Enrico De Nicola: differenze tra le versioni

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{{Cit|Decida di decidere se accetta di accettare!|[[?|Manlio Lupinacci]] a proposito dell'indecisione di De Nicola su quale [[cravatta]] mettersi per andare al lavoro.}}
 
'''Enrico De Nicola''', o '''Nicola De Enrico''', come diciamo noi di [[NONCICLOPEDIANonciclopedia]] per fare dell'ironia spiccia, è stato un [[politico]] e [[avvocato]] italiano, nonché il primo [[Presidente della Repubblica Italiana]], nonostante ricoprì questo ruolo per appena 4 [[petosecondi]] e mezzo.
 
Prima di ricoprire la poltrona di [[Presidente della Repubblica]], ricoprì la poltrona di [[Presidente della Camera]], in seguito ha sfidato se stesso ricoprendo simultaneamente sia la poltrona di [[Presidente del Senato]] sia quella di [[Presidente della Corte Costituzionale]], avrebbe voluto ricoprire anche il ruolo di [[Presidente del Consiglio]] e fare così l'en plein delle maggiori cariche istituzionali italiane ricoperte, ma non ci riuscì, in compenso fu il primo ed ultimo Presidente della Repubblica<ref>Benché non fosse proprio un Presidente della Repubblica in quel periodo.</ref> a condannare a morte [[qualcuno]].
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=== I dubbi e l'umiltà ===
[[File:Firma della Costituzione.jpg|left|thumb|270px|Enrico De Nicola firma con sicurezza la nostra Costituzione.]]
Noto per una prudenza ai limiti dell'indecisione, De Nicola era uno che ci metteva sempre 3 ore per decidere come vestirsi la mattina, per questo quando gli venne chiesto di accettare la nomina a Capo dello Stato provvisorio, il futuro Presidente della Repubblica antepose tutta una sequela di ragionamenti, dubbi e pensieri che fecero incazzare un po' tutti quanti, anche perché senza una capo di Stato non si potevano iniziare i lavori della Costituente, né tanto meno iniziare ad alzarsi lo stipendio.
 
La prima cosa che fece come Capo dello Stato provvisorio fu quella di condannare a morte gli autori della [[strage di Villarbasse]]; quando gli fecero notare che in teoria la [[pena di morte]] era di fatto decaduta con l'entrata in vigore della CostituenteCostituzione, De Nicola, probabilmente ignorando i limiti del suo ruolo istituzionale e a causa dei suoi trascorsi monarchici, disse che ''«non gliene fregava una beata mazza»''. La decisione fu eminentemente politica, considerando il fatto che gli stragisti tramortirono a bastonate dieci persone per poi occultarne i corpi ancora vivi in una cisterna a farli morire del tutto di stenti, De Nicola ritenne fosse più opportuno sistemare la faccenda alla vecchia maniera, anche perché altrimenti ci avrebbe pensato la folla inferocita.
 
Dopo questo evento non gli venne fatto fare nient'altro, motivo per cui decise di rassegnare le dimissioni e tornarsene a casa, ma la Costituente non gli firmò il foglio di uscita anticipata e gli disse di tornarsene al suo posto, al quel punto De Nicola disse che stava male e che voleva tornarsene a casa, ma la Costituente gli intimò nuovamente di tornarsene al suo posto, altrimenti gli avrebbe scritto una [[nota]] sul [[registro]].
 
Con l'entrata in vigore della [[Costituzione della Repubblica Italiana]], il [[1º gennaio]] [[1948]], il suo ruolo di Capo di Stato provvisorio venne rinominato [[Presidente della Repubblica Italiana]]; successivamente, De Nicola portò un certificato medico firmato da sua madre, che lo esonerava dal ruolo di Presidente, ragion per cui vennero indette nuove elezioni, da cui emerse la figura del {{censura|il}}liberale [[Luigi Einaudi]].
 
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{{PresidentiRepubblica}}
 
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