Emilio Colombo: differenze tra le versioni

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Emilio Colombo si gode beatamente la sua nuova poltrona e tutti i comfort che essa genera, fino a quando nel '72 incomincia il semestre bianco, che sancisce l'imminente fine del mandato del [[Presidente della Repubblica]] [[Giuseppe Saragat]]. Smanioso di adagiarsi sul trono vacante, Colombo va a leccare il presidente uscente, ma quando questo si presenta a Montecitorio, Colombo ha la pessima idea di palpeggiare il sedere alla signora Saragat in un momento di distrazione. Come è lecito aspettarsi l'atto viene colto da un filmato che finisce nella mani del cardinale [[Fiorenzo Angelini]], uno dei cumpà di [[Andreotti]], che convoca Colombo e gli comunica che è stato sgamato e benché la questione sia [[omicidio|stata messa a tacere]], la carica da [[Presidente della Repubblica]] se l'è giocata.
 
Nonostante la brutta notizia, Colombo insiste imperterrito nelle sue attività ricreative anche dopo aver ceduto ad [[Andreotti]] il posto da [[Presidente del Consiglio]] in cambio della poltrona di [[Ministro del Tesoro]], con tutti i vantaggi che si possono avere dallo stare vicini a così tanti quattrini. Colombo continuerà senza sosta ad infestare le aule del potere e a ottenere sconti dalle [[escort]] grazie alla sua tessere fedeltà della [[DC]], fino a quando nel '92 lo scandalo [[Tangentopoli]] non fa saltare dalle poltrone tutti i {{s|<del>mantenuti}}</del> politici democristiani come lui.
 
Con la morte della [[DC]], la sua tessera apri porte divenne utile solamente per tagliare la cocaina che era solito sniffare; per tanto non avendo più la possibilità di pagarsi i suoi vizietti, Colombo fu costretto cercarsi un altro [[partito]] che lo facesse rientrare al [[Senato]], decise così di entrare nel [[Partito Popolare Italiano]] del camerata [[Mino Martinazzoli]], per poi fare comunella con [[Prodi]].