Ce l'hai nel culo: differenze tra le versioni

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{{cit2|Documenti prego.|L’agente della stradale ti ferma in fondo al vicolo che hai percorso contromano, a centotrenta, ubriaco come un [[alpino]].}}
#RINVIA [[Cosa aspetti a vincere un Iphone XS ORA ?]]
{{cit2|La situazione è grave, l’azienda è costretta a tagliare il personale.|Il tuo datore di lavoro prospetta il tuo futuro professionale}}
{{cit2|Cucù!|[[Rocco Siffredi]] mentre ti aggredisce alle spalle}}
 
 
'''Ce l'hai nel culo''', espressione antichissima che sta ad indicare l’approssimarsi dell’imminente e inevitabile tragedia. La sua nascita va probabilmente ricondotta alla giocosa pratica dell’[[impalamento]], tradizionale metodo di confronto civile e risoluzione dei contrasti in uso presso numerose popolazioni del [[paleolitico]].
 
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Neppure il sopravvento della [[Ragione]] e l’instaurarsi delle monarchie illuminate poterono evitare che l’umanità continuasse a prenderlo nel culo. Perfino i pensatori più illustri dell’epoca non furono esenti da quella che sembra essere una diretta conseguenza della condizione umana: fulgido monito ne sia la rappresentazione della ''Morte di Marat'', in cui l’illustre filosofo, pugnalato a morte nella vasca da bagno, fa in tempo a scrivere «ce l’ho in culo» quale ultimo lascito spirituale alle genti (si legge benissimo, non fate gli stronzi). Fonti popolari riferiscono poi che [[Luigi_XVI_di_Francia|Luigi XVI]], nel 1793, fosse accompagnato al patibolo dall'adagio «ce l’hai in culo, monsieur le roi», che la folla scandiva eccitata al suo passaggio.
 
Interessante variazione linguistica, probabilmente dovuta all’uso del {{s|<del>genitale}}</del> [[genitivo sassone]], si deve all’ammiraglio [[Horatio Nelson|Nelson]], che commentò con un secco «ncul’a soret» la sconfitta di [[Napoleone]] sul Nilo nel 1798. Lo stesso Bonaparte, d’altro canto, fece riscorso alla locuzione ammirando il paesaggio al momento del suo sbarco sull’isola di S. Elena.
 
Anche in quest’epoca l’espressione ebbe vasta eco nel mondo letterario. Impossibile dimenticare lo straziante ''"O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché lo metti in culo ai figli tuoi?"'' con cui [[Leopardi]] espresse il proprio sconforto dopo aver beccato [[A_Silvia|Silvia]] che si rimembrava lo stalliere. O, ancora, pare che nella prima versione del [[Manzoni|manzoniano]] Fermo e Lucia, il povero [[Don Abbondio]] mormorasse «ecco, ce l’ho in culo» alla vista dei due minacciosi '''bravi''' che gli sbarravano il cammino.
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== Note ==
 
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{{Portali|Filosofia}}