Elena Fabrizi: differenze tra le versioni

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=== Vita in cucina ===
 
Elena nasce a [[Roma]] nel 1915, ultima di sei fratelli. Tra essi l'[[attore]] [[Aldo Fabrizi]], col quale condivide la passione per la recitazione, quella per la cucina e la porzione di quadrante della [[bilancia]] oltre i 110 kg.<br /> La sua [[infanzia]] è segnata da eventi drammatici: è già iniziata la [[Prima guerra mondiale]] e, come se non bastasse, l'unica squadra di calcio presente nella capitale è l'[[S.S. Lazio|Atletico Burinense]]. In uno scenario così apocalittico, che avrebbe minato anche il più forte dei caratteri, la piccola Elena trova consolazione nell'unica cosa che le è stata sempre a cuore: la {{s|<del>fam}}</del> [[Cicoria|cicoria ripassata in padella]].<br /> La cucina della madre è il suo luogo preferito dove giocare, in poco tempo impara la maggior parte delle ricette a memoria. A cinque anni non sa ancora leggere, però riconosce l'eventuale presenza della parola "[[panna]]" nella ricetta della [[carbonara]], si reca in cucina e prende a calci negli stinchi il [[cuoco]]<br /> In prima elementare, per il pranzo, gli altri bambini si portano panini e [[pizza]], lei ha il [[Dolce Forno]] e si cucina l'[[abbacchio]] con le patate. Quando frequenta le medie, approfittando di un malore della cuoca, si impossessa della mensa e cucina per tutto l'istituto. Il preside sembra visibilmente soddisfatto, affigge un cartello con una foto della vecchia cuoca e la scritta "Io non posso entrare" e in seguito, accoglie il suo tentativo di ritorno sguinzagliandole contro i [[dobermann]]. Grazie ai proventi di questo lavoro Elena capisce due cose:
# che presto potrà permettersi di aprire la sua prima trattoria;
# che si deve sbrigare perché ''"la vita è un mozzico"''.
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L'incontro della sora Lella col mondo del cinema avvenne, manco a dirlo, in un bar: lei col suo solito [[Crodino]] analcolico accompagnato da abbondanti patatine, da lei stessa pelate e fritte; lui, il cinema, sottoforma di un giovane alto, atletico e aitante, il noto Verdone<ref>c'è molta [[ironia]] nell'ultimo periodo, ma parlando di Verdone ci sta.</ref>. Il breve scambio di battute che scaturì dall'incontro è passato alla storia:
{{dialogo|Carlo|Lei è la sora Lella Fabrizi?|Lella|So' io!|Carlo|Le piacerebbe fare mia nonna...|Lella|Ma nun me rompe, sto a magnà!}}{{dialogo|Carlo|... in uno dei miei film...|Lella|Ma... tu sei Carlo Verdone l'attore?|Carlo|Proprio io! Allora, ci sta?!|Lella|Ma nun me rompe, sto a magnà!}}
Per fortuna di Verdone e dei suoi fan l'effetto del Crodino svanì in fretta e la sora Lella tornò sui suoi passi.<br />Dopo un avvio col botto in [[Bianco, rosso e Verdone]], dopo aver sfondato in [[Acqua e sapone]] come neanche era mai riuscita con le sue [[amatriciana|amatriciane]], la buona Lella cede alla prepotenza dei propri annetti sul groppone e contrae la "peste", abbandonandosi a pellicole con un Pierino maledetto che una ne fa, cento ne pensa e mille ne piglia (di [[Scapaccione|scappellotti]] {{s|<del>materni}}</del> furiosi). Grazie a queste interpretazioni, l'intramontabile Elenona si trasformò da comune ''matrona romana'' a ''nonna che chiunque vorrebbe avere, eccetto quando s'incazza''.<br />Le sue ultime apparizioni televisive la vedono in giro per i talk show nei panni dell'imitatore [[Antonello Fassari]], il cui problema principale era l'infilarsi le mostruose autoreggenti antivaricosi della nonna.
 
=== ''Mortacci sua'' ===