Autovelox: differenze tra le versioni

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L'invenzione dell'autovelox è attribuita a [[Stefano Ricucci]] nel [[1978]]. All'epoca infatti il [[furbetti del quartierino|pirlotto del quartierino]] necessitava di consistente [[soldi|liquidità]] in breve tempo per poter compiere la scalata al vertice della [[Biscotti cuor di merda|Biscotti cuor di merda S.p.A.]], ma in pieni anni di piombo riteneva troppo rischioso esporsi personalmente con le classiche rapine nelle gioiellerie. Tale convinzione maturò soprattutto dopo che durante una spaccata per stroncare la resistenza del gestore si era visto costretto ad usare la [[pistola]]. Dovette infatti scagliargli addosso l’arma e scappare prima dell’arrivo delle [[polizia|forze dell’ordine]], il che tuttavia non gli impedì di dileguarsi col ricco bottino di un portaombrelli e una maniglia di ottone.
 
[[Immagine:AsciugaCapelli.jpg|150px|left|thumb|Il primo prototipo aidi autovelox creato da Ricucci]]
Tentò quindi di guadagnare facile senza sporcarsi le mani entrando nel settore delle [[truffa|truffe]], ma anche in questo ebbe scarso successo: aveva infatti cominciato a vendere occhiali per [[cieco|ciechi]] sprovvisti di lenti, ma anche stavolta gli affari cominciarono ad andar male dopo che [[qualcuno]] sparse la voce che si trattava solo di una montatura. Provò anche a fondare con [[Wanna Marchi]] una società per esportare prodotti per il dimagrimento, ma appena qualche anno dopo si accorse che l’[[Etiopia]] non era il più proficuo dei mercati. Analogo insuccesso lo ebbe poi con la vendita dei [[preservativo|preservativi]] approvati ufficialmente dal [[Vaticano]], del tutto uguali a quelli standard tranne per il buco sulla punta e per il costo 5 volte maggiore.
 
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