Taranto

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Taranto, provicia della Terronia Àpula.

Nozioni sparse

Principali caratteristiche della città

Composta per la maggior parte da pescatori di cozze, ladri, ex-sindaci agli arresti domiciliari e sindaci che non sono affatto al corrente dell'attuale situazione della città, è nota in Italia soprattutto per il Ponte Girevole e per il crack comunale.

Sottomessa e odiata dalle altre province dell'Apulia e della Terronia, vive da anni isolata dal resto del mondo, in un embargo che costringe

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Un tarantino all'opera.

i suoi abitanti a nutrirsi esclusivamente di cozze.

Motivo, questo, per cui a Taranto la maggior parte della gente muore nel migliore dei casi, esclusivamente per tifo o epatite. Chi, malauguratamente, sopravvive viene regolarmente affetto da forme patogene di malattia quali "cozzaggine" o "zaccheide", l'equivalente italiano della cafonaggine, malattia esportata dalla città al resto delle popolazioni adiacenti e non.

Taranto è famosa per l'enorme approvvigionamento idrico-elettrico, tenuto gelosamente custodito dalle autorità locali, che lo preservano dagli iniqui usi della popolazione (lavarsi, mangiare, vivere, ecc...)

Tra i parchi e le zone verdi, occorre ricordare l'ILVA (ex Italsider), che a Taranto serve tutt'oggi, con i suoi fumi alle scorie tumorali, a migliorare una poco soddisfacente qualità dell'aria. Impianto naturalistico all'avanguardia che conta innumerevoli tentavi d'imitazione in Cina.

Molto importanti per la città inoltre le zone altamente commerciali e industrializzate come la "Salinella", i "Tamburi" (in cui probabilmente è stato inventato l'omonimo strumento da utilizzare nella Curva Nord dello stadio cittadino), il quartiere "Paolo VI" e la parte più antica della città e la più apprezzata, in cui vivono i vip ed i ricchi: "Taranto Vecchia" (nel dialetto "Tarde Vecchie")


Popolazione Tarantina

È abitata da una sottospecie di esseri umani, i Cozzari, non ancora completamente integrati nel resto della società, che rifiuta il loro alto livello d'istruzione ed educazione.

Il tarantino in sé per sé è una persona lodevole e valorosa, pronta a difendere la città in qualunque contesto, pronta a stapparsi le vesti per ogni torto subito, pronta a tacere sopra i fatti che non la riguardano: non è omertà, è semplicemente Taranto.

In provincia, poi, ci sono le vere "perle" della puglia: Palagianello, Roccaforzata, Lizzano, Fragagnano, Cisternino e altri paesi sperduti.

La vecchia generazione tarantina era composta da gente che lavorava prevalentemente in mare insieme alle loro amiche cozze. Essa poi, aveva una grande bravura nello sprecare il patrimonio della propia città. La nuova generazione (cioè i giovani dai 10 ai 25 anni) spende tutti i soldi che i genitori guadagnano, spaccandosi il culo a lavorare poche ore al giorno e a lamentarsi per essersi stancati, comprando vestiti di alta moda che servono ancor di più a rendere tutti i giovani tarantini uguali, arrivando sempre vittoriosi al solito traguardo di arrivare a fine mese con 20 centesimi trovati per terra. Altra grande particolarità di questa nuova generazione tarantina, è quella dello scrocco. Si va dalle sigarette al farsi offrire la colazione, dalle "ciuingam" alle canne e così via. Il 95% dei giovani tarantini non può comprare le sigarette perché spende tutti i soldi per i vestiti, così poi, quando esce di casa, pratica l'attività di "scroccone-mortodifame". Il resto le compra e prende a calci in culo gli "scrocconi-mortidifame", mostrando la grande generosità, il grande altruismo e l'amicizia fra simili che hanno i Tarantini.

I paesani che vivono nel versante occidentale della provincia di Taranto, hanno come scopo diventare come i Tarantini, copiandone dialetto, modi di fare e modo di vestirsi, naturalmente non riuscendoci mai. I paesani che invece vivono sul versante orientale della provincia sembrano non appartenere a Taranto (se non fosse per l'amore verso il Taranto Calcio che si vende sempre le partite e che ogni anno tenta di arrivare in serie B), utilizzano un dialetto con prevalente "u" finale (mentre a Taranto la lettera finale delle parole è inesistente). La mentalità degli aldulti è rimasta immutata nei secoli, cioè coltivare le terre e lavorare per portare onore alla famiglia. La maggior parte dei giovani invece, sono dei grandi e furbi figli di puttana che lavorano e spendono i soldi in alcool, droga e puttanizzo. Per questo non vanno a scuola e non riescono ad imparare a parlare in Italiano.

Il resto dei giovani può essere diviso in due categorie: quello che fa che cazzo vuole e non se ne fotte niente di nessuno e il bel "soggettazzo". Il primo è generalmente una di quelle persone che se non la conosci non ti caca manco a spruzzo e che, anche se la conosci, si dimentica comunque di te nell'arco di 20 minuti ma che se le rompi le palle ti rovina l'esistenza. Il secondo, cioè il bel "soggettazzo", è un ragazzo di statura media e pancia da 2° mese di gravidanza che spreca la sua adolescenza a scuola. Esso è la vittima preferita dei bulli che lo fanno emarginare ancora di più e ne rubano il panino. Solitamente il bel "soggettazzo" paesano prende il pullman e va a scuola a Taranto dove riesce ad avere rapporti solo con altri bei "soggettazzi" tarantini anch'essi tormentati e perseguitati dai bulli.


Il lavoro per i tarantini è pensato come cosa inutile fino all'eta di circa 19-20 anni, in seguito diventa poi motivo di invidia per chi ne ha già uno e si è stabilizzato avendo un reddito ragionevole.


La popolazione giovanile della città di Taranto è ripartita in questo modo:

  • 90% Truzzi (per motivi semplicistici, uniamo cozzari e tarantini, data l'impossibilità di distinzione)
  • 5% Gente che se ne sbatte di tutto e di tutti
  • 1% tutto il resto
Vedi anche: Truzzo Tarantino

L'università

L'università a Taranto comprende:

  • Scienze della formazione Agraria
  • Giurisprudenza "per modo di dire"
  • Mitilicultura
  • Perito fognario
  • Ingegniere dei pozzi neri
  • Architetto dei tombini
  • Cassieristica all'Auchan
  • Infermieristica della malasanità
  • Bilancio nell'Amministrazione pubblica.

Eroi tarantini

Il mitico Cito - del quale l'esistenza non è certa - fondò la bella Taranto e la rese una metropoli sottosviluppata dell'ex Magna Grecia. Attivissimo sindaco, campanilista e neo-fascista, si distinse per i suoi proverbiali editti, con i quali colpiva impiegati comunali fannulloni, bighellonatori e mangiatori di cozze con il vibrione del colera. L'intera città, nonostante questo, lo ricorda (e lo rimpiange) perché ha aggiustato qualche schifoso marciapiede, e non per aver avuto rapporti con il top delle famiglie mafiose della città.