Don Sante Sguotti: differenze tra le versioni

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Dal momento in cui ebbe inizio la loro relazione, la vita del Venerabile Maestro non fu più la stessa. La necessità di nascondere agli occhi dei parrocchiani la tresca con la sua nuova fiamma diventò infatti prioritaria per lui, in particolare dopo che durante una [[funerale|messa funebre]] benedisse un [[perizoma]] della sua [[puttana|amante]] che aveva erroneamente conservato nell’ostensorio, dandolo poi in pasto alla [[vedova]] a mo’ di ostia. Tale episodio lo indusse a concentrarsi maggiormente nei suoi [[pedofilia|impegni sacerdotali]] per mettere a tacere le voci che circolavano in paese, facendo sì che don Sante perdesse a poco a poco di vista il suo incarico primario e si facesse prendere la mano dall’[[calzini bianchi|abito talare]].
Dal momento in cui ebbe inizio la loro relazione, la vita del Venerabile Maestro non fu più la stessa. La necessità di nascondere agli occhi dei parrocchiani la tresca con la sua nuova fiamma diventò infatti prioritaria per lui, in particolare dopo che durante una [[funerale|messa funebre]] benedisse un [[perizoma]] della sua [[puttana|amante]] che aveva erroneamente conservato nell’ostensorio, dandolo poi in pasto alla [[vedova]] a mo’ di ostia. Tale episodio lo indusse a concentrarsi maggiormente nei suoi [[pedofilia|impegni sacerdotali]] per mettere a tacere le voci che circolavano in paese, facendo sì che don Sante perdesse a poco a poco di vista il suo incarico primario e si facesse prendere la mano dall’[[calzini bianchi|abito talare]].


Per diverso tempo la vita in parrocchia tuttavia trascorse relativamente liscia, dal momento che la relazione tra il parroco e la signora Stabbocchi era a conoscenza solamente della squadra di [[calcio]], della [[banda]] del paese, delle classi di [[catechismo]], della clientela della parrucchiera e degli avventori del [[bar]], i quali tuttavia tenevano il massimo riserbo sull’intera vicenda, facendone parola solo con una criptica scritta “Il prete si trapana l’architetto” comparsa su [[tutti]] i cartelli d’ingresso al paese.
Per diverso tempo la vita in parrocchia tuttavia trascorse relativamente liscia, dal momento che della relazione tra il parroco e la signora Stabbocchi erano a conoscenza solamente la squadra di [[calcio]], la [[banda]] del paese, le classi di [[catechismo]], la clientela della parrucchiera e gli avventori del [[bar]], i quali tuttavia tenevano il massimo riserbo sull’intera vicenda, facendone parola solo con una criptica scritta “Il prete si trapana l’architetto” comparsa su [[tutti]] i cartelli d’ingresso al paese.


Tuttavia, alla sede di “Fuoco a Sant’Antonio” al numero [[666]] di via [[CL|Ciellini]] Bastardi lo sconforto per la piega presa dall’operazione si faceva vieppiù [[palpeggiare|palpabile]]. Alcuni dei membri, tra i quali l’autorevole vicepresidente [[Nonno Fiorucci]], sostennero la necessità di abbandonare l’operazione e tentare di scardinare il potere clericale con maggiore segretezza tramite un [[golpe]], ma Odifreddi non volle rassegnarsi a perdere la sua scommessa, e decise perciò di continuare con il piano che aveva progettato.
Tuttavia, alla sede di “Fuoco a Sant’Antonio” al numero [[666]] di via [[CL|Ciellini]] Bastardi lo sconforto per la piega presa dall’operazione si faceva vieppiù [[palpeggiare|palpabile]]. Alcuni dei membri, tra i quali l’autorevole vicepresidente [[Nonno Fiorucci]], sostennero la necessità di abbandonare l’operazione e tentare di scardinare il potere clericale con maggiore segretezza tramite un [[golpe]], ma Odifreddi non volle rassegnarsi a perdere la sua scommessa, e decise perciò di continuare con il piano che aveva progettato.