Fernando Tambroni: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Nessun oggetto della modifica
Riga 11: Riga 11:
Dell'infanzia di Tambroni non ne sa niente nessuno, neanche lui ne ha mai saputo nulla; si sa però che è stato sin da giovanissimo un'esponente del [[Partito Popolare Italiano]]. Dopo l'instaurazione del regime fascista nel [[1926]], venne fermato dalla polizia per ubriachezza molesta, ma lui credendo di essere nel mirino dei fasci, per proteggersi la [[pelle|ghirba]] chiese e ottenne l'iscrizione al [[Partito Nazionale Fascista]] e allo scoppio della guerra fu arruolato nella Milizia contraerea, in qualità di proiettile.
Dell'infanzia di Tambroni non ne sa niente nessuno, neanche lui ne ha mai saputo nulla; si sa però che è stato sin da giovanissimo un'esponente del [[Partito Popolare Italiano]]. Dopo l'instaurazione del regime fascista nel [[1926]], venne fermato dalla polizia per ubriachezza molesta, ma lui credendo di essere nel mirino dei fasci, per proteggersi la [[pelle|ghirba]] chiese e ottenne l'iscrizione al [[Partito Nazionale Fascista]] e allo scoppio della guerra fu arruolato nella Milizia contraerea, in qualità di proiettile.


Nel convulso triennio [[1943]]-[[1945]] per evitare di farsi linciare dagli antifascisti, si iscrisse alla [[Democrazia Cristiana]], evitando chirurgicamente di partecipare a qualsivoglia azione della [[Resistenza]] partigiana. Alla fine della guerra quando i partigiani della [[DC]] reclamavano il loro posto all'Assemblea Costituente, Tambroni si fece avanti millantando le sue grandi doti di politico, riuscendo non solo a farsi eleggere deputato, ma anche a farsi riconfermare in questa carica alle elezioni politiche del [[1948]], [[1953]] e [[1958]].
Nel convulso triennio [[1943]]-[[1945]] per evitare di farsi linciare dagli antifascisti, si iscrisse alla [[Democrazia Cristiana]], evitando chirurgicamente di partecipare a qualsivoglia azione della [[Resistenza]] partigiana. Alla fine della guerra quando i partigiani della [[DC]] reclamavano il loro posto all'Assemblea Costituente, Tambroni si fece avanti elencando con i [[rutti]] le sue grandi doti di politico, riuscendo non solo a farsi eleggere deputato, ma anche a farsi riconfermare in questa carica alle elezioni politiche del [[1948]], [[1953]] e [[1958]].


Tambroni ricoprì tutta una serie di incarichi di basso profilo fino al [[1955]] quando venne nominato [[Ministro dell'Interno]]; questa nomina non venne ben accolta dalla popolazione, specialmente dai meridionali: uno di questi, il boss della [['ndrangheta]] Salvatore Castagna, arrivò ad impazzire uccidendo cinque dei suoi compaesani in preda al delirio. A questo punto Tambroni per far vedere che non era un'imbucato dell'ultimo minuto, decise di inviare il prefetto di [[Trieste]] Carmelo Morzano, detto il Dobermann, a catturare il malavitoso, intimandogli anche di utilizzare gli stessi metodi che utilizzavano i fascisti negli anni '30 per contrastare la [[mafia]]. Il prefetto catturò quasi subito il latitante, grazie alla geniale idea di dare fuoco ai boschi in cui si era andato a nascondere; Tambroni dal canto suo venne salutato come il ministro degli Interni più determinato e meticoloso, ma anche più grintoso e spregiudicato, attirandosi voci a proposito di una presunta gestione non molto legale di dossier riservati, impiegati come [[Carta igienica]].
Tambroni ricoprì tutta una serie di incarichi di basso profilo fino al [[1955]] quando venne nominato [[Ministro dell'Interno]]; questa nomina non venne ben accolta dalla popolazione, specialmente dai meridionali: uno di questi, il boss della [['ndrangheta]] Salvatore Castagna, arrivò ad impazzire uccidendo cinque dei suoi compaesani in preda al delirio. A questo punto Tambroni per far vedere che non era un'imbucato dell'ultimo minuto, decise di inviare il prefetto di [[Trieste]] Carmelo Morzano, detto il Dobermann, a catturare il malavitoso, intimandogli anche di utilizzare gli stessi metodi che utilizzavano i fascisti negli anni '30 per contrastare la [[mafia]]. Il prefetto catturò quasi subito il latitante, grazie alla geniale idea di dare fuoco ai boschi in cui si era andato a nascondere; Tambroni dal canto suo venne salutato come il ministro degli Interni più determinato e meticoloso, ma anche più grintoso e spregiudicato, attirandosi voci a proposito di una presunta gestione non molto legale di dossier riservati, impiegati come [[Carta igienica]].
Riga 25: Riga 25:


=== Le "riforme" ===
=== Le "riforme" ===
Una volta entrato nel pieno delle funzioni, il nuovo governo adottò una serie di provvedimenti, come ad esempio, la diminuzione del prezzo dello [[zucchero]] e della [[benzina]], che furono interpretati da una parte dell'opposizione come dettati da scelte demagogiche; le facessero oggi questo genere di scelte demagogiche, specialmente con la [[benzina]]. Per cercare di tenere alto il profilo del nuovo esecutivo, Tambroni ordinò che venisse fondato il quotidiano filo governativo chiamato [[Telesera]], diretto da quel finto socialista di [[Ugo Zatterin]].
Una volta entrato nel pieno delle funzioni, il nuovo governo adottò una serie di provvedimenti, come ad esempio, la diminuzione del prezzo dello [[zucchero]] e della [[benzina]], che furono interpretati da una parte dell'opposizione come dettati da scelte demagogiche; le facessero oggi questo genere di scelte demagogiche, specialmente con la [[benzina]]. Per cercare di tenere alto il profilo del nuovo esecutivo, Tambroni ordinò che venisse fondato l'inutile quotidiano filo governativo chiamato [[Telesera]], diretto da quel finto [[socialista]] di [[Ugo Zatterin]]; il tutto ovviamente a spese degli [[italiani]].


Fin qui per Tambroni le cose andarono discretamente bene, ma i veri problemi, quelli che di solito necessitano di veri statisti per essere risolti, non tardarono ad arrivare, nel caso del governo Tambroni il problema fu uno solo, ma assolutamente micidiale. In pratica nel [[1960]] i membri del [[Movimento Sociale Italiano]] decisero di tenere il loro sesto congresso nazionale a [[Genova]], città decorata con la Medaglia d'oro della Resistenza, nonché roccaforte storica dei [[comunisti]].
Fin qui per Tambroni le cose andarono discretamente bene, ma i veri problemi, quelli che di solito necessitano di veri statisti per essere risolti, non tardarono ad arrivare, nel caso del governo Tambroni il problema fu uno solo, ma assolutamente micidiale. In pratica nel [[1960]] i membri del [[Movimento Sociale Italiano]] decisero di tenere il loro sesto congresso nazionale a [[Genova]], città decorata con la Medaglia d'oro della Resistenza, nonché roccaforte storica dei [[comunisti]].
Riga 37: Riga 37:
{{quote|Ma sei ancora qua te? Vai, vai, che c'ho da lavorare.}}
{{quote|Ma sei ancora qua te? Vai, vai, che c'ho da lavorare.}}


Fernando Tambroni non ebbe più incarichi politici di rilievo, venendo consegnato al [[dimenticatoio]]. Meno di tre anni dopo alle imminenti elezioni politiche, chiamò il nuovo segretario della [[DC]], [[Aldo Moro]], chiedendogli se c'era qualcosa anche per lui, ma egli gli comunicò stizzito la decisione del partito di non ricandidarlo, con la motivazione che con uno come lui la sconfitta sarebbe stata assicurata; Tambroni la prese così male che morì di [[infarto]]. Anni dopo si fece avanti l'ipotesi che il rapimento e l'omicidio di Moro sia stato in realtà un regolamento di conti dei fedelissimi di Tambroni che volevano vendicare la morte del loro leader a seguito del cattivo comunicato del segretario democristiano, ma la questione venne subito archiviata come palesemente infondata: Tambroni non aveva seguito neanche tra la sua famiglia, figurarsi tra gli elettori.
Fernando Tambroni non ebbe più incarichi politici di rilievo, venendo consegnato al [[dimenticatoio]]. Meno di tre anni dopo alle imminenti elezioni politiche, chiamò il nuovo segretario della [[DC]], [[Aldo Moro]], chiedendogli se c'era qualcosa anche per lui, ma egli gli comunicò stizzito la decisione del partito di non ricandidarlo, con la motivazione che con uno come lui la sconfitta sarebbe stata assicurata; Tambroni la prese così male che morì di [[infarto]]. Anni dopo si fece avanti l'ipotesi che il rapimento e l'omicidio di Moro sia stato in realtà un regolamento di conti dei fedelissimi di Tambroni che volevano vendicare la morte del loro leader a seguito del cattivo comunicato del segretario democristiano, ma la questione venne subito archiviata come palesemente infondata: Tambroni non aveva seguito neanche da se stesso, figurarsi tra gli elettori.


== Tambroni nella cultura popolare ==
== Tambroni nella cultura popolare ==
In uno degli sketch comici in cui [[Fabio De Luigi]] interpretava [[Lucarelli]], il comico avvicinandosi e indicando il consueto cartonato di un vecchio che non centra niente, affermerà: ''«Siamo negli anni '60 e governa: la [[Democrazia Cristiana]]»'', al ché uno della Gialappa's dirà: ''«Ma chi è quello? Tambroni?»''. <del>Questa è l'unica citazione che lo statista Marchigiano abbia mai ricevuto.</del> [https://www.youtube.com/watch?v=Puh44BSrEMw In realtà in tempi relativamente recenti qualcuno ha voluto ricordare la sua brillante performance durante i fatti di Reggio.]
In uno degli sketch comici in cui [[Fabio De Luigi]] interpretava [[Lucarelli]], il comico avvicinandosi e indicando il consueto cartonato di un vecchio che non centra niente, affermerà: ''«Siamo negli anni '60 e governa: la [[Democrazia Cristiana]]»'', al ché uno della Gialappa's dirà: ''«Ma chi è quello? Tambroni?»''. Questa è l'unica citazione che lo statista Marchigiano abbia mai ricevuto.


== Curiosità ==
== Curiosità ==