Sōsuke Aizen: differenze tra le versioni

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* Sta talmente sul [[cazzo]] a tutti che i suoi poster una volta venduti non finiscono appesi alle pareti, ma [[Odio|attaccati ai sacchi da pugile]].
* Sta talmente sul [[cazzo]] a tutti che i suoi poster una volta venduti non finiscono appesi alle pareti, ma [[Odio|attaccati ai sacchi da pugile]].
* Aizen non è pieno di [[cazzimma]]. La [[cazzimma]] è Aizen.
* Aizen non è pieno di [[cazzimma]]. La [[cazzimma]] è Aizen.
* [[L]] sostiene che Aizen è al 99,9% il gemello perduto di [[Arisa]]. L'opinione pubblica garantisce e condivide.
* [[L]] sostiene che Aizen è al 99,9% il gemello perduto di [[Arisa]]. L'opinione pubblica garantisce e condivide.
* Probabilmente Aizen è anche pedofilo: guardava di nascosto Ichigo Kurosaki per tutta la vita della fragola (soprattutto mentre era in bagno).


== Note ==
== Note ==

Versione delle 16:24, 26 mar 2010

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Davvero dubitate che uno con questa faccia possa essere un dannato stronzone?
« Perché sono bastardo geneticamente! »
(Aizen su sé stesso)
« Ciao, non è una bella giornata? »
(Aizen due secondi prima di infilzare il malcapitato)
« LA PAGHERAI PER QUESTO! »
(Uno dei buoni che non si è accorto che Aizen lo ha già infilzato ed è a prendersi un té giusto dietro le sue spalle)
« Lo schifo persino io! »
(Satana su Aizen)
« E CHE CAZZO! »
(Lettore di manga sulla forza di Aizen)
« E CHE CAZZO VERAMENTE PERÒ!!! »
(Lettore di manga sulla sconfinata bastardaggine di Aizen)
« Se il suo nome somiglia al mio ci sarà un motivo... »
(Sasuke Uchiha su Aizen)
« È un mio carissimo amico, lo stimo. »
(Grifis di Berserk su Quelli che pugnalano alle spalle i propri sottoposti)


Che ne dite adesso?


Sousuke "Salvatore" Aizen (藍染 惣右介, Aizen Sōsuke) è un personaggio del manga-anime Bleach creato da Tito Quadro. Ma soprattutto, più di ogni altra cosa, è un bastardo. L'espressione "se cerchi nel vocabolario la parola bastardo trovi una sua foto" non è un eufemismo con lui. Dopo aver finto di essere lo stinco di santo in gruppo di capitani uno peggio dell'altro si è rivelato per l'appunto il peggiore di tutti, capace di squartare addirittura la presidentessa del suo Fan Club mentre questa lo stava abbracciando. Come non bastasse questo e il fatto di essere il principale antagonista della storia, è dannatamente forte. Ma proprio forte! Del tipo che il buono ha appena sfoderato la sua arma più spaventosamente micidiale, con cui ha sempre fatto gran belle figure eppure lui lo demolisce senza una parola ancor prima che capisca che è appena stato PWNED facendo tra l'altro una figura di merda. Aizen ha di fatto il poter di far fare figure di merda ai personaggi più forti, fighi e adorati dai lettori, facendoli cadere in meno di un istante da iper-pompati strapotenziati a delle pere cotte. Ecco spiegato perché il 99% dei lettori lo odia, come anche anche il 99% dei non lettori. Restano un paio di 1% che quel bastardo ha corrotto e/o ricattato affinché votassero per lui.


Il bastardo: vita e misfatti

In questa foto di repertorio vediamo un giovane Aizen cimentarsi in quella che sarà la sua attività preferita da adulto e da morto: tradire i poveracci che si sono fidati di lui.

La vita mortale di Sousuke Aizen iniziò nel lontano chissenefrega in un ospedale di Buseto Palizzolo in provincia di Trapani, ed iniziò con il comunissimo nome di Salvatore Anselmo. Non si sa cosa accadde all'interno del grembo materno per i nove mesi precedenti, ma Salvatore ne uscì che era già un genio del male. Quando lo misero per la prima volta tra le braccia di sua madre, allungò prontamente una manina nella sua tasca, non sia mai vi fosse un portafoglio ben fornito. La sua malvagità si espresse in toni sempre più antipatici e da carogna man mano che cresceva: a quattro anni, senza ancora avere idea di cosa fosse la mafia, il siciliano gestiva già un azienda di costruzioni coi mattoncini nel suo asilo, presto leader nel settore per i metodi violenti e i ricatti con cui sbaragliava ogni possibile concorrenza. A cinque anni, quando il papà lo portava a passeggio vicino la banca, con la scusa di farsi prendere in braccio spiava il codice segreto del bancomat dei malcapitati che stavano lì a prelevare. A sei anni aveva già falsificato la carta di credito di famiglia, a sette scippava i pensionati fuori le poste distraendoli con la scusa di voler sentire i loro racconti sulla guerra, a otto un famoso boss della zona si offrì di adottarlo come figlio. E i genitori furono più che contenti di liberarsene, ed emigrarono in Svizzera in cerca di pace e tranquillità, ma soprattutto onestà.

Eppure, sebbene gli anni successivi furono costellati di una lunga serie di successi criminosi e cattiverie senza ritegno contro umani, animali, piante e sassi (si, aveva trovato il modo di rendersi odioso anche alle pietre), il giovane Aizen iniziò a sentire un senso di insoddisfazione. Presto si accorse che rubare le caramelle ai bambini non gli dava più soddisfazione come in passato, che risquotere il pizzo non è divertente se ti lasciano i soldi sotto lo zerbino pur di non vederti, che non c'è gusto a derubare qualcuno che quando ti avvicini, ancora primi che inizi a parlare ti da il portafoglio e ti supplica di non strizzargli i capezzoli, come hai fatto ad altre decine e decine di persone (e lui lo sa eccome). In altre parole, Salvatore era diventato prevedibile: la fama della sua bastardaggine aveva oltrepassato anche i confini della Sicilia, in ogni casa si appendevano suoi ritratti con il solo scopo di far loro il gesto delle corna almeno tre volte al giorno, come scongiuro per non incontrarlo mai. Tutti sapevano che era uno stronzo, tutti sapevano cosa aspettarsi da lui... Quando era bambino era stato insospettabile (nessuno potrebbe credere ad un bambino volontariamente ladro, ricettatore, ricattatore, allibratore, bagarino, strozzino, torroncino eccettera eccetera eccetera). Passavano gli anni, gli affari di famiglia andavano benissimo, ma Salvatore era sempre più triste. Un giorno, mentre vagava abbattuto per Palermo, con l'etichetta "Cattivo all'ennesima potenza" scritta in fronte e ricamata sul suo completo alla Al Capone, decise di tirarsi su comprandosi un chilo di cannoli in pasticceria.

Disgraziatamente, quel giorno il pasticciere era stato sostituito da un sicario incaricato di vendere cannoli avvelenati ad un altro boss che avrebbe transitato per quella via quel giorno. Quando il sicario lo vide non ebbe il coraggio di dirgli che tutti i cannoli erano imbottiti di vetriolo, stricnina e sudore di Maurizio Costanzo, temeva infatti, conoscendo di chi si trattava, che se lo avesse contraddetto si sarebbe ritrovato appeso ad un lampione per le mutande. Fu così che Salvatore Anselmo, malavitoso affermato e fondatore del marchio Bastardidentro morì avvelenato anche se ingiustamente. Il sicario gli fregò il rolex e scomparve in Indocina temendo ritorsioni della Cupola; ma in realtà quel giorno fu proclamato festa nazionale e l'arcivescovo di Caltanissetta avviò la sua causa di beatificazione, ma lui non lo venne mai a sapere.

Il bastardo: morte, oltretomba e ancora più misfatti!

NON TI FIDARE! Sorride perché ha appena pensato a 2000 modi diversi di ucciderti e di umiliarti facendolo!

Per via delle circostanze della sua morte, o piuttosto per un errore burocratico nel provveditorato all'immigrazione del Paradiso, Salvatore non venne condannato all'Inferno, ma spedito al Paradiso per una seconda occasione. Le sue vittime tuttavia protestarono, quindi sarebbe stato destinato al Paradiso di riserva, quello coi coglioni nipponici a perdita d'occhio e i beccamorti con le spade che la fanno da padroni: SOUL SOCIETY.

Arrivato lì, l'ex-mafioso aveva davanti due scelte: cambiare vita e dedicarsi alla filantropia e a Greenpeace... oppure seguire le proprie inclinazioni artistiche e perseverare sulla via del sadismo. Tuttavia, in vita aveva visto che il crimine non paga una volta che ti sei fatto conoscere. Decise allora che sarebbe diventato un genio dell'inganno, il più grande pugnalatore alle spalle e metti-sgambetto per puro divertimento che l'Universo avrebbe mai ricordato. In questo modo, di volta in volta, avrebbe sempre fatto fesso il prossimo, ed avrebbe sempre potuto sghignazzare alla faccia degli incapaci. Dopo aver cambiato il suo nome in uno meno normale ma più rassicurane per i nippi come Sousuke Aizen, si procurò innanzitutto una discreta miopia dopo cinque giorni di visione ininterrotta a pochi centimetri dal televisore di videocassette di Milly D'Abbraccio, in modo da dover mettere gli occhiali: un cattivo con gli occhiali non si è mai visto! Inoltre il "trattamento" gli aveva provocato un cambio di volto in senso nerdiano, molto rassicurante. Cambiato esteriormente, ma interiormente più in vena di prima di far incazzare la gente, la sua nuova vita poteva cominciare.

A destra un'immagine di Aizen dopo il cambio d'aspetto.


Come Capitano

Aizen è il capitano della Quinta Compagnia del Gotei 13, oggi soprannominata grazie a lui Compagnia del <<Guarda! Un asino che vola!>>. Per secoli lasciò che la sua componente sadica restasse latente in modo da conquistarsi le simpatie di tutti: distribuiva gettoni per il biliardino a tutta la truppa la domenica mattina, scriveva lui i rapporti al posto degli stanchi compilatori, riempiva di coccole e sguardi dolci la sua tenente Momo Hinamori, si mostrava sempre disponibile ad ascoltare chi aveva un problema e voleva confidarsi (in realtà sentire i problemi degli altri gli serviva a tenere buona la sua vera indole per impedirgli di rovinare tutto prendendo a calci in culo tutti i suoi bravi soldati con un'anfibio di cinque chili). Non solo, cercò di ritagliarsi, all'interno della sua cerchia, il ruolo del classico "capitano buono, non severo e sempre sorridente" da cui andare quando si ha bisogno; per farlo non solo agì in modo da sembrare più bello, bravo e intelligente degli altri capitani, ma ricorse anche a mezzi come la diffamazione, ad esempio mettendo in giro prove di terroneità sul conto del capitano Mayuri (che si era fidato di lui al punto di confidargli il suo segreto). Ovviamente cercò di risultare simpatico agli stessi capitani e i loro vice, in modo da rabbonirli per poi fregarli alla grande arrivato il momento: giocava a tennis con Ukitake[1], presentava belle ragazze a Kyouraku il marpione[2], regalava dolcetti a Yachiru[3], peluche di gattini neri coccolosi a Soifon[4], incoraggiava Yumichika a mostrarsi per ciò che era[5] e simili. Così per qualche secolo, tutti andarono d'amore e d'accordo con tutti e non successe una minchia di interessante.

Prima saga di Bleach: Salviamo Rukia dal Sacro Girarrosto!

Quando noi lettori, ancora ignari, ce lo trovammo d'inanzi la prima volta, ci sembrò subito l'unico capitano rispettabile con quella sua aria da impiegato del catasto e l'atteggiamento paterno con i sottoposti. Insomma, il piano di rilancio d'immagine di Aizen aveva funzionato alla perfezione. Addirittura molti si dispiacquero quando lo si vide appeso a un muro con millemila litri di sangue tutto intorno; d'altronde, si sa, una persona seria in questo manga non ha ragione di esistere, quindi nessuno si stupì più di tanto e tutti pensarono piuttosto a prendersela con quella faccia di cazzo di Ichimaru Gin. Dopotutto uno che sorride sempre con gli occhi perennemente semichiusi è sospetto... Invece ecco che riappare, vivo, vegeto, e ormai stufo di fare il bravo ragazzo, e per inaugurare il suo ritorno alla perfidia, infilza (e non sarà la prima volta) tale Momo Hinamori, ragazzina fondatrice del suo fan club e segretamente innamorata di lui. Per un attimo, mentre lo abbracciava, quando Salvatore la aveva detto che stava per "assaggiare la sua spada", l'ingenuotta aveva pensato si riferisse a qualcos'altro... Per di più, il signor Ichimaru "Sorriso Magicus" Gin era in combutta con lui fin dall'inizio: si era preso lui la colpa del suo presunto omicidio così per provare cosa si prova ad essere un sospettato a piede libero e fare pernacchie agli amici del defunto. È a questo punto della storia che si scopre che quel bel giovanotto con gli occhiali spessi è in realtà una bestia.

È in grado di far tremare l'intera Soul Society grazie al suo shikai, uno dei più potenti e stupefacenti di Bleach, il cui suggestivo nome è "Quando Ho I Capelli Flosci E Gli Occhiali Sono Un Brav'Uomo E Potrei Essere Tuo Padre, Ma Quando Mi Tiro Indietro I Capelli E Mi Tolgo Gli Occhiali Divento Un Grande Stronzo"; Aizen fa pieno sfoggio e vanteria dei suoi poteri: è talmente forte che blocca le spade col dito mignolo ed è talmente crudele che con lo stesso dito ti opera uno sparticulo epico, e quindi lo fa e ti prende in giro subito dopo. Ad Ichigo non basterà la classica "fortuna del protagonista" per scampare a tutto ciò.

Dopo aver estratto dal petto di Rukia a mani nude in pieno stile Shaolin la Biglia Nera iper-rara, invenzione di Kisuke Urahara che a qualcosa sicuramente servirà, Aizen e i suoi due sgherri vengono circondati da un imponente schieramente pronto a fargliela pagare, composto da tutti i tipi più cazzuti di Soul Society. Unici assenti il capitano Mayuri, che era incollato alla tv a guardare il trionfo del Napoli sulla Juventus, e il carissimo Zaraki Kenpachi, che per quanto gli avesse fatto enormemente piacere potersi menare un pò con dei bastardi veramente tosti, si era perso per colpa del suo GPS guasto, tanto per cambiare...

Invece, per l'ira dei presenti e dei lettori che gridavano a gran voce "SANGUE! SANGUE! SANGUE!", e di per contro sommo sadico piacere di Salvatore e picciotti, il celebrity deathmatch si risolve alla tarallucci e vino: prima ancora di iniziare, Aizen e i suoi ascendono al cielo (letteralmente), grazie al potere dei magici riflettori dell'ultimo concerto di Michael Jackson (che il bastardo aveva rubato allo scopo), che lo portano così al sicuro nell'Hueco Mundo, dove potrà architettare altre cazzimme ed evasioni fiscali a capo di un esercito di bestialità (vedasi Espada). Un ultimo sguardo dall'alto in basso ai poveracci, e come regalo d'addio (oltre a un dito medio alzato), toglie gli occhiali e si scompiglia i capelli, tornando al suo aspetto da pacchioso bastardo puttaniere dei tempi d'oro, dopodiché scompare, scansando con nonchalance tonnellate di vaffanculo e bestemmie nei confronti suoi e del figlio di suo padre.

Ciò per cui è colpa sua

Se dopo aver letto fin qui ancora non vi siete fatti un'idea dell'entità delle azioni di questo individuo, dovete sapere che Aizen, proprio in quanto maestro del sotterfugio e della truffa (anche quella televisiva e telefonica) è più colpevole di quanto ci si possa immagine; molte cose brutte che sono accadute in Bleach e anche fuori, partono appunto dal suo zampino bastardo. Ecco un elenco delle colpe non evidenti, ma ugualmente accertate, di Sousuke, alias Salvatore, Aizen.

  • Innanzitutto è colpa sua se questo manga fa schifo.
  • È stato lui ad organizzare ad arte l'esecuzione di Rukia Kuchiki e tutto l'ambaradan della prima parte del manga. In altre parole, il cattivone della storia è lui, ma lo si sapeva già.
  • Fu lui a fare la spia su Kisuke quando questi fuggì per una scapattella con Yoruichi ai bagni termali nel mondo degli umani, altrimenti nessuno se ne sarebbe accorto.
  • Quindi è colpa sua se la settimana di ferie di Urahara e Yoruichi è diventata un esilio a vita, ed è colpa sua se la povera Soifon è rimasta col cuore spezzato.
  • Proprio quando Renji si era deciso a rivolgersi a un barbiere gli ha detto che i suoi capelli erano belli ed originali, quindi è colpa sua se il cazzaro rosso ha ancora la testa ad ananas.
  • Ha aiutato Byakuya a cercare la sorella minore (Rukia) della defunta moglie per gli orfanotrofi e le case chiuse di Soul Society, quindi è colpa sua se il nostro milanese si è ritrovato con una piattola da mantenere a vita in casa propria. Altrimenti Byakuya avrebbe detto a tutti di non esserci riuscito e sarebbe finita lì.
  • Ha convinto Tousen a lasciare la Juventus per venire a rompere le balle in Bleach.
  • Ha convinto Pain ad essere più cattivo e questi ha attaccato e raso al suolo Konoha.
  • Tobi era un gran bravo ragazzo prima di conoscerlo...
  • Satana, temendo la sua concorrenza, ha iniziato a lavorare più assiduamente che in passato nel tormentare l'umanità.
  • Galeazzi non dimagrisce perché Aizen lo prende in giro ogni volta che lo vede e lui in risposta si deprime e torna a consolarsi con etti di prusciutto e mortadella.
  • Ichimaru sorride sempre perché mentre gli altri hanno dovuto sudare sette camice all'esame di stato, lui è stato promosso capitano perché raccomandato da Aizen, alla faccia loro!

Curiosità

  • Sta talmente sul cazzo a tutti che i suoi poster una volta venduti non finiscono appesi alle pareti, ma attaccati ai sacchi da pugile.
  • Aizen non è pieno di cazzimma. La cazzimma è Aizen.
  • L sostiene che Aizen è al 99,9% il gemello perduto di Arisa. L'opinione pubblica garantisce e condivide.
  • Probabilmente Aizen è anche pedofilo: guardava di nascosto Ichigo Kurosaki per tutta la vita della fragola (soprattutto mentre era in bagno).

Note

Template:Legginote

  1. ^ Sperava che, vista la salute cagionevole di questi, gli venisse un infarto durante la partita
  2. ^ Che si rivelavano essere transessuali
  3. ^ I dolcetti contenevano psicofarmaci per renderla ancora più iperattiva ed esagitata in modo da far venire l'esaurimento nervoso al povero Kenpachi
  4. ^ Sperava che le incutessero nostalgia di Yoruichi
  5. ^ Anche questo è colpa sua!!!