Raggio della morte

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"San Francesco respinge il raggio della morte", Raspone da Sutri, 1789, Olio su pizza, Pinacoteca di Brera.
« Nikola Tesla aveva davvero scoperto il raggio della morte? »
(Raz Degan in una puntata di Mistero.)
« I piani segreti del Duce, prevedevano il raggio della morte? »
(Roberto Giacobbo in una puntata di Voyager.)
« Roberto Giacobbo e Raz Degan, ci fanno o davvero ci sono? »
(Uno che non li conosce molto.)

Il raggio della morte è un'arma segreta di cui si è vociferato nella prima metà del Novecento. Da una testimonianza di Mazinga Z, che l'ha provata sulla sua pell corazza, sembrerebbe che gli alieni dispongano di qualcosa del genere, ma questo ci interessa il giusto, ossia nulla. Quello che ci preme sapere è se questa terribile arma[citazione necessaria] sia mai stata fabbricata sulla terra, in quale struttura segreta è eventualmente custodita e, soprattutto, quanto costa.
A quanto risulta da un autorevole manuale militare, sembrerebbe l'unico oggetto che possa garantire all'esercito del male la definitiva conquista del mondo, anche se, pur facendone a meno, il gruppo Bilderberg non se l'è cavata per niente male.

Ipotetico funzionamento

Alla base del funzionamento vi sarebbe il trasferimento di enormi flussi di energia, presumibilmente ricavabili da elettromagnetismo, sorgenti petoeoliche e altre tenute segrete. Ovviamente non basta, ci vuole anche un bottone rosso da premere e una testa di cazzo che abbia voglia di usarlo. L'arma potrebbe colpire a grande distanza le truppe nemiche, facendo addirittura esplodere i carri armati e i loro aerei in volo, inoltre farebbe cadere i capelli, abortire le gravide, venire il moccio al naso, il giradito e dolori reumatici alle truppe.

« Ma è davvero possibile tutto questo? »

E che cazzo ne posso sap Per saperne di più, analizzeremo lo stato dell'arte su documenti certi, basandoci anche su testimonianze storiche attendibili. Sappiamo per certo che hanno provato a realizzare l'arma sia Nikola Tesla che Guglielmo Marconi, partiremo dal loro lavoro.

Gli esperimenti di Tesla

Autorevoli riviste scientifiche ne parlano.

Nikola Tesla, a metà degli anni trenta, fece alcune affermazioni circa un'arma che lui chiamava "teleforce". Contrariamente a quanto suggerisce il nome, che ci ricorda più uno sparatutto in prima persona, si trattava di un vero e proprio cannone a particelle, che comprendeva:

  • un meccanismo per generare una tremenda forza elettrica;
  • un dispositivo per intensificare ed amplificare la forza sviluppata dal primo;
  • un coso a forma di fungo, molto bello, illuminato da una luce azzurrognola, che faceva la sua porca figura anche in cima all'albero di Natale.

Tesla lavorò al progetto fino alla sua morte. Nel 1937 compose un trattato intitolato The Art of Projecting Concentrated Non-dispersive Energy through the Natural Media, che parlava dell'utilità di cagare sulle begonie per conferirgli vigore, e quindi non è quello giusto. Un altro documento, che si trova attualmente nell'archivio del Nikola Tesla Museum di Belgrado, descriveva "un tubo a vuoto con un'estremità libera e un getto estremamente collimato di gas che permetteva alle particelle di uscire"; il marchingegno era probabilmente un amplificatore di scorregge per ascensori, fortunatamente non fu mai prodotto. Dalle memorie dello scienziato si evince tuttavia che il progetto per un'arma c'era, basata su "uno stretto raggio di pacchetti atomici di mercurio o tungsteno, accelerati da un'alta differenza di potenziale", questo almeno in via teorica. Tesla chiese al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti due milioni di dollari (in biglietti da piccolo taglio non segnati) per ultimare il progetto. Magari poi l'avrebbe fatto davvero, ma come fai a fidarti di uno zingaro?

Marconi

Tra gli ipotetici autori del raggio della morte figura anche lo scienziato italiano più in vista dell'epoca, Guglielmo Marconi. Egli fu incaricato e finanziato da Benito Mussolini, che desiderava un'arma che conferisse all'Italia un ruolo di predominio nello scacchiere militare mondiale e, come ebbe lui stesso a definirla, che fosse "una supposta, temprata dall'acciaio fuso, nel culo del mondo". Marconi ebbe un colloquio col Duce al matrimonio di sua nipote Bernardina.

Fasi salienti del progetto italiano.
- Duce: “Lei, e un manipolo di fidi, porterà a compimento tale impresa. Roma ha bisogno di nuovi eroi.”
- Marconi: “Ma non ho ben capito cosa devo fare.”
- Duce: “Colpirà il nemico con la virile folgore italica!”
- Marconi: “Ma di che diavolo sta parlando?”
- Duce: “Voglio un raggio... anzi, tre raggi intrecciati tra loro, uno verde uno bianco e uno rosso, in grado di annientare il nemico a distanza!”
- Marconi: “Ma un raggio del genere è stato solo teorizzato, non so se...”
- Duce: “Me ne frego! Non sono tempi per mollicci tentennamenti, lo faccia e basta!”

La testimonianza del successo dell'impresa si trova in un libro[1] scritto da Rachele Mussolini, consorte del Duce, che afferma di avere assistito ad una dimostrazione in cui, a causa di una forza misteriosa, si bloccavano improvvisamente tutte le automobili presenti sulla Roma-Ostia. Tale affermazione non può che essere vera, ancora oggi le auto si bloccano quotidianamente sull'Ostiense, sul grande raccordo anulare e sulle principali vie consolari attorno alla capitale. Evidentemente la macchina è ancora in funzione.

« Non sarebbe ora di staccare quella cazzo di spina?! »
(Richiesta di pubblica utilità.)

Secondo i bene informati, Marconi avrebbe poi distrutto i progetti dopo un colloquio personale con papa Pio XI, informato del fatto che il raggio poteva causare l'aborto.

La situazione odierna

I letali effetti del raggio su alcuni mammiferi.

L'ossessione di riuscire a fabbricare l'arma continua a tormentare il sonno delle migliori menti del pianeta. Tecnicamente è già possibile far esplodere una corazzata con un raggio di questo tipo, ma si cerca di evitare perdite umane e quindi, si studiano raggi che riescano solo a bloccare i mezzi, senza nuocere ai trasportati (il "problema velivoli" si affronterà nella fase 2). Oggi i numerosi esperimenti vengono svolti su alcuni volontari ed animali di vario genere, gli effetti collaterali vengono costantemente monitorati ma, a volte, qualche cavia scappa dal laboratorio e finisce che un criceto incazzato, a sei zampe, alto due piani, ti va a spuntare dove meno te l'aspetti. Anche Brunetta non poteva certo essere così di suo. Tra quelli sugli umani che destano maggior allarme troviamo:

Qualcuno dirà che è stupido cercare di realizzare qualcosa di nocivo per la razza umana, questo è vero, ma il cammino della scienza non deve essere fermato e comunque, come ci ha insegnato il caso AIDS, "se prima non ti inventi la malattia, chi te la paga poi la cura?"

Voci correlate

Note

  1. ^ Mussolini e il suo pistolone di fuoco, Rasponi Editore, Milano, 1979.
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 23 febbraio 2014 col 40% di voti (su 10).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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