di fiori che portava in grembo;
*aver macchiato con il proprio sangue plebeo la carrozza reale, rendendo necessaria la sostituzione dei reali tappetini, con una spesa stimata di fantaliarde lire.
==Conseguenze per i famigliari ed il paese natale==
La madre ed i fratelli dell'attentatore furono arrestati il giorno stesso, in quanto rei confessi di essere parenti del Passannante, di cui
Un amico {{s|sporco anarcoide simpatizzante repubblicano del cazzo}} del Passannante fu trovato in possesso di una foto in cui compariva niente di meno che il viso del vigliacco attentatore a quel sant'uomo del Re. Fu ovviamente arrestato e quindi interrogato per tre giorni: alla fine morì. La successiva inchiesta condotta da medici di provata fama, luminari della scienza medica, provò senza dubbio alcuno che l'interrogato era morto disgraziatamente a causa di un ''ictus''. Le polemiche della stampa per questa spiegazione spinsero i luminari a modificare la tesi: ''Morto suicida essendosi gettato dal terzo piano del commissariato di polizia ove provvisoriamente recluso''. Ancora proteste ed emerse la verità: ''Errata corrige: morto suicida sbattendo ripetutamente il capo contro i pugni dei carabinieri che lo interrogavano''. Così l'incidente fu dichiarato chiuso, con gran soddisfazione di tutti.
Il sindaco di Salvia Lucania, paese che aveva avuto l'ardire di dare i natali al vile fellone, fu del pari convocato innanzi al Re, perché si giustificasse. Di cosa si dovesse far perdonare nessuno lo sapeva con esattezza, ad ogni modo il colloquio così andò:
{{Dialogo2|Sindaco
{{Dialogo2|Sindaco|Per pietà, non mettete a ferro e fuoco tutto il paese, ma noi che ne possiamo se quel coglione.....|Re
{{Dialogo2|Sindaco|Domandate, Vostra Grazia!|Re
{{dialogo2|Sindaco|Ma Vostra Altezza.....|Re
▲Re:'''Stata tranquillo, plebeo. I delinquenti non hanno patria. Nella mia infinita bontà vi perdono. Ovviamente una piccola penitenza dovrete farla, dico bene?'''
▲Re:'''Cambierete il nome al vostro paesello. Al posto di Salvia di Lucania, qualcosa tipo Merdaccia di Lucania o magari Stronzoni di Lucania, eh?'''
▲Re:'''Uffa, allora facciamo Savoia di Lucania: ultima offerta!'''
▲Sindaco:'''Era quasi meglio Merdaccia: comunque accetto'''
Da allora, sino ad oggi, il paese si chiama Savoia di Lucania quale parziale risarcimento per il fallito attentato a Re Umberto Idel 1879.
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