Diogene di Sinope: differenze tra le versioni

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Si racconta che Diogene, per protesta contro il prezzo dei casini, si masturbasse sulla pubblica piazza tra gli applausi e gli incoraggiamenti degli ''astanti'' (=provvisti di asta,pene), e che alla fine esclamasse: "Ah!, potessi far cessare anche la fame con una strofinata!". Non sorprende affatto che un grande filosofo già allora si occupase del problema della fame nel mondo. Tuttavia sembra che il rimedio da lui suggerito non abbia avuto successo, e tuttora si vendano più panini che preservativi.
Si racconta che Diogene, per protesta contro il prezzo dei casini, si masturbasse sulla pubblica piazza tra gli applausi e gli incoraggiamenti degli ''astanti'' (=provvisti di asta,pene), e che alla fine esclamasse: "Ah!, potessi far cessare anche la fame con una strofinata!". Non sorprende affatto che un grande filosofo già allora si occupase del problema della fame nel mondo. Tuttavia sembra che il rimedio da lui suggerito non abbia avuto successo, e tuttora si vendano più panini che preservativi.


Il fatto è che Diogene era povero e quando si presentava sui casini di Atene, sempre senza soldi, lo cacciavano via. Era così povero che era costretto a mangiare rape crude, il che peggiorava le cose perché, com'è noto, le rape fanno arrapare (''arrapare'', infatti, deriva da ''rapa'').
Il fatto è che Diogene era povero e quando si presentava sui casini di [[Atene]], sempre senza soldi, lo cacciavano via. Era così povero che era costretto a mangiare rape crude, il che peggiorava le cose perché, com'è noto, le rape fanno arrapare (''arrapare'', infatti, deriva da ''rapa'').


Un giorno Diogene vide un pastorello che beveva nel cavo della mano; allora buttò via il bicchiere in cui di solito beveva. Solo che, il mattino dopo, fu costretto a bere il caffè nel cavo della mano, tra bestemmie ed improperi perché il caffè scottava.
Un giorno Diogene vide un pastorello che beveva nel cavo della mano; allora buttò via il bicchiere in cui di solito beveva. Solo che, il mattino dopo, fu costretto a bere il caffè nel cavo della mano, tra bestemmie ed improperi perché il caffè scottava.


==Lo sfratto: Diogene nel barile==
==Lo sfratto: Diogene nel barile==
La povertà di Diogene gli impediva di pagare regolarmente il fitto di casa ed, alla fine, fu sfrattato. Non avendo dove dormire, si rifugiò in una botte e, da allora puzzava sempre di vino. La botte però era corta e lui non c'entrava per tutta la sua lunghezza e doveva lasciare i piedi fuori. Siccome la botte stava sotto un ponte, ogni tanto qualcuno, non accorgendosi dela presenza di Diogene, gli pisciava sui piedi. La cosa era alquanto fastidiosa e Diogene cominciò a puzzare di urina e di vino. Inoltre sotto quel ponte, molti avventori ne approfittavano per cacare, ed intorno alla botte v'era una prateria di merde a varia stagionatura. Così Diogene cominciò a puzzare anche di varie qualità di merde. Fu così che gli Arconti di Atene pensarono di utilizzarlo come arma da guerra, mandandolo nel campo dei nemici; ciò avvenne durante l'invasione macedone ed Alessandro ordinò la più spietata ritorsione, ricaricando Diogene su una catapulta e rimandandolo nella città assediata. Atene si arrese, ma la vendetta ateniese fu però spietata: riempirono di vino la botte di Diogene e la mandarono ai macedoni provocando loro coliche e diarree dolorosissime, emorroidi infuocate. Si dice che i soldati macedaoni che avevano bevuto quel vino pisciassero blu per tre mesi, e che l'urina si infiammava cadendo e faceva buchi nella roccia. Diogene fu proclamato eroe della patria.
La povertà di Diogene gli impediva di pagare regolarmente il fitto di casa ed, alla fine, fu sfrattato. Non avendo dove dormire, si rifugiò in una botte e, da allora puzzava sempre di vino. La botte però era corta e lui non c'entrava per tutta la sua lunghezza e doveva lasciare i piedi fuori. Siccome la botte stava sotto un ponte, ogni tanto qualcuno, non accorgendosi dela presenza di Diogene, gli pisciava sui piedi. La cosa era alquanto fastidiosa e Diogene cominciò a puzzare di urina e di vino. Inoltre sotto quel ponte, molti avventori ne approfittavano per cacare, ed intorno alla botte v'era una prateria di merde a varia stagionatura. Così Diogene cominciò a puzzare anche di varie qualità di merde. Fu così che gli Arconti di [[Atene]] pensarono di utilizzarlo come arma da guerra, mandandolo nel campo dei nemici; ciò avvenne durante l'invasione macedone ed Alessandro ordinò la più spietata ritorsione, ricaricando Diogene su una catapulta e rimandandolo nella città assediata. [[Atene]] si arrese, ma la vendetta ateniese fu però spietata: riempirono di vino la botte di Diogene e la mandarono ai macedoni provocando loro coliche e diarree dolorosissime, emorroidi infuocate. Si dice che i soldati macedaoni che avevano bevuto quel vino pisciassero blu per tre mesi, e che l'urina si infiammava cadendo e faceva buchi nella roccia. Diogene fu proclamato eroe della patria.