Andrea Palladio: differenze tra le versioni

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{{quote|Ecco perchè negli ultimi cinque anni i miei genitori non si sono mai alzati dal letto!|}}
 
Andrea non si lasciò abbattere dall'abbandono, e anzi sfoderò un coraggio e uno spirito di iniziativa tipico solo degli [[Fabrizio Quattrocchi|eroi]] e degli [[Fabrizio Quattrocchi|imbecilli]]. E Andrea non è mai stato un tipo eroico.<br />Il giovane si trasferì a Vicenza presso la bottega dei '''Pedemuro''', noti costruttori [[pederasta]]: qui sperava di far fortuna nel fiorente settore edilizio, ma per [[Vomito|motivi inspiegabili]] le sue innovative [[Casa|abitazioni]] realizzate in guano di [[piccione]] non ottennero [[mai]] il consenso dei committenti.<br />Sempre nella città berica gli capitò tuttavia un'insperata botta di culo: mentre si trovava fermo in mezzo alla strada a contarsi le dita dei piedi e a progettare un palazzo costruito interamente in [[chewingum]], Andrea venne investito dalla carrozza di '''Gian Giorgio''' "Giangy" '''Trissino''', pluripremiato [[Intellettuale|letterato]], voyeur e talentscout locale.<br />Il giovane riportò fratture scomposte a tutte le ossa e danni ai più svariati organi interni, rimanendo in fin di vita per settimane; gli andò però di lusso perchè Trissino, temendo un possibile scandalo e una denuncia per omissione di soccorso, insabbiò il caso ospitando e curando Andrea nella sua [[Capitalista|umile magione da sei milioni al metro quadro]].<br />[[Immagine:Gian Giorgio Trissino.jpg|300px|left|thumb|Gian Giorgio Trissino mostra con orgoglio una copia di ''[[Harry Potter]] e l'Ordine della Fenice'' autografata da [[J.K. Rowling]].]]Qui Andrea si rimise e accrebbe la sua preparazione artistica: sotto la guida del Trissino imparò infatti a contare senza l'ausilio delle dita, a progettare gli spazi funzionali [[Cazzo di cane|in modo rigoroso e simmetrico]], a disegnare in scala senza sbavature e senza rovesciare a terra le boccette di china e a [[Guerrino Maculan|cucinare un baccalà alla vicentina da leccarsi i baffi]]. Trissino fu così colpito dall'innato talento e dagli [[Cosa avrà voluto dire?|addominali scolpiti]] del suo allievo che arrivò a soprannominarlo col nome con cui tutti lo conosciamo: ''Andrea Palladio'', cioè "''Figlio bastardo di [[Minerva|Pallade Atena]], dea protettrice della sapienza e dei [[Chi vuol essere milionario|quiz televisivi di cultura generale]]''".<br />Gli affidò addirittura la direzione dei lavori di ristrutturazione di un vecchio palazzetto di sua proprietà caduto in disuso e abitato solo da topi, scarafaggi e [[avvocato|avvocati tirocinanti]]. Palladio nel giro di mezza giornata costruì una loggia a doppie arcate e due imponenti torrette ai lati, impiantò uno splendido giardino pensile arricchito da una raffinata fontana, diede una mano di bianco alle pareti, tagliò le siepi, sfrattò gli avvocati molesti a suon di scudisciate sulla schiena e organizzò una dimostrazione di [[Merda|prodotti cosmetici]] nel salotto assiemaassieme a tutte le [[Giovane casalinga|casalinghe]] del quartiere. Fu un successo straordinario.<br />Da lì in poi la sua carriera come architetto e [[dog-sitter]] (ma solo nel fine settimana) subì una brusca impennata: nel giro di pochi anni Andrea divenne richiestissimo e realizzò un sacco di edifici <s>perlopiù abusivi</s> avvalendosi della collaborazione dell'allievo prediletto '''Vincenzo Scamozzi''' (di cui storpiava affettuosamente il cognome in ''Scamorzi'' o ''Scaccabarozzi'', con [[Omicidio|grande riconoscenza]] da parte dell'interessato).<br />Il suo nome era così conosciuto in [[Veneto]], che appena un nobile voleva farsi erigere una villa o una cappella di famiglia, subito contattava Palladio.<br />Appena una nobildonna voleva sapere se il tappeto che aveva visto al mercato si sarebbe intonato o no con il colore del divano, subito contattava Palladio.<br />Appena qualcuno voleva sapere se il quadro che aveva appena appeso al muro era diritto oppure no, subito contattava Palladio.
[[Immagine:Idiota villa Palladio.jpg|thumb|310px|Vincenzo Scamozzi ammira con venerazione il capolavoro del suo maestro.]]
Ben presto l'architetto si ritrovò oberato di lavoro, e per evitare una crisi di nervi si prese un periodo di pausa e nel 1554 si recò in vacanza a [[Roma]], dove nessuno lo conosceva.<br />Nella capitale venne scippato come un [[Mike il pollo|pollo]] da una banda di ragazzini [[Zingaro|zingari]]. Una volta accortosi del furto subito Palladio si lanciò in tonanti [[Bestemmia|bestemmie]], le quali attirarono una pattuglia di [[carabinieri]] che, complice anche il suo marcato e incomprensibile accento veneto, lo arrestarono per schiamazzi e disturbo della quiete pubblica. Quando l'equivoco venne chiarito lo stremato Palladio era stato sottoposto a un crudele interrogatorio e aveva confessato abbastanza crimini per passare in gattabuia altre tredici vite. Fortunatamente il questore '''Daniele Barbaro''' capì che quello era l'illustre architetto vicentino e lo fece liberare proprio mentre gli altri detenuti stavano tentando di impiccarlo con un [[Guida galattica per autostoppisti|asciugamano]].<br />Tra Palladio e il questore, che oltre al manganellare i civili durante i sit-in di protesta aveva anche l'hobby dell'architettura antica, nacque <s>l'amore</s> una forte amicizia. Insieme i due diedero alla luce ''I quattro libri dell'architettura- Modelli architettonici illustrati da colorare'', una serie di albi pedagogici per bambini che consacrarono Palladio come idolo di grandi e piccini.<br />
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