Il Barese è colui che vive a Bari. Il teorema del barese ne da una perfetta descrizione

Classico Esempio Di Barese


Teorema Del Barese

Si può dimostrare che il vero barese:

  • Beve solo ed esclusivamente Peroni da tre quarti, e lotta contro la diffusione della Dreghèr da 33 o della Raffo tarantina
  • ricorda gran parte dei giochi di carte locali: famosissimo il tressette a perdere con la birra e la passatella(anche questa con la birra).
  • Sa cosa significa stare " a 'iurm"(in un gioco di carte con annessa birra non poter bere a causa del regolamento di gioco).

di solito effettuata nei dopolavoro che costellano la città.

  • Ha mangiato almeno una volta i frutti di mare sul porto, contrastando la concorrenza sleale della costa di San Giorgio
    • Corollario 1: All'estero, ha gridato almeno in un ristorante la mitica frase "Giovane, spacchi due cozze".
    • Corollario 2: Almeno una volta nella vita è finito in ospedale per il tifo, e gli stadi non c'entrano nulla.
 
Classico esempio di due Baresi (Franco e Giuseppe)
  • ricorda il San Nicola come un simpatico luogo di ritrovo per scambisti piuttosto che come stadio.
  • Preferirebbe 30 anni di carcere piuttosto che leggere un libro di Raffaele Nigro.
  • molti di loro vogliono andarsene, perchè la città non offre la libertà, ma nel complesso qualcosa di simile al Quartiere Libertà (chi è di Bari lo sa).
  • Riconosce come sport olimpico il Gioco della birra, anche se gli tocca fare il sott.
  • Si riconosce dai gadgets della auto: santino di Padre Pio, sciarpa del Bari e stemma della società accanto alla targa
  • Comunque e dovunque "meglio Polmone che Leccese"
  • Da '90 al '95 ha fatto almeno un abbonamento al San Nicola (lo stadio di Bari).
  • Ha le maglie di Igor Protti, David Platt, Joao Paulo e Guerrero, mitiche stelle del Bari.
  • Se di sesso femminile, ha partecipato almeno una volta alla nottata delle zitelle nella Basilica di San Nicola.
  • Consuma abitualmente, o lo ha fatto perlomeno una volta, sgagliozze e popizze. Altrimenti le vende.
  • Conosce a memorie tutte le canzoni di Toti & Tata e le trame delle loro sit com.
  • Ha visto con commossa partecipazione tutte le puntate de "Le Battagliere".
  • Ha come profeta Gianni Ciardo, e scambia i suoi detti (sopra alla nonna o abbasso alla commare?) per il Bignami.
  • Ha fatto almeno un bagno a Pane e Pomodoro, contraendo in un sol colpo ebola, malaria e febbre gialla, ma soprattutto affrontando l'impresa con la stessa fermezza con cui un induista fa le abduzioni nel Gange.
  • Compra la Gazzetta del Mezzogiorno, ma la usa solo per foderare la cuccia del cane o la gabbia del canarino.
  • A distanza di decenni è ancora convinto che Business e Gazzetta Affari servano a tappezzare la macchina quando ci si infratta.
  • Usa passare la domenica mattina dilettandosi nella sacra arte dell'arricciamento del polpo.
  • Consuma periodicamente panini alla chitemmurt o chitestramurt dai panemmerda, o i panzerotti al cofano.
  • Riconosce come piatto nazionale le orecchiette alle cime di rapa, che consuma almeno una volta a settimana.
  • Ha assistito almeno una volta ad uno scippo a Bari vecchia.
  • E' stato sfiorato più di una volta dal pensiero di comprare un appartamento a Punta Perotti.
  • Aspetta il momento giusto per dire al figlio: ti devo imbarare e ti devo perdere...
  • Se ti ti presenti a lui col solito "Piacere, Nicola" ti senti rispondere "Questa è la mano e questa è la ciola"
  • Conosce una sola certezza: La mort d'u pulp è la chpodd.
  • Quando segna a calcetto, costringe la sua squadra ad esultare col trenino.
  • Conosce la Questura in quanto palazzo del piazzale di Battiti live. Se un po' più elevato, lo conosce in quanto palazzo accanto al parcheggio del Piccinni.
  • Se un inglese gli scrive Kiss so love me, si guarda intorno per capire chi si e' fottuto le uova dell'inglese.
  • Può vantarsi di aver indossato negli anni '90 la mitica tuta acetata.
  • Parcheggia in seconda fila ANCHE con la bici.
  • Se gli nomini il Bari, ti dice senza pensarci due volte che allo stadio non ci mette piu' piede fino a quando c'e' Matarrese, anzi magari ce ne andiamo in serie C
  • Se va all'estero (cioè fuori da bari), tramanda la nota tradizione del lancio dei tappi di Peroni appena stappati
  • Sa stappare le Peroni con: denti, forchetta, accendino. Solo i profani sanno però aprire una bottiglia di Peroni con un altra bottiglia di Peroni...ovviamente da tre quarti.
  • E' l'unico a conoscere cosa sia un taratuffo o una merosqua o il famosissimo "pesce birra"(specie rarissima e originaria della zona portuale cittadina, capace di galleggiare a mezz'acqua).
  • Conosce a memoria tutti gli scherzi telefonici fatti dal Signor Cacace.
  • vuole a tutti i costi, o perlomeno desidera ardentemente, che Emilio Solfrizzi torni a fare programmi in dialetto barese, o che per lo meno si decida a fare un altro disco degli Oesais, magari una versione remixata per i giovani truzzi baresi.
    • Corollario: ha almeno una volta imitato tali scherzi prendendo a caso un numero telefonico dall'elenco che si avvicinasse alla voce Guardavaccaro

Poesia sul polpo barese

La malasort du pulp bares

M-menz a tutte l'anmàl ca stonn ò munn stè iun ca ìind a 'mmar, affùnn affùnn, pass la vit sò ìind a nu mod stran, dìscene ca iè fess e ca mà advènd anziàn...

... U pulp! Tìnere d'cor, d'la pelòs se iè 'nnamràt e stu fatt, sop alla terr, tand s'ha sputtanàt, ca p'pizzcàu nan ge vol tand esperiènz, avàst nu spaghe, nu stezz d' plòs e la pascènz.

La chedd d'ù pulp, allòr, iè na vit amàr, ma ù chiù sfortunàt iè cudd ca nàsce Bàr: la vita sò, iè normàl, all'ald vann d' la terr, ma dò p' ìidde iè na traggèdiìe, iè pèsce d' na uèrr.

Appèn ven pizzcàt, accòm ved la prima lùsce, all'anvàm nu muèzzche n-gàp, angòr se ne fùsce; e minz stirdsciùt, p'ù dolòr e p'ù sckànd, ìind a nudd se send terà tutt l'ndràm.

Non fàsce attìmb a penzà: "Ma cuss iè matt?"... Ca ù Barès ù auànd e ù acchemmènz a sbatt che tutt la forz e le nirv sop alle chiangùn, le cirr s'arrzzèscene e ièss tanda sckùm.

La tortùr non ha fernùt, ù Barès insìst e fort scheduèsce ù pulp ìind ò canìstr: cert, p'tutt asìst la nascìt, la vit e la mort, ma chedd d'ù pulp barès iè na vera malasòrt!

Traduzione in italiano

La malasorte del polpo barese

Fra tutti gli animali che esistono al mondo ce n'è uno che, nel mare più profondo, vive la sua vita in un modo strano, dicono sia un ingenuo e che mai diventi anziano.

...Il polpo, tenero di cuore, e del granchio, innamorato sulla terra, questo, è tanto conosciuto, che, per pescarlo, non occorre tanta esperienza: basta uno spago, un pezzo di granchio e la pazienza.

Quella del polpo è, allora, una vita amara, ma il più sfortunato è quello che nasce a Bari: la sua vita è normale, nel resto della terra, ma qui, per lui, è peggio di una guerra!

Appena viene pescato e vede la prima luce, subito un morso in testa, perchè non scappi via; e, mezzo stordito dal dolore e dallo spavento, in un attimo si sente già svuotare il ventre.

Non fa in tempo a pensare: -Ma questo è matto!- Che il Barese lo afferra e comincia a sbatterlo con tutta la forza e i nervi, sugli scogli, i tentacoli si arricciano e fanno tanta schiuma.

La tortura non è finita, il Barese insiste, e con forza muove il polpo dentro un cesto; certo, per tutti esistono la nascita, la vita e la morte, ma quella del polpo barese è una vera malasorte!