Black (videogioco): differenze tra le versioni

(Finito! In una sola giornata! Che impeto!)
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'''*L'interrogatore sbadiglia, rilasciando una nube nucleare tossica che stermina qualsiasi forma di vita senziente nel raggio di chilometri e chilometri. Kellar, per [[demenza senile|ovvie ragioni]], ne è immune e pertanto prosegue il suo racconto nuotando nel fumo, tanto si è fatto denso.*'''
 
"''Il grosso era fatto, ora bisognava danneggiare lale fornaci. Io mi limitai a dare ordini, dal momento che ero in pausa-sigaretta e quindi non avevo voglia di fare un cazzo. Un mio sottoposto si lamentò della mia condotta, ma quando gli alitai in faccia uccidendolo con un cancro fulminante ai polmoni, nessun altro osò più fiatare. Piazzate e fatte detonare le cariche, mi accesi un'altra sigaretta sulle lamiere ancora roventi, mentre il vento disperse il fumo e avvelenò quella città che poi prenderà il nome di [[Chernobyl]]. Il governo infine provvederà a insabbiare tutto con una storia di una centrale nucleare esplosa. Per rendere la cosa più credibile, dato che lì non c'era nessuna centrale, hanno provveduto a costruirla e farla esplodere appositamente! Dal centro di comando mi informarono che un pericoloso criminale si riteneva si nascondesse in un manicomio lì vicino: mi avvisarono di recarmici, ma non prima di aver sciolto la squadra. Io ubbidii e li sciolsi nelle vasche di acciaio fuso dell complesso, quindi mi diressi da solo all'obiettivo successivo.''" fa Jack con tono sicuro, prima di starnutire scrostando la vernice dal muro di fronte.
 
'''*Il racconto s'incupisce. La tensione diventa palpabile, come il fumo che ormai esce dalle bocche dei due protagonisti come se fossero ciminiere.*'''
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'''*Jack decide di prendersi una {{Citnec|boccata d'aria pulita|e=mai citazione fu più necessaria}}, perciò con una spada squarcia la nube di fumo davanti a lui per uscire. Purtroppo la diffirenza di pressione atmosferica tra il dentro e il fuori genera un'esplosione non appena la porta si apre. L'agente della CIA gli ordina di ritornare al suo posto e riprendere la storia dove si era interrotto.*'''
 
"''Risolto il problema del manicomio, mi dissero che il mio bersaglio si era spostato in un porto e che per stanarlo mi avrebbero fornito due nuove squadre di supporto, con tanto di maschere anti-gas onde evitare altre perdite per causa mia. Purtroppo, durante la perlustrazione del porto, fummo costretti a divercidividerci e la mia squadra venne così brutalmente massacrata dai nemici. Quando trovammo i loro corpi esanime, capii che non c'era più niente da fare: nessuno di loro avrebbe più potuto pagarmi le sigarette che gli avevo offerto! Preso da un misto di collera e disperazione, mi diressi al Gulag di Spetriniv o come cazzo si chiama, ma per raggiungerlo dovevo passare per il ponte di Graznei... Comprai la cartina da un tabaccaio e la mappa da un libraio in zona, quindi mi avviai per la mia strada; dicendo a me stesso che gliel'avrei fatta pagare. Sì, gliel'avrei fatta pagare fino all'ultima sigaretta...''" dice Kellar con tono eroico-tragico, ancora in lacrime al ricordo di aver perso tutte quelle sigarette. Si asciuga le lacrime con un filtro di una cicca e ricomincia a narrare come un menestrello strafatto di coca.
 
'''*L'ispettore è preso dal racconto del sospettato, ed entrambi sono così assuefatti dal fumo che si abbracciano neanche fossero due sbronzi che cercando di tenersi in piedi a vicenda. La storia prosegue tra uno sbuffo atomico e uno sbadiglio cancerogeno, mentre il mondo fuori precipita nel buio perenne causa l'offuscamento del Sole operato dalle nubi di fumo.*'''
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'''*L'ispettore si accende un'altra sigaretta ancora, ma, avendo finito i posti dove metterla, è costretto a fumarla con l'[[ano]]. Intanto Kellar prosegue il suo racconto, ma la sua voce si perde nella nebbia fitta del fumo e le squadre SWAT mandate al suo interno a cercarlo non fanno più ritorno.*'''
 
"''Arrivai al Gulag con mezz'ora di ritirdoritardo: avevo sbagliato strada perché avevo fatto confusione coi nomi...''" Jack si asciuga il sudore dalla fronte con una mano, scoprendo che in realtà quello è fumo ipercondensato, poi prosegue: "''Tutto stava nel perlustrare gli edifici, ormai non poteva più scapparmi, quel bastardo... Entrai senza andare per il sottile, facendo cioè saltare in aria tutto ciò che mi saltava all'occhio. Ho persino litigato con un tizio in uniforme prima di capire che era il mio riflesso in una pozzaghera! A ogni modo, sfondata l'entrata con un bazooka, la resitenza nel complesso fu strenua, ma non bastò a fermarmi. Ero ormai all'ultima stanza, non mi rimaneva nessun altro posto da perquisire: doveva essere per forza lì!''"
 
'''*L'ispettore decide infine di aprire la finestra per far uscire tutto il fumo e poter finalmente identificare Kellar, ma ciononostante di lui nessuna traccia. La sua voce però è distintamente udibile tra le bestemmie dei detective incaricati di cercarlo.*'''
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