Fausto Bertinotti: differenze tra le versioni
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[[File:Bertinotti.jpg|thumb|right|300px|{{Cit|Il comunismo viene da sé anche senza [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]]. Il comunismo è come prima di farsi la prima sega che si viene a letto da sé. Si fa: «Dio bono, che cosa m'è successo?» «Niente, o fanciullo, sei venuto! Quello che non funzionava ora funziona. Godi!»}}]] |
[[File:Bertinotti.jpg|thumb|right|300px|{{Cit|Il comunismo viene da sé anche senza [[Enrico Berlinguer|Berlinguer]]. Il comunismo è come prima di farsi la prima sega che si viene a letto da sé. Si fa: «Dio bono, che cosa m'è successo?» «Niente, o fanciullo, sei venuto! Quello che non funzionava ora funziona. Godi!»}}]] |
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Sfortunatamente i [[Giudice|giudici]] non daranno credito alle tesi di Bertinotti, il quale si sfogherà, in un'intervista concessa al quotidiano [[l'Unità]], denunciando la faziosità e il maccartismo delle "toghe nere". |
Sfortunatamente i [[Giudice|giudici]] non daranno credito alle tesi di Bertinotti, il quale si sfogherà, in un'intervista concessa al quotidiano [[l'Unità]], denunciando la faziosità e il maccartismo delle "toghe nere". |
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Oppostosi con fermezza alla svolta [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]] del neonato [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]], all'abiura della [[rivoluzione]] e a qualsivoglia apertura al [[liberismo]] e alla proprietà privata, Bertinotti si riconcilierà con gli altri nostalgici comunisti<ref>In tutto quattro: Bertinotti, [[Oliviero Diliberto]], [[Paolo Ferrero]] e il vignettista de "[[il Manifesto]]" [[Vauro Senesi]].</ref> nel [[Partito della Rifondazione Comunista]], l'unico soggetto politico di [[sinistra]] a proporre un programma davvero inedito e innovativo: espropriazione e socializzazione del capitale, [[dittatura del proletariato]], [[grandi purghe]] per epurare la sinistra italiana dai deviazionisti pidiessini e sostituzione dell'[[inno di Mameli]] con "La locomotiva" di [[Francesco Guccini]]. |
Oppostosi con fermezza alla svolta [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]] del neonato [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]], all'abiura della [[rivoluzione]] e a qualsivoglia apertura al [[liberismo]] e alla proprietà privata, Bertinotti si riconcilierà con gli altri nostalgici comunisti<ref>In tutto quattro: Bertinotti, [[Oliviero Diliberto]], [[Paolo Ferrero]] e il vignettista de "[[il Manifesto]]" [[Vauro Senesi]].</ref> nel [[Partito della Rifondazione Comunista]], l'unico soggetto politico di [[sinistra]] a proporre un programma davvero inedito e innovativo: espropriazione e socializzazione del capitale, [[dittatura del proletariato]], [[grandi purghe]] per epurare la sinistra italiana dai deviazionisti pidiessini e sostituzione dell'[[inno di Mameli]] con "La locomotiva" di [[Francesco Guccini]].<br/> |
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Tuttavia il sol dell'avvenire verrà eclissato dalla discesa in campo di [[Silvio Berlusconi]], nefasta incarnazione della tracotanza capitalista.<br/> |
Tuttavia il sol dell'avvenire verrà eclissato dalla discesa in campo di [[Silvio Berlusconi]], nefasta incarnazione della tracotanza capitalista.<br/> |
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Difatti gli sforzi compiuti da Bertinotti per destare il proletariato italiano dal letargo secolare, diffondendo tra le masse operaie le idee di [[Friedrich Engels|Engels]], [[Antonio Gramsci|Gramsci]] e [[Rosa Luxemburg]], saranno vanificati dalla contro-propaganda [[Populismo|populista]] di [[Emilio Fede]], [[Giuliano Ferrara]] e [[Paolo Del Debbio]]. |
Difatti gli sforzi compiuti da Bertinotti per destare il proletariato italiano dal letargo secolare, diffondendo tra le masse operaie le idee di [[Friedrich Engels|Engels]], [[Antonio Gramsci|Gramsci]] e [[Rosa Luxemburg]], saranno vanificati dalla contro-propaganda [[Populismo|populista]] di [[Emilio Fede]], [[Giuliano Ferrara]] e [[Paolo Del Debbio]]. |
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Ciò nonostante, alle elezioni del [[1996]], grazie al suggello con i reazionari de [[L'Ulivo]] di un patto di non aggressione<ref>Passato alla storia come ''"[[Patto Molotov-Ribbentrop]]"''.</ref>, Bertinotti, da segretario di Rifondazione Comunista, riesce a conquistare un cospicuo numero di seggi. La tregua durerà due anni; nel corso dei quali la nostalgia di Bertinotti nei confronti di Berlusconi diventerà sempre più forte, al punto da indurre il leader di Rifondazione a ritirare la fiducia al [[governo Prodi]], tacciando l'allora [[Presidente del Consiglio]] dell'accusa gravissima di perseguire l'eresia revisionista di [[Eduard Bernstein|Bernstein]] e di tradire così l'ortodossia massimalista e [[Karl Kautsky|kautskyana]]. |
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A coronamento di una carriera luminosa, nel [[2006]] Bertinotti assurge alla presidenza della [[Camera dei deputati]]: appena eletto, farà immediatamente approvare un regolamento interno per ribattezzare tale carica ''"Praesidium del Soviet Supremo"''. Terminata questa esperienza, decide, dopo aver incassato il primo assegno [[vitalizio]], di ritirarsi a vita privata in un piccolo villaggio in [[Siberia]], il quale verrà in suo onore ribattezzato ''"Bertinottigrad"''. |
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