Avocado del diavolo: differenze tra le versioni

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Satana raccolse l'avocado più grande che trovò, lo spolpò e piscio sul seme. Poi, sempre bestemmiando, scagliò il seme nel terreno, conficcando così in fondo che questi germoglio fuori dal tetto di una caverna, crescendo a testa in giù.
Satana raccolse l'avocado più grande che trovò, lo spolpò e piscio sul seme. Poi, sempre bestemmiando, scagliò il seme nel terreno, conficcando così in fondo che questi germoglio fuori dal tetto di una caverna, crescendo a testa in giù. Dopo tot giorni l'albero pendeva già per sei metri, e dopo altri tot giorni comparvero alcuni frutti, ''gli avocadi dei diavolo!'' (WOW ho detto il titolo dell'articolo!). Ogni sabato, Satana raccoglieva tredici avocadi e andava a mescolarli tra gli avocadi che stavano nelle bancarelle degli avocadari, e ogni domenica qualche guatemalese si alzava dal letto e violava tutti e dieci i comandamenti. Dopo qualche settimana il Diavolo si stancò di quel gioco, e per un po' visse oziosamente nell'isola di Santo Domingo divertendosi a diffondere l'omosessualità tra i bucanieri. E però nei guatemalesi rimane ancora la paura dell'avocado del diavolo, e da allora il sabato mangiano solo papaya.


== Descrizione ==
== Descrizione ==

Versione delle 07:06, 28 ott 2015

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Un frutto maturo e pronto a mietere anime.

L'avocado del diavolo è un leggendario frutto che pare sia stato coltivato nientepopodimeno che da Satana in persona.

Storia

Correva l'anno millecinquecentodùe di Nostro Signore, e quel pelandrone di Satana non usciva dal suo appartamento di Parigi da circa dieci anni. Un giorno uscì per sgranchirsi le corna e, ascoltando casualmente un giovane strillone malato di scabbia, venne a conoscenza della scoperta dell'America, quando questi annunciò:

« Il papa concede la carne di capibara di venerdì! Le navi dalle Indie arrivano piene di roditori! »

Il vecchio diavolo si uncuriosì, e quando scoprì che gli spagnoli stavano già facendo opera di evangelizzazione presso gli indios si disse che non poteva permettere una tale disgrazia. Quello stesso giorno si teletrasportò a El Puerto de Santa Marìa, bestemmiò e s'imbarco per il nuovo continente. Dopo qualche mese la sua nave si bagnò con le acque dei Caraibi, e lì Satana passò un certo periodo praticando la pirateria sottoforma di pappagallo. Era il millecinquecendotrè quando il capitano del bastimento su cui viaggiava, ubriaco marcio, andò a sbattere con tutta la nave contro uno scoglio comparso all'improvviso dall'acqua. Così quel povero diavolo dovette svolazzare fino a riva, e atterrò sulle coste del Guatemala. Su quelle spiagge gli apparve Gesù Cristo in persona, che gli disse:

« Ah ah! Bello scherzo, eh? »

E puff! scomparve. Satana, dopo aver pestato un po' di sabbia per sfogare la rabbia, riprese il suo sembiante umano molto sexy e vagò per alcune settimane in mezzo alle foreste equatoriali, più fitte della barba del suo nemico. A quei tempi egli seguiva la dieta vegetariana, quindi era ben contento di avere l'occasione di assaggiare tutte le gran varietà di frutti di cui aveva sentito parlare. Purtroppo per lui, qualche settimana prima quella foresta era stata invasa dalle cavallette giganti (guarda caso) e l'unico frutto rimasto sugli alberi era un misterioso coso verde e ruvido, somigliante ad un testicolo di Hulk: era l'avocado. Come ben si sa, codesto frutto ha il gusto del nulla. Ciò fece imbestialire Satana, che lo reputò un altro scherzo di Dio, e così bestemmiò con la bocca tutta impastata di polpa e pianificò di vendicarsi.

« Ah! ignobile padre! Vuoi ammorbarmi con questo malsano frutto? Bene, io userò lo stesso per ammorbare gli esseri umani! AHAHAH!!! »

Dio non gli rispose, ma tra sé e sé disse:

« E 'sti cazzi... »

Satana raccolse l'avocado più grande che trovò, lo spolpò e piscio sul seme. Poi, sempre bestemmiando, scagliò il seme nel terreno, conficcando così in fondo che questi germoglio fuori dal tetto di una caverna, crescendo a testa in giù. Dopo tot giorni l'albero pendeva già per sei metri, e dopo altri tot giorni comparvero alcuni frutti, gli avocadi dei diavolo! (WOW ho detto il titolo dell'articolo!). Ogni sabato, Satana raccoglieva tredici avocadi e andava a mescolarli tra gli avocadi che stavano nelle bancarelle degli avocadari, e ogni domenica qualche guatemalese si alzava dal letto e violava tutti e dieci i comandamenti. Dopo qualche settimana il Diavolo si stancò di quel gioco, e per un po' visse oziosamente nell'isola di Santo Domingo divertendosi a diffondere l'omosessualità tra i bucanieri. E però nei guatemalesi rimane ancora la paura dell'avocado del diavolo, e da allora il sabato mangiano solo papaya.

Descrizione

Ricette

Voci correlate