Fëdor Dostoevskij: differenze tra le versioni

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* '''''Il videogiocatore''''' - Un pomeriggio di luglio, Sergej Pavlovič Nintenko, giovane [[pianista]] di discreto talento e studente presso il conservatorio di San Pietroburgo, non ha decisamente voglia di ripassare le lezioni di armonia e composizione. Oppresso dalla [[noia]], gli salta in mente di collegare la [[Playstation]] alla tastiera del suo fortepiano, provando a usare entrambe le mani e tutte le 10 dita per giocare ad [[Half-Life|Half-Life 2]]. Pur essendosi diplomato presso l'[[ITIS]] "[[Gagarin]]" con buoni voti, Sergej non era mai stato un granché in circuiti stampati ed [[elettronica]] di basso livello. Per via degli errori di progettazione dell'apparato, in ogni caso malfunzionante per altri motivi, l'eccessiva affluenza di impulsi elettrici dalla tastiera del pianoforte alla consolle causa un'immane deflagrazione che farà volar via l'amato strumento musicale dalla finestra del suo appartamento, ubicato al quarto piano di una palazzina al numero [[42]] di via Grillič, poco distante dal Tribunale. Sdegnato dall'evento, Sergej Nintenko si toglierà la vita, chissà perché, gettandosi nel fiume Neva dal ponte Ostrovskij. <br />Anche questo racconto di Dostoevskij tratta del tema della sventura, ma il pubblico non l'apprezzerà come il precedente. Il compositore [[URSS|sovietico]] [[Sergej Prokofiev]] trarrà da questo lavoro il soggetto per un opera lirica poco eseguita.
* '''''Il videogiocatore''''' - Un pomeriggio di luglio, Sergej Pavlovič Nintenko, giovane [[pianista]] di discreto talento e studente presso il conservatorio di San Pietroburgo, non ha decisamente voglia di ripassare le lezioni di armonia e composizione. Oppresso dalla [[noia]], gli salta in mente di collegare la [[Playstation]] alla tastiera del suo fortepiano, provando a usare entrambe le mani e tutte le 10 dita per giocare ad [[Half-Life|Half-Life 2]]. Pur essendosi diplomato presso l'[[ITIS]] "[[Gagarin]]" con buoni voti, Sergej non era mai stato un granché in circuiti stampati ed [[elettronica]] di basso livello. Per via degli errori di progettazione dell'apparato, in ogni caso malfunzionante per altri motivi, l'eccessiva affluenza di impulsi elettrici dalla tastiera del pianoforte alla consolle causa un'immane deflagrazione che farà volar via l'amato strumento musicale dalla finestra del suo appartamento, ubicato al quarto piano di una palazzina al numero [[42]] di via Grillič, poco distante dal Tribunale. Sdegnato dall'evento, Sergej Nintenko si toglierà la vita, chissà perché, gettandosi nel fiume Neva dal ponte Ostrovskij. <br />Anche questo racconto di Dostoevskij tratta del tema della sventura, ma il pubblico non l'apprezzerà come il precedente. Il compositore [[URSS|sovietico]] [[Sergej Prokofiev]] trarrà da questo lavoro il soggetto per un opera lirica poco eseguita.
[[File:Gordon Raskolnikov.jpg|200px|right|thumb|Il giovane Raskol'nikov interpretato da un memorabile Gian Maria Volonté.]]
[[File:Gordon Raskolnikov.jpg|200px|right|thumb|Il giovane Raskol'nikov interpretato da un memorabile Gian Maria Volonté.]]
*'''''Delitto e castità''''' - Per questo romanzo abbiamo una trama più approfondita, perché lo abbiamo letto. Rodion Romanovič Raskol'nikov è uno studente di [[giurisprudenza]] fuori corso. La sua famiglia non può più mantenerlo agli studi, essendo caduta in disgrazia dopo la morte sul lavoro del capofamiglia, il luogotenente Roman Timofeevič Raskol'nikov, responsabile del gruppo radar sul sottomarino ''Porka Madoska''. La [[povertà|miseria]] e il [[pessimismo]] opprimono la vita del povero Rodion. Che fare? Un giorno di luglio, andando a impegnare per pochi rubli un orologio tarocco presso la [[giovane]], [[bellezza|bellissima]] e taccagna usuraia Alëna Sederova, decide, pur distratto dalle grazie della strozzina, sempre sfacciata e seducente, quale sarà la [[soluzione]] ai suoi problemi esistenziali e finanziari. L'indomani, dopo aver ricevuto una fastidiosa visita del collega di studi Igor Durakov, che gli suggerisce petulante di trovarsi un [[lavoro]] part-time, Rodion si organizza per mettere a punto il suo piano: ammazzare la bella usuraia, rubargli tutto e vivere agiatamente rivendendo la refurtiva. Ma come uccidere la provocante Sederova? Si ricordò di aver notato un'accetta per spaccare la legna presso la caldaia centralizzata al pian terreno del suo palazzo, dirimpetto alla cabina del portiere. Ma come entrarvi senza essere visto dalla padrona di casa, la perfida Zoja Aleksandrovna Tatarskaja, a cui doveva ancora tre mesi d'affitto arretrato? Il caso fortuito volle che un terribile boato proveniente dal quarto piano, ove abitava un non meglio noto studente di conservatorio, attirasse l'attenzione di tutti gli inquilini, padrona compresa: approfittando della confusione, Rodion riesce a trafugare l'accetta. Armatosi e partito, giunge sull'uscio della sinuosa usuraia che, detto per inciso, aveva una quarta abbondante e vestiva solo di una vestaglia color cremisi, nient'altro. Non osava suonare il campanello, un altro pensiero gli inquinava la mente: «''Io questa stronza di Alëna me la [[sesso|farei]] volentieri, al [[diavolo]] i [[soldi]]!''». Ma in quel preciso momento la porta si aprì da sola. Quel che Rodion vide gli annebbiò la vista per un istante: in mezzo all'ingresso, per terra, stava il bellissimo ma ormai freddo corpo di Alëna, la stronza cravattara dalle tette enormi, sgozzata da un fendente alla giugulare. Chi aveva commesso il delitto altri non era che Durakov, il suo collega, che stava ancora lì bianco di terrore. Fu un lampo: Rodion decapitò con un solo colpo, forte e preciso, l'amico, che in due pezzi separati precipitò sull'usuraia stecchita. Se solo avesse atteso un secondo, Durakov gli avrebbe spiegato che in casa della Sederova non c'era neanche un centesimo, che la [[troia]] aveva depositato tutto su un conto [[banca]]rio con interesse al 4,6% quella stessa mattina, cosa che faceva ogni mese, e bisognava venire il giorno prima. Ma questo Rodion Romanovič lo avrebbe appreso dopo, in commissariato. Intanto quei due corpi morti stavano lì. Che fare? Scappare subito, scappare di corsa, rifugiarsi dallo zio Dmitrov, appena ritornato in città dall'Alaska. Fu un singolo evento, casuale, che gli impedì di giungere dal parente, che comunque non era in casa, ma su un tavolo di zinco presso l'obitorio dell'Ospedale Militare. Stava attraversando il ponte Ostrovskij, quando alcune urla femminili attirarono la sua attenzione e quella di due poliziotti di passaggio: un giovane si era appena buttato sulla Neva, affogando. Rodion riconobbe il cadavere: era quel cacciapalle dell'inquilino del quarto piano, quello che rompeva le scatole dalla mattina alla sera con il suo stupido pianoforte o con i videogichi. Non fece in tempo a chiedersi come fosse potuto accadere, che uno dei due poliziotti, vedendolo, si accorse che la sua camicia era sporca di [[sangue]]. Fu immediatamente portato in commissariato, interrogato, minacciato, torturato e ustionato con una lampada da mille candele puntata sul viso. Veniva accusato di [[violenza sessuale]], duplice [[omicidio]] e istigazione al [[suicidio]], doveva per forza essere lui ad aver violentato e ucciso l'usuraia, il suo amante segreto Durakov e portato alla morte il giovane Sergej, studente di conservatorio, perché lo disturbava con la sua musica. Inefficaci furono i tentativi di difesa del nostro povero [[eroe]], vano fu confessare la sola responsabilità per la dipartita precoce di Durakov e la totale estraneità agli altri casi. Condannato a morte per direttissima, verrà fucilato sulla Piazza Rossa due settimane dopo, festa di San Basilio.<br />Questo straordinario romanzo criminale consacrerà il Maestro al successo mondiale. Tradotto in tutte le lingue, anche quelle morte, ''Delitto e castità'' è forse il capolavoro più importante di tutta la letteratura russa.
*'''''Delitto e castità''''' - Per questo romanzo abbiamo una trama più approfondita, perché lo abbiamo letto. Rodion Romanovič Raskol'nikov è uno studente di [[giurisprudenza]] fuori corso. La sua famiglia non può più mantenerlo agli studi, essendo caduta in disgrazia dopo la morte sul lavoro del capofamiglia, il luogotenente Roman Timofeevič Raskol'nikov, responsabile del gruppo radar sul sottomarino ''Porka Madoska''. La [[povertà|miseria]] e il [[pessimismo]] opprimono la vita del povero Rodion. Che fare? Un giorno di luglio, andando a impegnare per pochi rubli un orologio tarocco presso la [[giovane]], [[bellezza|bellissima]] e taccagna usuraia Alëna Sederova, decide, pur distratto dalle grazie della strozzina, sempre sfacciata e seducente, quale sarà la [[soluzione]] ai suoi problemi esistenziali e finanziari. L'indomani, dopo aver ricevuto una fastidiosa visita del collega di studi Igor Durakov, che gli suggerisce petulante di trovarsi un [[lavoro]] part-time, Rodion si organizza per mettere a punto il suo piano: ammazzare la bella usuraia, rubargli tutto e vivere agiatamente rivendendo la refurtiva. Ma come uccidere la provocante Sederova? Si ricordò di aver notato un'accetta per spaccare la legna presso la caldaia centralizzata al pian terreno del suo palazzo, dirimpetto alla cabina del portiere. Ma come entrarvi senza essere visto dalla padrona di casa, la perfida Zoja Aleksandrovna Tatarskaja, a cui doveva ancora tre mesi d'affitto arretrato? Il caso fortuito volle che un terribile boato proveniente dal quarto piano, ove abitava un non meglio noto studente di conservatorio, attirasse l'attenzione di tutti gli inquilini, padrona compresa: approfittando della confusione, Rodion riesce a trafugare l'accetta. Armatosi e partito, giunge sull'uscio della sinuosa usuraia che, detto per inciso, aveva una quarta abbondante e vestiva solo di una vestaglia color cremisi, nient'altro. Non osava suonare il campanello, un altro pensiero gli inquinava la mente: «''Io questa stronza di Alëna me la [[sesso|farei]] volentieri, al [[diavolo]] i [[soldi]]!''». Ma in quel preciso momento la porta si aprì da sola. Quel che Rodion vide gli annebbiò la vista per un istante: in mezzo all'ingresso, per terra, stava il bellissimo ma ormai freddo corpo di Alëna, la stronza cravattara dalle tette enormi, sgozzata da un fendente alla giugulare. Chi aveva commesso il delitto altri non era che Durakov, il suo collega, che stava ancora lì bianco di terrore. Fu un lampo: Rodion decapitò con un solo colpo, forte e preciso, l'amico, che in due pezzi separati precipitò sull'usuraia stecchita. Se solo avesse atteso un secondo, Durakov gli avrebbe spiegato che in casa della Sederova non c'era neanche un centesimo, che la [[troia]] aveva depositato tutto su un conto [[banca]]rio con interesse al 4,6% quella stessa mattina, cosa che faceva ogni mese, e bisognava venire il giorno prima. Ma questo Rodion Romanovič lo avrebbe appreso dopo, in commissariato. Intanto quei due corpi morti stavano lì. Che fare? Scappare subito, scappare di corsa, rifugiarsi dallo zio Dmitrov, appena ritornato in città dall'Alaska. Fu un singolo evento, casuale, che gli impedì di giungere dal parente, che comunque non era in casa, ma su un tavolo di zinco presso l'obitorio dell'Ospedale Militare. Stava attraversando il ponte Ostrovskij, quando alcune urla femminili attirarono la sua attenzione e quella di due poliziotti di passaggio: un giovane si era appena buttato sulla Neva, affogando. Rodion riconobbe il cadavere: era quel cacciapalle dell'inquilino del quarto piano, quello che rompeva le scatole dalla mattina alla sera con il suo stupido pianoforte o con i videogiochi. Non fece in tempo a chiedersi come fosse potuto accadere, che uno dei due poliziotti, vedendolo, si accorse che la sua camicia era sporca di [[sangue]]. Fu immediatamente portato in commissariato, interrogato, minacciato, torturato e ustionato con una lampada da mille candele puntata sul viso. Veniva accusato di [[violenza sessuale]], duplice [[omicidio]] e istigazione al [[suicidio]], doveva per forza essere lui ad aver violentato e ucciso l'usuraia, il suo amante segreto Durakov e portato alla morte il giovane Sergej, studente di conservatorio, perché lo disturbava con la sua musica. Inefficaci furono i tentativi di difesa del nostro povero [[eroe]], vano fu confessare la sola responsabilità per la dipartita precoce di Durakov e la totale estraneità agli altri casi. Condannato a morte per direttissima, verrà fucilato sulla Piazza Rossa due settimane dopo, festa di San Basilio.<br />Questo straordinario romanzo criminale consacrerà il Maestro al successo mondiale. Tradotto in tutte le lingue, anche quelle morte, ''Delitto e castità'' è forse il capolavoro più importante di tutta la letteratura russa.
[[File:Stalin nose.JPG|thumb|200px|right|L'idiota principe Nikolaj prima della terapia.]]
[[File:Stalin nose.JPG|thumb|200px|right|L'idiota principe Nikolaj prima della terapia.]]
* '''''L'idiota''''' - Il nobile rampollo pietroburghese principe Nikolaj Filippovič Myškin, affetto da cretinismo congenito, viene spedito dalla famiglia in [[Svizzera]] presso un noto neurologo, affinché lo guarisca dalla stupidità. Ritenute improvvisamente migliorate le sue condizioni mentali, anche perché all'indirizzo del professore svizzero non erano più giunti gli assegni per sostenere le spese mediche, Nikolaj Filippovič è rimandato senza tanti complimenti in [[Russia]], munito solo di un piccolo bagaglio e di un leggerissimo mantello, assolutamente inadatto al clima russo. Durante il tragitto, su un treno diretto, chissà come mai, a Kiev, il nostro ex idiota fa conoscenza con un suo concittadino, tale Cesar Rogožin, proprietario di un parrucchificio. Da costui, Nikolaj apprende a bruciapelo che la sua famiglia, nota in tutta Pietroburgo, è stata nel frattempo sterminata da un gruppuscolo di nichilisti organizzati, i famigerati ''Kosanostrij'', che avevano preso in ostaggio il padre, il principe Filip Arčibaldovič Myškin, ma per sbadataggine lo avevano buttato giù dal finestrone dell'appartamento affittato come covo segreto, precisamente al quarto piano di un palazzo in via Grillič 42, Mosca (oppure San Pietroburgo, l'Autore fa sempre confusione). Riuscendo a mascherare l'incidente, i lestofanti facero passare il povero cadavere di Filip Arčbibaldovič per quello di un vecchio [[alcolismo|alcolizzato]] corruttore di minorenni, tale Griška Bezdomny, e in tal guisa fu tumulato in una fossa pubblica poco fuori Mosca. Diffondendo notizie false sulla buona salute del principe Filip, la banda dei ''Kosanostrij'' cercò di convincere la famiglia Myškin, tramite un comunicato recapitato loro da un bambino di 11 anni, Kolja Krasotkin, a portare segretamente il riscatto al primo piano di una bettola malfamata in via Sadovaja, ricavata dall'ex bordello del signor Dmitrij Dmitrov, ex assessore di collegio, prematuramente scomparso.[[File:Romanov.jpg|200px|left|thumb|La famiglia Myškin prima dello sterminio.]] Poiché i famigliari del principe non credevano del tutto alle parole del comunicato, fecero sapere ai malfattori che avrebbero acconsentito a patto che, da una finestra della bettola fosse affacciato il loro povero Filip Arčibaldovič, per assicurarsi che fosse ancora vivo prima di consegnare il [[denaro]]. Allarmati dal nuovo vincolo, i criminali offrirono da bere al vecchio Griška, quello vero e sostanzialmente vivo - sebbene affetto da [[cirrosi]] epatica e ascite all'ultimo stadio, affinché si prestasse a impersonare, almeno per un minuto, i panni del defunto principe Filip che s'affaccia alla finestra della bettola, saluta con la manina e dice ai parenti, in attesa sulla strada, di non essersi mai sentito così bene in vita sua come adesso e che avrebbero dovuto spicciarsi a sganciare la grana. I Myškin, buggerati dalla messinscena, entrarono nella bettola e lì furono presi a randellate tutti quanti. Anche le loro spoglie mortali seguirono la sorte di Filip: spacciati per una famiglia di poveri calzolai periti per il crollo del solaio della loro abitazione, al quinto piano di un palazzo in via Grillič, forse al numero 42 e probabilmente a causa di un'esplosione avvenuta al piano di sotto, i Myškin furono sepolti nella stessa fossa comune del principe, riunendo così la famiglia. Intascato il riscatto (che ammontava a 500.000 rubli), i ''Kosanostrij'' sparirono nel nulla. Finito questo racconto complicatissimo, dove anche Dostoevskij si era perso per strada, il signor Cesar Rogožin, fingendo compassione per lo sventurato principe Nikolaj, che era divenuto improvvisamente povero, orfano e senza casa, gli suggerì di tornare idiota coma prima e farsi assegnare una [[pensione]] di invalidità per incapacità di intendere e di volere. Erano trascorse ormai due ore, tanto durò la narrazione di Rogožin, e giunto a Pietroburgo, o a Mosca, insomma da quelle parti - era precisamente il giorno della festa di San Basilio - il principe Nikolaj, assistendo casualmente alla fucilazione pubblica di un efferato assassino, fu colto da un attacco di [[epilessia]], malattia che il dottore svizzero non era stato in grado di curare. Gli spasmi erano così intensi che attirarono gli sguardi degli astanti, ormai abituati a vedere gente ammazzata in ossequio alle leggi dello Zar: il principe Nikolaj si agitava come un dannato, correva di qua e di là, e nessuno osava fermarlo. A terminare la sua danza oscena e disarticolata fu un calesse che in quel momento attraversava la prospettiva Nevskij (che si trova a Pietroburgo, quindi non siamo a Mosca). Il poveretto fu travolto dai cavalli da tiro e il calesse s'impennò, facendo volar via il vetturino e il suo passeggero, non meglio identificato, i quali s'andarono a schiantare non si sa dove.<br />In questo ennesimo romanzo dedicato al tema della sciagura, Dostoevskij vuole spiegare come questa non colpisca solo la gente povera e meschina, ma anche i nobili e gli aristocratici; il successo grandioso di questa opera dimostra quanto il Maestro abbia saputo mirare al cuore dei lettori, che solitamente muoiono sul colpo.
* '''''L'idiota''''' - Il nobile rampollo pietroburghese principe Nikolaj Filippovič Myškin, affetto da cretinismo congenito, viene spedito dalla famiglia in [[Svizzera]] presso un noto neurologo, affinché lo guarisca dalla stupidità. Ritenute improvvisamente migliorate le sue condizioni mentali, anche perché all'indirizzo del professore svizzero non erano più giunti gli assegni per sostenere le spese mediche, Nikolaj Filippovič è rimandato senza tanti complimenti in [[Russia]], munito solo di un piccolo bagaglio e di un leggerissimo mantello, assolutamente inadatto al clima russo. Durante il tragitto, su un treno diretto, chissà come mai, a Kiev, il nostro ex idiota fa conoscenza con un suo concittadino, tale Cesar Rogožin, proprietario di un parrucchificio. Da costui, Nikolaj apprende a bruciapelo che la sua famiglia, nota in tutta Pietroburgo, è stata nel frattempo sterminata da un gruppuscolo di nichilisti organizzati, i famigerati ''Kosanostrij'', che avevano preso in ostaggio il padre, il principe Filip Arčibaldovič Myškin, ma per sbadataggine lo avevano buttato giù dal finestrone dell'appartamento affittato come covo segreto, precisamente al quarto piano di un palazzo in via Grillič 42, Mosca (oppure San Pietroburgo, l'Autore fa sempre confusione). Riuscendo a mascherare l'incidente, i lestofanti facero passare il povero cadavere di Filip Arčbibaldovič per quello di un vecchio [[alcolismo|alcolizzato]] corruttore di minorenni, tale Griška Bezdomny, e in tal guisa fu tumulato in una fossa pubblica poco fuori Mosca. Diffondendo notizie false sulla buona salute del principe Filip, la banda dei ''Kosanostrij'' cercò di convincere la famiglia Myškin, tramite un comunicato recapitato loro da un bambino di 11 anni, Kolja Krasotkin, a portare segretamente il riscatto al primo piano di una bettola malfamata in via Sadovaja, ricavata dall'ex bordello del signor Dmitrij Dmitrov, ex assessore di collegio, prematuramente scomparso.[[File:Romanov.jpg|200px|left|thumb|La famiglia Myškin prima dello sterminio.]] Poiché i famigliari del principe non credevano del tutto alle parole del comunicato, fecero sapere ai malfattori che avrebbero acconsentito a patto che, da una finestra della bettola fosse affacciato il loro povero Filip Arčibaldovič, per assicurarsi che fosse ancora vivo prima di consegnare il [[denaro]]. Allarmati dal nuovo vincolo, i criminali offrirono da bere al vecchio Griška, quello vero e sostanzialmente vivo - sebbene affetto da [[cirrosi]] epatica e ascite all'ultimo stadio, affinché si prestasse a impersonare, almeno per un minuto, i panni del defunto principe Filip che s'affaccia alla finestra della bettola, saluta con la manina e dice ai parenti, in attesa sulla strada, di non essersi mai sentito così bene in vita sua come adesso e che avrebbero dovuto spicciarsi a sganciare la grana. I Myškin, buggerati dalla messinscena, entrarono nella bettola e lì furono presi a randellate tutti quanti. Anche le loro spoglie mortali seguirono la sorte di Filip: spacciati per una famiglia di poveri calzolai periti per il crollo del solaio della loro abitazione, al quinto piano di un palazzo in via Grillič, forse al numero 42 e probabilmente a causa di un'esplosione avvenuta al piano di sotto, i Myškin furono sepolti nella stessa fossa comune del principe, riunendo così la famiglia. Intascato il riscatto (che ammontava a 500.000 rubli), i ''Kosanostrij'' sparirono nel nulla. Finito questo racconto complicatissimo, dove anche Dostoevskij si era perso per strada, il signor Cesar Rogožin, fingendo compassione per lo sventurato principe Nikolaj, che era divenuto improvvisamente povero, orfano e senza casa, gli suggerì di tornare idiota coma prima e farsi assegnare una [[pensione]] di invalidità per incapacità di intendere e di volere. Erano trascorse ormai due ore, tanto durò la narrazione di Rogožin, e giunto a Pietroburgo, o a Mosca, insomma da quelle parti - era precisamente il giorno della festa di San Basilio - il principe Nikolaj, assistendo casualmente alla fucilazione pubblica di un efferato assassino, fu colto da un attacco di [[epilessia]], malattia che il dottore svizzero non era stato in grado di curare. Gli spasmi erano così intensi che attirarono gli sguardi degli astanti, ormai abituati a vedere gente ammazzata in ossequio alle leggi dello Zar: il principe Nikolaj si agitava come un dannato, correva di qua e di là, e nessuno osava fermarlo. A terminare la sua danza oscena e disarticolata fu un calesse che in quel momento attraversava la prospettiva Nevskij (che si trova a Pietroburgo, quindi non siamo a Mosca). Il poveretto fu travolto dai cavalli da tiro e il calesse s'impennò, facendo volar via il vetturino e il suo passeggero, non meglio identificato, i quali s'andarono a schiantare non si sa dove.<br />In questo ennesimo romanzo dedicato al tema della sciagura, Dostoevskij vuole spiegare come questa non colpisca solo la gente povera e meschina, ma anche i nobili e gli aristocratici; il successo grandioso di questa opera dimostra quanto il Maestro abbia saputo mirare al cuore dei lettori, che solitamente muoiono sul colpo.
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* '''''I fratelli Karamazov''''' - Romanzo importantissimo, vera summa dell'opera di Dostoevskij. Peccato che non l'abbiamo letto. Sappiamo solo che c'entrano qualcosa il calesse volato via a causa del principe Nikolaj, che il passeggero altri non era che Ivan Fëdorovič, il materialista scettico, che Smerdjakov forse era davvero figlio di Fëdor Karamazov, che i fratelli Dmitrij e Aleksej si volevano bene malgrado tutto, che Varvara Petrovna non appare in questo romanzo bensì negli ''Indemoniati'', sebbene nessuno si accorga della sua presenza lì mentre la percepisca qui. Voci di corridoio sostengono che l'appartamento al quarto piano di via Grillič 42 verrà distrutto durante la [[rivoluzione d'ottembre|Rivoluzione]] del [[1917]]. Insomma, pare che sia un bel romanzo, leggetelo e fateci sapere.
* '''''I fratelli Karamazov''''' - Romanzo importantissimo, vera summa dell'opera di Dostoevskij. Peccato che non l'abbiamo letto. Sappiamo solo che c'entrano qualcosa il calesse volato via a causa del principe Nikolaj, che il passeggero altri non era che Ivan Fëdorovič, il materialista scettico, che Smerdjakov forse era davvero figlio di Fëdor Karamazov, che i fratelli Dmitrij e Aleksej si volevano bene malgrado tutto, che Varvara Petrovna non appare in questo romanzo bensì negli ''Indemoniati'', sebbene nessuno si accorga della sua presenza lì mentre la percepisca qui. Voci di corridoio sostengono che l'appartamento al quarto piano di via Grillič 42 verrà distrutto durante la [[rivoluzione d'ottembre|Rivoluzione]] del [[1917]]. Insomma, pare che sia un bel romanzo, leggetelo e fateci sapere.
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== Trasposizioni filmiche e teatrali ==
== Trasposizioni filmiche e teatrali ==
Numerose opere dostoevskiane sono state ridotte e riadattate per il teatro e per il cinema, talvolta senza riservare un minimo di rispetto per l'opera del grande Maestro. Ne elenchiamo alcune fra le più note:
Numerose opere dostoevskiane sono state ridotte e riadattate per il teatro e per il cinema, talvolta senza riservare un minimo di rispetto per l'opera del grande Maestro. Ne elenchiamo alcune fra le più note: