Uomini in nero (ufologia)

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Un uomo in bianco e nero

Nell'ambito della teoria del complotto sugli UFO, gli uomini in nero (eng. men in black) o più semplicemente uomini a cui piace il jazz, è il nome di presunti agenti governativi, vestiti interamente di nero e biancheria in carta stagnola, con una mania per occhiali da sole che portano sempre (anche quando fa brutto, nevica e ci sono 50 gradi sotto zero) incaricati di intimidire o ridurre al silenzio i testimoni di avvistamenti di oggetti volanti non identificati con qualunque mezzo e tortura a loro disposizione.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Uomini in nero (ufologia)

Storia

Probabilmente il primo resoconto sui MIB risale al 25 dicembre del 1947. Il pescatore Harold Dahl sostiene di aver avvistato e fotografato sei dischi volanti, e che il giorno dopo un uomo si presentò a casa sua, invitandolo a fare bunga bunga insieme nelle vicinanze. Harold accettò l’invito. Egli descrisse l'uomo come imponente: alto e muscoloso, pelato, con indosso un completo nero. L’uomo guidava una Buick del 1962 (particolare sospetto dato che l'anno era il 1947), e Harold da ciò dedusse che sicuramente era un agente governativo perché le persone normali si vestono colorate e vanno a piedi. L'uomo avrebbe minacciato Dahl di non raccontare nulla di quanto accaduto pena un accertamento fiscale. E niente più bunga bunga.

Successivamente Dahl dichiarò che s'era trattato solo di uno scherzo. Ciò conferma allo stesso tempo che non era un complotto quindi era un complotto. La rivista Space Bullshit indaga sulla faccenda nel 1953 rivelando che un loro giornalista sarebbe stato a sua volta visitato da un uomo in nero che l'avrebbe minacciato di non insistere con le indagini. Il fatto che sia stato tutto pubblicato è l'ennesima conferma del complotto.

Funzione

Gli uomini in nero hanno lo scopo di evitare che l'opinione pubblica parli di UFO e alieni. È grazie a loro, infatti, che dagli anni '50 ad oggi nessuno ne abbia sentito parlare.

Alcuni testimoni che affermano di essere entrati in contatto con questi agenti hanno dichiarato di aver subito spaventose torture tra cui (elenco non esaustivo):

  • Ditate negli occhi;
  • Prova del palloncino;
  • Insulti verbali;
  • Insulti non verbali;
  • Interrogazioni a sorpresa sulle tabelline dell'8 e del 9.

Ce ne sarebbero molte altre, ma sono troppo orribili per essere descritte.

Voci correlate