Gabriele D'Annunzio: differenze tra le versioni

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[[File:Gabriele_D'Annunzio_In_Riva_Al_Mare.jpg|left|thumb|260px|Un visibilmente provato Gabriele D'Annunzio si trova ancora avvolto nelle bende di una [[Rita Levi Montalcini|mummia]] con cui ha avuto (probabilmente) un rapporto sessuale durante il [[rave]] party della sera prima]]
[[File:Gabriele_D'Annunzio_In_Riva_Al_Mare.jpg|left|thumb|260px|Un visibilmente provato Gabriele D'Annunzio si trova ancora avvolto nelle bende di una [[Rita Levi Montalcini|mummia]] con cui ha avuto (probabilmente) un rapporto sessuale durante il [[rave]] party della sera prima]]


Arrivato a [[Roma (città)|Roma]] Gabriele, da buon borghesotto di provincia, si fece in poco tempo risucchiare in una spirale di [[sesso]], [[droga]] e [[Rock|rock & roll]] ma venne salvato da questa situazione da quella che diventerà sua [[moglie]], [[Edoardo Scarfoglio]], e dalle sua amiche che diventeranno anch'esse amanti del vate cioè [[Uno|Francesco Paolo Michetti]], [[Nessuno|Francesco Paolo Tosti]] e [[Centomila|Costantino Barbella]] da sempre emarginata dalle altre due per via del nome. Queste sue conoscenze lo faranno poi parlare di una ''Roma Bizantina'' per via dei toga party a cui era costretto a partecipare dalle sue allegre amichette. Grazie alle sue donne infatti D'Annunzio riuscì a uscire dai ghetti di Roma e dalle viuzzule malfamate piene di senegalesi spacciatori di [[marijuana|bamba]] per accedere alla Roma bene del lusso e degli sfarzi ma soprattutto dei vestiti attillati. Gabriele e le sue amiche portavano all'interno di Roma un nuovo messaggio di trasgressione che schifava e allo stesso tempo incuriosiva ed [[Eiaculazione precoce|eccitava]] i signorotti locali facendo pian piano chiedere a tutti se fosse davvero vero che per far [[sesso]] con la propria moglie bisognava spalmarsi di feromoni di [[ape]] e se fosse meglio la [[marmellata]] di [[mela]] o quella di [[kiwi]] da usare come lubrificante. Le risposte non tardarono ad arrivare: 5 uomini vennero assaliti da sciami d'[[ape|api]] inferocite e una decina di [[donna|donne]] vennero azzannate da degli orsi affamati nelle parti basse per via della marmellata. Da quel momento le denunce ai danni del povero Gabriele cominciarono a fioccare costringendo D'Annunzio a fare la cosa che odiava più al mondo: [[lavoro|lavorare]], visto che suo [[Chuck Lollipop|padre]] si era rifiutato di sobbarcarsi per l'ennesima volta tutte le spese legali e le mazzette al [[giudice]]. Gabriele D'Annunzio cominciò allora la sua esperienza lavorativa provando come prima occupazione quella del [[gigolot|puttano]], ma decise di abbandonarla dopo aver visto che l'età della maggior parte delle sue clienti oscillava trai 65 e i 102 anni. Si diede dunque al [[giornalismo]]; il giovane D'Annunzio lavorò per molti giornali riempendo le pagine delle cronache rosa dei suoi sfavillanti idilli amorosi curandosi ovviamente di omettere la parte della contrattazione del prezzo della prestazione. Nel [[1883]] sposò nella sua [[pene|cappella]] adibita a chiesa per l'occasione Maria Hardouin duchessa di Gallese, da qui ebbe tre figli: Mimì, Cocò e [[Stocazzo]].
Arrivato a [[Roma (città)|Roma]] Gabriele, da buon borghesotto di provincia, si fece in poco tempo risucchiare in una spirale di [[sesso]], [[droga]] e [[Rock|rock & roll]] ma venne salvato da questa situazione da quella che diventerà sua [[moglie]], [[Edoardo Scarfoglio]], e dalle sua amiche che diventeranno anch'esse amanti del vate cioè [[Uno|Francesco Paolo Michetti]], [[Nessuno|Francesco Paolo Tosti]] e [[Centomila|Costantino Barbella]] da sempre emarginata dalle altre due per via del nome. Queste sue conoscenze lo faranno poi parlare di una ''Roma Bizantina'' per via dei toga party a cui era costretto a partecipare dalle sue allegre amichette. Grazie alle sue donne infatti D'Annunzio riuscì a uscire dai ghetti di Roma e dalle viuzzule malfamate piene di senegalesi spacciatori di [[marijuana|bamba]] per accedere alla Roma bene del lusso e degli sfarzi ma soprattutto dei vestiti attillati. Gabriele e le sue amiche portavano all'interno di Roma un nuovo messaggio di trasgressione che schifava e allo stesso tempo incuriosiva ed [[Eiaculazione precoce|eccitava]] i signorotti locali facendo pian piano chiedere a tutti se fosse davvero vero che per far [[sesso]] con la propria moglie bisognava spalmarsi di feromoni di [[ape]] e se fosse meglio la [[marmellata]] di [[mela]] o quella di [[kiwi]] da usare come lubrificante. Le risposte non tardarono ad arrivare: 5 uomini vennero assaliti da sciami d'[[ape|api]] inferocite e una decina di [[donna|donne]] vennero azzannate da degli orsi affamati nelle parti basse per via della marmellata. Da quel momento le denunce ai danni del povero Gabriele cominciarono a fioccare costringendo D'Annunzio a fare la cosa che odiava più al mondo: [[lavoro|lavorare]], visto che suo [[Chuck Lollipop|padre]] si era rifiutato di sobbarcarsi per l'ennesima volta tutte le spese legali e le mazzette al [[giudice]]. Gabriele D'Annunzio cominciò allora la sua esperienza lavorativa provando come prima occupazione quella del [[gigolot|puttano]], ma decise di abbandonarla dopo aver visto che l'età della maggior parte delle sue clienti oscillava trai 65 e i 102 anni. Si diede dunque al [[giornalismo]]; il giovane D'Annunzio lavorò per molti giornali riempendo le pagine delle cronache rosa dei suoi sfavillanti idilli amorosi curandosi ovviamente di omettere la parte della contrattazione del prezzo della prestazione. Nel [[1883]] sposò nella sua [[pene|cappella]] adibita a chiesa per l'occasione Maria Hardouin duchessa di Gallese, da cui ebbe tre figli: Mimì, Cocò e [[Stocazzo]].


In questo periodo D'Annunzio pubblica il suo primo romanzo intitolato: "[[Il piacere]]" si va così a creare un primo gruppo di suoi [[fun]], il cosiddetto pubblico dannunziano, amante delle sue storie al limite della decenza che i critici del ventesimo secolo hanno equiparato per valore artistico e culturale ai curriculum vitae di [[Costantino]] e [[Daniele Interrante]]
In questo periodo D'Annunzio pubblica il suo primo romanzo intitolato: "[[Il piacere]]" si va così a creare un primo gruppo di suoi [[fun]], il cosiddetto pubblico dannunziano, amante delle sue storie al limite della decenza che i critici del ventesimo secolo hanno equiparato per valore artistico e culturale ai curriculum vitae di [[Costantino]] e [[Daniele Interrante]]