Conservatorio G. Verdi di Milano: differenze tra le versioni

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[[File:Tegucigalpa_Honduras_abandoned_house.jpg|alt=|miniatura|Il Conservatorio G. Verdi di Milano dopo il restauro.]]
Il [[Conservatorio]] G. Verdi di [[Milano]] è una {{Citnec|prestigiosa}} istituzione di {{Citnec|Alta}} formazione musicale intitolata a [[Giuseppe Verdi]] non si sa perché, in quanto il Cigno di Roncole di Busseto non vi fu neppure ammesso. Giunto dalla campagna come [[Renato Pozzetto]] (del quale presentava tratti di simiglianza nel faccione reso fotogenico da Dino Risi) il ragazzone Verdi tentò l’esame d’ammissione. Ma i parrucconi semisordi e mezzi analfabeti formatisi sui trattati di quegli esperantisti musicali mezzi scemi che furono Dubois e Gedalge (quando andava bene) bocciarono il campagnolo: “Troppo vecchio” – per alcune delle cariatidi colà docenti – “Troppo rozzo” – per altre – “Troppo poco pianistico” e così via.
A distanza di tempo, resisi conto dell’enorme incapacità musicale che li contraddistingueva - giacché Verdi veniva acclamato in tutti i teatri mondiali mentre loro rimanevano a batter le mani goffamente scambiando i solfeggi parlati difficili in chiave di sol per opere d’arte - intitolarono la fatiscente struttura all’ombra della Chiesa di Santa Maria della Passione al ragazzo di campagna autore di [[Rigoletto]] e [[Traviata]].
 
Il [[Conservatorio]] G. Verdi di [[Milano]] è una {{Citnec|prestigiosa}} istituzione di {{Citnec|Alta}} formazione musicale intitolata a [[Giuseppe Verdi]] senza una valida ragione, in quanto il Cigno di Roncole di Busseto non vi fu neppure ammesso.
==Archiettura e ornamenti semiviventi==
 
Giunto dalla campagna come [[Renato Pozzetto]] — del quale presentava tratti di simiglianza nel faccione reso fotogenico da Dino Risi — il ragazzone Verdi tentò l'esame d'ammissione.
All’apparenza, l’edificio conservatoriale non appare proprio, in quanto appendice della chiesa summenzionata. All’interno, un {{Citnec|ridente}} chiostro con una pianta rachitica e un loggiato scrostato conduce alle aule decadenti, gelide d’inverno e bollenti d’estate in cui sono ammassati pianoforti scassi e scordati comperati al Triciclo con i soldi delle nostre tasse di cittadini. Tutto l’edificio trasuda la nobile storia (ma sarà vero? Boh) di cui non si sa più nulla in quanto sprofondata fra novelli Pietri Taricone e Maurizi Corona e (più recentemente) pseudo-[[Fedez]] che s’accompagnano a imitatrici di [[Belen]] e [[Chiara Ferragni]] gonfie di filler a buon mercato fatto dal dentista, in infradito. Costoro, al massimo, usano le polverose cornici architettoniche come sottofondi dei loro [[selfie]]. In ciò il Conservatorio è in perfetta sintonia con la maggior parte dei palagi italici, di cui le brochures propagandistiche per far accorrere turisti del ceto medio-stolto mondiale (che hanno racimolati faticosamente durante l’anno i soldini per la loro agognata “vacanza italiana with pizza & mafia & Colosseo”) pullulano online o cartacei in ogni angolo del Belpaese.
 
Ma i parrucconi semisordi e mezzi analfabeti formatisi sui trattati di quegli esperantisti musicali mezzi scemi che furono Dubois e Gedalge (quando andava bene) bocciarono il campagnolo: "Troppo vecchio" — per alcune delle cariatidi colà docenti — “Troppo rozzo” — per altre — "Troppo poco pianistico" e così via.
L’edificio ospita (si fa per dire) anche la biblioteca musicale, che dopo essere stata saccheggiata nel secolo scorso permane in uno stato comatoso e altezzosamente disperato in attesa del crollo definitivo degli scaffali e degli schedari compilati con l'inchiostro del calamaio risalente al tempo in cui Puccini portava i calzoni corti.
 
A distanza di tempo, resisi conto dell’enormedell'enorme incapacità musicale che li contraddistingueva - giacché Verdi veniva acclamato in tutti i teatri mondiali mentre loro rimanevano a batter le mani goffamente scambiando i solfeggi parlati difficili in chiave di sol per opere d’arted'arte - intitolarono la fatiscente struttura all’ombraall'ombra della Chiesa di Santa Maria della Passione al ragazzo di campagna autore di [[Rigoletto]] e [[Traviata]].
Sinistri individui usciti dal ''Castello'' di [[Kafka]], blesi, strabici, storpi, affetti da deficit motori e del logos gravitano come ragni appesi alla ragnatela nell’accogliente Casa Usher-Conservatorio. Siano costoro bidelli, uscieri, segretari con fioriti titoli di III elementare presso la locale scuola di Golasecca o ampollosi docenti delle più svariate materie – di rado in grado d’eseguire fino in fondo un’''Invenzione'' a 2 voci di [[Johann Sebastian Bach]] senza steccare – ciò che li contraddistingue dal punto di vista zoologico è una singolarissima sicumera, un'albagia da fancazzismo coltivato fino alle più alte vette dell'Arte.
 
==Archiettura e ornamenti semiviventi==
[[File:Gloria_Stuart_and_Boris_Karloff_in_The_Old_Dark_House.jpg|alt=|miniatura|Due abituali frequentatori del Conservatorio G. Verdi di Milano, colti di sorpresa dal crollo d'un soffitto durante lo studio di un'aria buffa di [[Gioacchino Rossini]].]]
 
All'apparenza, l'edificio conservatoriale non appare proprio, in quanto appendice della chiesa summenzionata. All'interno, un {{Citnec|ridente}} chiostro con una pianta rachitica e un loggiato scrostato conduce alle aule decadenti, gelide d'inverno e bollenti d'estate in cui sono ammassati pianoforti scassi e scordati comperati al Triciclo con i soldi delle nostre tasse di cittadini.
 
Tutto l'edificio trasuda la [[nobiltà|nobile]] storia (ma sarà vero? Boh) di cui non si sa più nulla in quanto sprofondata fra novelli Pietri Taricone e Maurizi Corona e (più recentemente) pseudo-[[Fedez]] che s'accompagnano a imitatrici di [[Belen]] e [[Chiara Ferragni]] gonfie di ''filler'' a buon mercato fatto dal dentista, in infradito.
 
Costoro, al massimo, usano le polverose cornici architettoniche come sottofondi dei loro [[selfie]]. In ciò il Conservatorio è in perfetta sintonia con la maggior parte dei palagi italici, di cui le ''brochures'' propagandistiche per far accorrere turisti del ceto medio-stolto mondiale (che hanno racimolati faticosamente durante l'anno i soldini per la loro agognata "vacanza italiana with pizza & mafia & Colosseo") pullulano online o cartacei in ogni angolo del Belpaese.
 
L’edificioL'edificio ospita (si fa per dire) anche la biblioteca musicale, che dopo essere stata saccheggiata nel secolo scorso permane in uno stato comatoso e altezzosamente disperato in attesa del crollo definitivo degli scaffali e degli schedari compilati con l'inchiostro del calamaio risalente al tempo in cui Puccini portava i calzoni corti.
 
Sinistri individui usciti dal ''Castello'' di [[Kafka]], blesi, strabici, storpi, affetti da ''deficit'' motori e del ''logos'' gravitano come ragni appesi alla ragnatela nell’accoglientenell'accogliente Casa Usher-Conservatorio. Siano costoro bidelli, uscieri, segretari con fioriti titoli di III elementare presso la locale scuola di Golasecca o ampollosi docenti delle più svariate materie di rado in grado d’eseguired'eseguire fino in fondo un’un'''Invenzione'' a 2 voci di [[Johann Sebastian Bach]] senza steccare ciò che li contraddistingue dal punto di vista zoologico è una singolarissima sicumera, un'albagia da fancazzismo coltivato fino alle più alte vette dell'Arte.
 
Va ricordato che, nello stesso capoluogo lombardo, a competere con il sopradescritto Conservatorio sorge un'altra istituzione di {{Citnec|Alta}} formazione musicale: la [[Civica Scuola di Musica presso Villa Simonetta]].
 
==Voci correlate==
*[[Conservatorio]]
 
[[Categoria:Edifici utili ma anche no]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Posti dove non andresti neanche se ti pagassero]]
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