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{{Cit|Ci manca la [[passera]]|[[Filippo Tommaso Marinetti]] su la poesia del nido di Pascoli|}}▼
[[Immagine:BeiBaffi.jpg|right|thumb|300px|Pascoli durante una delle sue riflessioni sulla natura da "fanciullino"]]▼
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'''Giovanni Pascoli''', è stato il simbolo italiano dell'inutilità sociale, spesso preso in considerazione come promotore di masse di [[Gente come te|sfigati segafondai]], ha reso evidente la sua debolezza mediante la [[poesia decadentista]] ma è anche conosciuto come [[grasso]] "[[patriota]]" italiano di fine [[ottocento]].
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Nasce a [[San Mauro di Romagna]] (in [[Emilia Romagna]]) all'età di 3 anni, nel 1850erotti. Ha passato la maggior parte dell'infanzia a essere sfruttato dalla sua [[famiglia]]:
Alla [[madre]] ('''Filippa Gianfilippa''') piaceva molto pulire la casa ma, non avevando denaro e voglia di andare a comperare uno straccio, era d'uopo a usare il debole corpo del giovane Giovanni come straccio e/o pezza; Il [[padre]] ('''Don Vito Pascoli Corleone''') era un accanito fumatore ma, come la moglie, dannatamente pigro, per cui usava la testa del figlio come posacenere (Giovanni diventò calvo all'età di 8 anni); La [[sorella minore]] (di nome '''Fabio''') era una appassionata di [[scultura]] con martello e scalpello, ma ignorando che quest'arte si applicava a blocchi di [[pietra]] o [[cemento]], si allenava direttamente sul corpo del fratello; La [[sorella maggiore]] ('''Orazia''', soprannominata "[[Ninfomane]]" a causa della sua passione per le ninfee della mitologia greca) usava il corpo di Giovanni come base per piantare ombrelloni e le sue mani per grattarle la schiena (esigeva che le due funzioni dovevano essere svolte contemporaneamente, ciò complicò ulteriolmente la sessualità futura del bambino);[[
Inoltre alla famiglia si aggiungevano altre 5 sorelle, 2 fratelli, 5 nonni, 7 bisnonni, 12 zii, 24 cugini, 2 madrigne, 2 padri (la madre naturale era di [[Puttana|facili costumi]]), 3 cani, 4 gatti, 2 uccelli, e altri 5 elementi di cui si sconosce sia nome che sesso che razza che aspetto.
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=== I rapporti col padre ===
L'unica persona della quale riuscì a memorizzare sia nome che aspetto e riuscì in ogni occasione ad attribuirli biunivocamente alla stessa entità fu il padre naturale: [[
Quest'uomo, di origine [[Sicilia]]na, era un grosso capo-[[mafia]] locale internazionale: fra i suoi traffici illegali ci furono quelli di [[droga]] (della quale gli altri decadentisti andavono ghiotti); armi da fuoco (molto richieste dalle autorità delle prime associazioni multinazionali pacifiste); [[lametta|lamette]] (destinate a buona parte dell'ambiente decadentista
A causa delle sue attitudini mafiose '''Don Vito Pascoli''' si fece parecchi nemici, che tentarono più volte di assassinarlo, ma riuscì sempre a restare illeso grazie all''''assidua presenza del figlioletto''' che si prestava spontaneamente (o meno) da scudo umano per le pallottole dei sicari. Infatti accompagnare il padre nei viaggi d'affari mafiosi era l'unico '''[[svago]]''' che veniva concesso al piccolo, anche se l'unico a ritenerlo tale era lui stesso visto che per il [[padre]] era solo un giubbotto antiproiettili, un posacenere portatile, un caprio espiatorio per i rivali e, se disposto nell'oportuna posizione, anche una comoda poltrona da viaggio, ovviamente però non veniva mai slegato dalla casa: semplicemente sostituivano la "corda casalinga" (lunga quanto un [[pene]] comune) alla "corda da viaggio" (lunga quanto il [[pene]] di [[Mandingo]]).
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Nel frattempo '''Don Vito''', rimasto solo, venne preso di mira da un folto gruppo di [[terroristi russi negri islamici nazisti delle brigate porpora]], che si trovava nei paraggi coinvolto in una gara a chi '''raccoglieva più funghi'''.
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Giovanni scoppiò in un urlo di terrore mentre gli piovevano addosso i pochi resti del padre. Per qualche strana ragione questo avvenimento fu considerato un [[trauma]], addiritturà il principale che condizionò la [[mentalità]] del [[poeta]].
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=== Dopo l'attentato: i primi studi, l'amicizia con [[Gabriele d'Annunzio]], le prime poesie ===
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[[Gabriele d'Annunzio|D'Annunzio]] portò di moda in quella scuola la sua passione per la [[poesia]], fra i versi memorabili che troviamo scritti col pennarello sulle porte dei servizi igenici maschili vi sono quelli della poesia intitolata "''[[Primo vere]]''", che recitano: "''Primo vere / Este tati / Auto ni / Inve erni''", in futuro pubblicata su riviste del calibro di "Modella 1800" e "Ieri". Data l'elevata debolezza della natura di Pascoli ben presto si conformizzò anche in questo atteggiamento del suo mentore, naque così la sua vena ispiratrice per le poesie decadenti (ovvero lo stesso genere di d'Annunzio, chiamato così a causa dello scarso contenuto delle opere), e cominciò a comporre le sue prime poesie, molto apprezzate nell'ambiente scolastico (gli alunni usavano i fogli con le quali erano scritte come cartine, i professori come [[carta igenica]], entrambi dopo averli usati li restituivano al poeta).
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=== Gli anni universitari ===
Durante la [[Gita scolastica|gita]] all'estero del 5° [[anno]] in cui fra le tante era coinvolta la classe di [[Gabriele d'Annunzio|d'Annunzio]], Pascoli, rimasto senza il suo caro amico a scuola, cercò di fare nuove amicizie, e cominciò a frequentare, travestito da [[Babbi l'orsetto|orsacchiotto]] (a modo suo per apparire più simpatico), gli ambienti delle prime e seconde classi. Appena giunto in prossimità della I B gli arrivò in [[testa]] un [[aereo di carta]], la violenza dell'impatto lo fece svenire sul colpo, e dato che nessuno lo soccorse perché tutti ignoravano la sua esistenza, il dannò si aggravò fino a trasformarsi in '''coma neurovegetativo'''. Si risvegliò 10 anni dopo (all'età anagrafica di 24 anni, ma all'età biologica di 15 anni) totalmente nudo, con un preservativo usato all'interno del retto, in una taverna per gay [[Rimini|Riminese]] chiamata "l'[[assiuolo]]" (da qui prese ispirazione per una delle sue poesie più famose). Si rialzò immediatamente e incurante della sua nudità andò a iscriversi senza motivo all'[[università]].
Scelse la facoltà di [[filosofia]] (la parte del nome "filo" gli ricordava il legame degli anni passati in casa) e dopo non essersi laureto cambiò facoltà: "[[Psicopedagogia]]" (lo divertiva il nome buffo), riuscì a laurearsi in soli 2 anni (questa facoltà prevedeva solo 1 materia, infatti venne chiusa dopo il primo corso, frequentato solo da un alunno). Insoddisfatto si iscrisse a una terza facoltà: "[[Cazzeggiare|Economia e passeggio]]", dopo altri 3 anni in cui non diede nessuna materia abbandonò anche questa per iscriversi in "[[Universitologia applicata]]" e riuscì a laurearsi a pieni voti (questa facoltà non prevedeva nessuna materia, anche questa venne chiusa subito dopo il primo tentativo, anche questa volta frequentato solo da Pascoli).
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=== Il carcere e l'ibernazione ===
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Sul punto di morte fu '''ibernato''' per scopi non del tutto chiari (probabilmente è in progetto una clonazione in serie del poeta per dominare il mondo, ma si tratta sempre di Pascoli, è più probabile che stiano cercando un modo per farlo ingrassare in fretta e usarlo per il nuovo [[Mc Pascoli Burger edizione limitata]]).
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==== Saggi ====
*"''Ok, facciamo quel gioco sporco che mi hai proposto [[ieri]]''" (1871, Riflessione molto penetrante sul rapporto con l'amico Gabriele d'Annunzio)
*"''Il fanciullino''" (1876, Riflessioni sulla propria mentalità, scritto durante il coma)
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{{Scrittori}}
[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Poeti]]
[[eo:Paskolio]]
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