Vasco Núñez de Balboa

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« Eeeeeeeeeeeeeeeh... Adrianaaaaaaa! »
(Vasco Nunez de Balboa scopre l'Oceano Pacifico)

Vasco Nunez de Balboa (Jerez de los Caballeros del Mengas, 1475 - Patronato Acli, 1519), navigatore, poeta, pugile e conquistador spagnolo, dice di essere stato il primo uomo a vedere l'Oceano Pacifico, perché gli indios che stavano lì da 10000 anni secondo lui non erano dei veri esseri umani.

Nato in Spagna da un nobile cocainomane e una commessa di negozio di animali aristocratica, trascorre la giovinezza come scudiero e posacenere di Don Pedro de Porcocarrero, noto prete pederasta delle Asturie con il quale fa spesso a botte. Quindi, a venticinque anni, sua madre lo sbatte fuori di casa.

Così si imbarca sulla prima nave e va in America, dove spera che almeno non ci siano ricchioni. Arrivato a Panama, non essendoci ancora il canale si compra un cappello e torna indietro a Santo Domingo, dove va a puttane.

Qui, per vivere, incomincia a zappare la terra e ad allevare maiali, ma spendendo tutti i soldi in mignotte si copre ben presto di debiti, così che i maiali lo sbattono fuori di casa e gli strozzini lo costringono a fuggire.

Approfitta allora della partenza di alcuni traghetti per la conquista imminente dell'emisfero occidentale voluta dal re di Spagna Ferdinando II il Distolico, si nasconde in un barile di sardine col suo cane, aspetta che si parta e, dopo un paio di giorni di navigazione, viene scoperto. Quindi la prima cosa che fa una volta tirato fuori dal barile è vomitare tutte le sardine addosso al comandante, il sindaco Martin Fernandez L'Ecciso, mentre il cane lecca per terra e gli piscia sulla gamba. Costui pensa allora di spezzargli le gambe, di fargli pulire il ponte con la lingua, di fargli mangiare il cane e di abbandonarlo sulla prima isola deserta insieme ad Al Bano.

Vasco lo scongiura di non farlo, perché non sopporta gli acuti di Al Bano, così che alla fine il comandante, ritenendolo più utile come guida esperta dei luoghi, non gli infila un ago magnetizzato nel culo e lo usa come bussola umana. Da qui inizierà la fortuna di De Balboa.

Giunti in Colombia, Vasco convince L'Ecciso a fondare una nuova colonia, ma quando questo vieta ai coloni di rubare la coca ai nativi, De Balboa lo fa arrestare, guadagnandosi il rispetto dei coloni e soprattutto un sacco di droga.

Fonda così Santa Maria la Amiga de l'Erba, divenendone prima sindaco, poi governatore e infine capo-pusher. Dopo avergli fatto pulire le latrine della prigione con la lingua e averlo fatto sodomizzare dal suo cane, magnanimemente libera L'Ecciso e lo butta a mare. Nuoterà fino in Spagna.

Ora Vasco è finalmente libero di farsi i fatti suoi, comunque di farsi. Pianta il grano, pianta grane con gli indios, costretti a starlo ad ascoltare, gli ruba l'oro, prende a pugni i cannibali e fa azzannare i sodomiti dalla sua muta di doghi argentini perché odia i ricchioni. Poi si dà all'esplorazione dell'interno, ritornandone con una dozzina di bradipi morti e una colica intestinale. Infine decide di schiavizzare i suoi amici indios per la sua nuova impresa disperata: scoprire l'Oceano Pacifico.

Dapprima chiede uomini e materiale in Spagna, e gli arriva un telegramma con scritto "mierda!", allora chiede aiuti a L'Ecciso, che gli risponde invece "cabron hijo de na gran puta", quindi capisce che deve fare da solo. Arma una flotta di zattere e arriva all'istmo di Panama. È qui che sente nominare per la prima volta il "Mare del Sud":

« Ma non era l'Oceano Pacifico? »
(chiede De Balboa)
« Sì, poi sono arrivati i terroni »
(risponde il capo indio)

Ma soprattutto sente parlare i nativi di un regno favoloso al di là dell'istmo dove l'oro zampilla dalle piante, le perle escono dai porci, le donne la danno via come niente e gli spagnoli sono intelligenti. Impressionato ed eccitato, decide di partire subito, senza nemmeno chiudere il gas.

La marcia in mezzo alla jungla equatoriale panamense è qualcosa di allucinante, tanto che un ingorgo sulla Salerno-Reggio Calabria gli fa una sega. Attaccati di continuo dagli incazzosi indios, dalle zanzare e dai camorristi, scavalcano fiumi e guadano montagne, massacrano qua e là tanto per non impazzire e arrivano infine ai piedi di una discarica abusiva. Qui la guida indigena dice a Vasco che dalla cima della discarica si può vedere il mare. Allora lui fa:

« Cazzo! C'è un camorrista alle vostre spalle! »

Tutti si girano terrorizzati, e lui corre su per la discarica per arrivare primo in cima, girandosi e facendogli poi una pernacchia.

Da qui guarda avanti, e vede finalmente il mare, che ribattezza "Mare del Suv", perché è davvero grosso. De Balboa non saprà mai di aver scoperto l'Oceano Pacifico, perché così lo chiamerà Magellano dopo che lui è morto. Lui esulta e abbraccia il suo cane, gli altri lo mandano affanculo, il cappellano intona un Te Deum e i soldati tracciano con le spade delle croci sugli alberi, per segnalare dove lo ammazzeranno.

È il 25 settembre 1513, più o meno all'ora di pranzo. I conquistadores si mangiano un panino con l'iguana, gli indios li stanno a guardare e poi ridiscendono tutti dalla discarica.

Il giorno dopo, arrivano finalmente alla spiaggia. De Balboa si toglie le infradito, si tira su i pantaloni ed entra in acqua fino alle ginocchia. Poi si fa passare una bandiera della madonna, sguaina la spada e dichiara solennemente di prendere possesso dell'oceano in nome della Corona di Spagna. Sarà il primo uomo bianco a farsi urticare da una medusa del Pacifico.

Nelle settimane seguenti, Vasco fa costruire delle navi di stuzzicadenti e con queste esplora l'oceano alla ricerca del suo regno, ma scopre solo un'isola con sopra 14 ritardati mentali. Furioso, li prende a pugni come manzi in un mattatoio e gli canta un paio di canzoni sue, quindi gli ruba i braccialetti e ritorna sulla terraferma.

Al ritorno prende un'altra strada per cercare altri disabili da rapinare e per evitare gli agguati dei camorristi, finché non torna dall'altra parte dell'istmo. Fatto su tutto il bottino, torna a Santa Maria e manda a dire in Spagna che ha conquistato l'oceano ma non ha trovato un cazzo.

Sospettosi delle sue parole, arrivano dalla Spagna il nuovo governatore Pedro Arias de Aviaria, chiamato Pederastarias, e il suo caro vecchio amico L'Ecciso, che per prima cosa lo destituiscono, per seconda lo arrestano e per terza lo prendono a sberle. Ma Vasco ha la testa dura, ruba degli schiavi e delle mignotte a Cuba e cerca di partire di nuovo per l'oceano. Per questo Pederastarias lo prenderà e lo ficcherà in una gabbia di legno insieme a dei pappagalli giganti omosessuali.

Per liberarlo dai famelici uccelli, dovrà intervenire il re di Spagna in persona, che a questo punto lo nomina "Avvantaggiato del Mare del Suv e Governatore del Canale di Panama e del Bar Sport", carica fino allora inesistente. Non solo, per tenerlo tranquillo, la moglie del governatore gli fa sposare Maria la Permalosa, la figlia cozza di Pederastarias, così da fargli fare pace. Vasco è così contento di questo matrimonio che piuttosto andrà a letto col suo cane e appena può parte di nuovo per l'oceano.

Nel 1519 dunque, salpa dal porto del Patronato Acli e si spinge in mezzo all'oceano per circa 74 metri, scoprendo per primo le Isole dei Pirla, costeggiando la Costa Marrone del Darien e approdando infine a Porto Pigna, dove passa il week-end nella villa di Briatore. Presosi lo scolo, riparte con un carico di pigne e di mignotte e torna all'Acli.

Qui riceve un cablogramma del Pederastias che gli dice gentilmente di tornare a Santa Maria. Ma a metà strada incontra un certo Francisco Tamarro che prima lo riempie di tatuaggi e poi lo arresta per ordine del governatore. L'accusa è infamante: usurpazione del potere di Pederastias, creazione di un governo separato nell'oceano e collusione con Briatore.

Vasco nega che Briatore abbia degli amici, e chiede che il processo venga fatto in Spagna. In tutta risposta Pederastias gli concede che a difenderlo sia il suo cane. Il processo dura circa cinque minuti, e ovviamente de Balboa viene condannato a morte, non essendosi il cane fatto capire appieno. Con lui finiranno sul patibolo anche i suoi quattro migliori amici, e ovviamente il cane.

Pederastias : Questa è la giustizia che il Re e il suo lecc... luogotenente Pedro Arias de Aviaria impongono a questi uomini, traditori e usurpatori dei territori della Corona
De Balboa : Bugie! Bugie! Non ho mai commesso questi crimini, ho sempre servito il re lealmente e per incrementare i suoi domini

Sdraiato su un'amaca con a fianco una puttana, Pederastias assiste così all'esecuzione di de Balboa, dei suoi quattro compagni e del suo cane. Ma Vasco si dimostra una testa dura anche in punto di morte, tanto che il boia spezza ben tre asce prima di riuscire a staccargliela.

Alla fine della festa, le quattro teste resteranno esposte per un paio di settimane nella sala di antropologia del Museo del Patronato. I suoi resti non si sa che fine abbiano fatto, ché il cancelliere presente al processo era analfabeta.