Archeologia: differenze tra le versioni

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'''L’archeologia''' è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro tecniche di fornicazione e inculamento, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce che hanno lasciato (manufatti, resti biologici, manuali, foto erotiche, film porno ecc..).
'''L’archeologia''' è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro tecniche di fornicazione e inculamento, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce che hanno lasciato (manufatti, resti biologici, manuali, foto erotiche, film porno ecc..).

Versione delle 00:28, 17 ago 2008

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« Il segreto della felicità è la figa, e il segreto della figa sta nel coraggio di prenderla »
(Tucidide)
« L’archeologia è quella scienza con la quale e senza la quale si campa tale e quale »
(Johann Joachim Winckelmann)

L’archeologia è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro tecniche di fornicazione e inculamento, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce che hanno lasciato (manufatti, resti biologici, manuali, foto erotiche, film porno ecc..).

La facoltà di Archeologia è la scelta universitaria più gettonata da chi ha frequentato un liceo classico, infatti, sotto l’effetto di droghe credono di poter diventare Indiana Jones, ma svanito l’effetto della sostanza allucinogena, finiscono a chiedere l’elemosina presso la stazione. C’è da dire comunque che recenti studi hanno dimostrato che appendendo al collo il cartello Sono un archeologo si ottengono più soldi rispetto al cartello con la scritta Ho fame, quindi è una carriera che ammettendo discreti guadagni ricompensa chi per anni ha faticato e studiato. (Ai giorni nostri non è poco!!).


Un po’ di Storia

Il termine archeologia era già utilizzato dagli storici antichi, lo storico greco Tucidide, grande studioso che ha lasciato in vari campi massime di grandissimo interesse filosofico-psicologico, utilizza il termine per indicare il tempo che si perdeva parlando per ore su cose accadute secoli prima e che nessuno sapeva, i Cari avrebbero abitato in passato le isole dell'Egeo, lo studioso che doveva dare ripetizioni a Brigitte Bardò e doveva andare dal medico, affermò Ma a chi cazzo frega di questi Cari, diventando così il primo a proclamare l’utilità dell’archeologia. A partire dall'Umanesimo e dal suo interesse per il passato classico, o meglio per i modelli che erano riprodotti nelle sculture con gli attributi extra large (dal latino arcaico troppo grossi), si sviluppò un collezionismo di statue antiche. Tuttavia queste non erano ancora utilizzate per giochi, ma erano visti più come gadget, dato che ci si basava quasi esclusivamente sulle fonti scritte, quali fumetti porno, murales, fotoromanzi, ecc.. Il primo studioso che tratto in maniera più scientifica la materia, ritenuto per questo l'iniziatore degli studi archeologici moderni fu Johann Joachim Winckelmann, culattone e ninfomane tedesco, che nel 1764 pubblicò la sua Geschichte der Kunst des Altertums (in italiano Le arti del Kamasutra presso le Geishe), cominciò a fare un po’ di chiarezza sulle pratiche orgiastiche utilizzate dagli antichi, e chiarì anche la funzione e il significato stesso dell’archeologia. Dopo le scoperte di Pompei e di Ercolano, dove dai primi ritrovamenti lo studioso vide emergere cumuli di mondezza che i romani avevano ricoperto per risolvere il problema, dato che non era stato possibile la costruzione dell’Inceneretum proposto dal console Robertus Silvius Finum a causa delle proteste dei cittadini, fu trovato l’affresco del Lupanare, che illuminò lo studioso il quale capì il significato dell’archeologia e rivolse la sua attenzione ad altre scoperte, culminante nella più rilevante, ''Troia'', anche se all’inizio si trattava di sterri allo scopo di scoprire la vera attività trainante della cittadella fortificata. Proseguendo su questa linea di ricerca cominciò ad interessarsi all’epoca medioevale, curioso delle tecniche di impalazione e sodomizzazione usate dai cavalieri medievali, ma risoluto nel conoscere anche le tecniche di gratitudine usate dalle dame, infatti, pubblicò il famoso trattato Alle dame del castello piace tanto fare quello, con il quale arrivò alla stessa conclusione del Tucidide. E riuscì a tracciare la storia delle tecniche d’inculamento dall’età antica alla scoperta dell’America. Con l’avvento della tecnologia e quindi con uno studio più approfondito della materia si arrivò, negli anni ’60, alla cosiddetta archeologia processuale, la quale si sviluppò in particolare negli Stati Uniti per merito della senatrice Merlin, che ambiva a collocare l'archeologia tra le scienze esatte attraverso l'elaborazione di un metodo nuovo, che partendo da ipotesi teoriche arrivasse a verificarle grazie a metodi scientifici quale l’inchiappettamento. Si criticava la tendenza degli archeologi tradizionali a limitarsi alla pura e semplice fantasia con pratiche fai da te come i manu-fatti, ma senza una riflessione metodologica o una considerazione sugli effetti conseguenti a tale pratica.