Vedo nudo

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Qualora tu non abbia la più pallida idea su ciò di cui si parla in questa voce, dovresti fare un salto qui.


Vedo nudo è sponsorizzato da Nonciclopedia.
« Funziona davvero! Vedo nudo! »
(Dino Risi indossa gli occhialini de L'Intrepido)
« Dino, hanno incollato delle donne nude sulle lenti... »
(Aiuto regista cerca di spiegargli la dura realtà)
« Vedo nudo nero! »
(L'originale e fantasioso Adelmo Fornaciari racconta di non aver mai visto questo film)
« Non lo conosco »
(MyMovies su Vedo nudo)

Vedo nudo è un film di Dino Risi del '69. No, sciocchini, non è una posizione erotica, ma l'anno di produzione. Anche se in effetti parla di sesso. Uhmm...
La pellicola vanta un cast vastissimo composto da: Nino Manfredi, Nino Manfredi, Manfredi Nino, Manfredino e uno sconosciuto Saturnino Manfredi.
Il film, diviso in sette episodi, prende nome dal suo ultimo episodio, che a sua volta prende nome dalla succitata esclamazione che Dino Risi fece quando inforcò i famosi occhialini de L'Intrepido. Tentarono di spiegargli che in realtà c'erano incollate le donnine nude sulle lenti, ma il Maestro non cedette e trovò l'ispirazione per creare questo film, capolavoro del porno soft italiano, nonché fonte di ispirazione per almeno 15 anni di film con Lino Banfi ed Edwige Fenech (soprattutto l'ultimo episodio).

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria.

Grazie a questi occhiali, progettati da Dino Risi in persona, potrete godere appieno della visione del film.

La diva

Sylva Koscina, nell'interpretazione di Sylva Koscina, trova un ferito grave mentre col Maserati due porte bighellona in campagna. Lo porta subito nella clinica più vicina, dove uno staff di professionisti, tra i quali per l'eccezione Nino Manfredi, si premura di offrire le migliori cure a Sylva Koscina, mentre tutti tentano di spogliarla, per la loro gioia, ma soprattutto per quella del ferito.

Udienza a porte chiuse

In un'aula di tribunale un uomo, interpretato da Nino Manfredi, accusa una gallina di violenza sessuale e tentata rapina, mentre la gallina si difende affermando la propria innocenza ed illibatezza. Alla fine, dopo tre gradi di giudizio e 9 anni di processi, la Corte di Cassazione stabilisce che la gallina debba 5 milioni di risarcimento per violenza sessuale e procurate lesioni e la condanna altresì a 500 ore di servizi sociali.

Ornella

Si affaccia un nuovo attore: Nino Manfredi. È un impiegato delle poste che rifiuta le avances di Miss Francobollo e Miss Raccomandata. La realtà, però, è più complessa. L'uomo infatti, spacciandosi per donna nell'annuncio di una rivista ha preso gusto a fingersi una lei, pertanto in casa sfoggia abiti femminili. E di notte è una professionista dell'underground romano, col nome di Ornella. Quando il suo corrispondente, noto sex symbol italico travestito da impiegato, si reca a Roma lui/lei tenta di nascondergli la sua doppia vita, ma cede alla vista di cinquemila lire ed un preservativo.

Guardone

Un altro interprete, Nino Manfredi questa volta, con la sua ottima vista scorge una donna che si sta spogliando nel palazzo di fronte. Essa sparisce, ma poi ricompare sotto forma di culo. Dopo 45 minuti di osservazione si accorge che la donna non solo non si muove, ma compie i suoi stessi gesti. E scopre di aver fantasticato sul suo stesso sedere. Per la gioia di tutti i maniaci presenti in sala.

L'ultima vergine

Questa volta non c'è Nino Manfredi ad interpretare un personaggio: infatti ne interpreta due. Nella metropoli spoletina si aggira un maniaco assassino e perversuto, a cui l'ultima vittima sfuggì concedendoglisi[1]. Una donna, terrorizzata alla vista di Nino Manfredi, si chiude in casa. L'indomani, mentre aspetta il latte, un tecnico della SIP, eccezionalmente Nino Manfredi, armato di cavi, taglierino e accento abruzzese le penetra in casa. Preoccupata dalla penetrazione la donna riconosce in lui il maniaco e si concede alla penetrazione. Nell'orgia di latte e gettoni telefonici la donna progetta insieme al maniaco una fuga in Tunisia. Partiti, il giorno dopo scopre che il maniaco è stato catturato.

Motrice mia!

Un uomo sposato, stavolta interpretato da Nino Manfredi, si appresta a vedere la sua amante, di fronte allo sconcerto della moglie[2], mentre chiede gli orari dei treni. Durante una serie di joyciane elucubrazioni mentali si scopre che l'uomo, che ne ha provate tante come Rocco Siffredi, trae piacere dal farsi attraversare da potenti motrici lanciate a piena velocità, dimostrando così la sua virilità nell'immaginarsi penetrato da enormi e potenti oggetti oblunghi.

Vedo nudo

Nino Manfredi, per la prima volta sullo schermo, è un pubblicitario nonché cosplayer di Hugh Hefner. Una sera compra L'Intrepido con l'inserto: i famosi occhialini. Convinto di vedere donne nude dappertutto si fa ricoverare in una clinica svizzera, dove gli occhiali gli vengono requisiti. Convinto di essere guarito grazie alle cure torna al lavoro, ma i suoi colleghi lo gabbano, sostituendo le foto di nudi femminili sugli occhiali con foto di nudi maschili. E si ricomincia...

La trama è finita, leggete in pace.


Premi

Il film ha vinto il Palmo d'oro al Festival delle Cinque Dita a Manatì, la Coppa Pane&Volpi in 5 set e 6 ore e 48 di gioco ed il David di Michelangelo come "Miglior Film di Dino Risi riguardante il Sesso e i Cambiamenti di Costume del 1969" nel 1969. Nello stesso anno Nino Manfredi ha vinto il premio come "Miglior Attore in un Film di Dino Risi Diviso in Sette Episodi con lo Stesso Attore". Il film è entrato nella Hall of Fame della FAO nel 2008.

Note

  1. ^ Non guardatemi così è italiano.
  2. ^ che non è Nino Manfredi come molti staranno pensando