Giacomo Agostini

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Giacomo Agostini, imbalsamato ed esposto al Museo della Motocicletta di Misano.
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(Giacomo Agostini arrivando al traguardo)
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(Giacomo Agostini commentando un post)

Giacomo Agostini (Brescia, 16 giugno 1942) è un pilota motociclistico detentore di innumerevoli record, tra cui il maggior numero di titoli vinti (quindici) e di taniche di olio idraulico ingurgitate (cinque, ma a sua discolpa bisogna dire che credeva fosse grappa). È stato anche:

  • il primo pilota a vincere una gara di MotoGP guidando un hovercraft.
  • il primo pilota a gareggiare bendato.
  • il primo pilota bendato a uscire di pista e a travolgere gli spettatori.
  • il primo campione del mondo a chiamarsi Giacomo Agostini.

Agostini è inoltre l'unico bresciano a essere riuscito a salire su una moto dalla parte giusta (infatti è bergamasco).
Noto tombeur de femme, era solito limonare con le paddock girls prima, durante e dopo le gare.

Carriera

Gli inizi

Sachsenring, 1966. Agostini fora la gomma anteriore e vince girando in leva per tutta la gara.

Esordì nel mondo delle corse con una moto di piccola cilindrata, una Peg Perego a batteria, con la quale vinse la sua prima gara nella categoria Fenomeni da baraccone.
Nel 1965 si accasò alla Moto Morini, una ditta di falciatrici con molte ambizioni, e grazie al fattivo aiuto del compagno di scuderia, il veterano Loris Capirossi, contese il titolo fino all'ultima gara all'inglese Mike Hailwood. Un banale guasto tecnico (la rottura della cordicella che aziona la falciatrice) gli precluse però la vittoria. Agostini, bestemmiando a pugni alzati come solo i bresciani sanno fare, decise pertanto di trasferirsi alla MV Agusta.

Lo strapotere della nuova moto fu subito evidente: nella prima gara, a Daytona, Agostini ottenne vittoria, pole position e giro veloce. E senza neanche dover cambiare marcia.
Mike Hailwood venne invece squalificato perché da buon inglese aveva girato per tutta la gara contromano.

Il dominio

In MV Agusta cominciò a inanellare successi e a dare costantemente la paglia a rivali del calibro di:

In cinque anni, favorito anche da un regolamento che permetteva di gareggiare in più categorie contemporaneamente e di guidare con in testa un cappello porta-birra, Agostini vinse dieci titoli iridati, otto Tourist trophy, cinque servizi da the coi punti dell'Agip, due tappe alla Milano-Taranto e una al Tour de France.
Pignolo e perfezionista, curava in maniera maniacale la componente tecnica della moto e il suo ciuffo corvino. L'unico a impensierirlo fu Renzo Pasolini, un pilota talentuoso che però aveva un grosso limite: faceva il fattorino in una pizzeria d'asporto e correva su una Vespa dotata di fermi.

Nel 1970 Agostini vinse tutte le gare della classe 500, il titolo di ragazzo più figo della classe III D e diecimila lire al gratta e vinci. In quella stagione non prese parte al Gran Premio d'Olanda perché influenzato. Vinse comunque.

Nel 1971 la FIM, al fine di limitare la sua schiacciante superiorità, lo costrinse a correre guidando un sidecar con a bordo Paolo Beltramo. Nonostante questo handicap, Agostini vinse tutte le gare.

Di Valentino Rossi Agostini ha detto: “Vale il mio erede? Ma se l'unico avversario che sa seminare è l'Agenzia delle Entrate!

Nel 1973 fu squalificato per tre gare per non aver pagato il bollo della moto. Nella decisiva gara di Monza, Agostini tentò di portarsi in testa ma il rivale Pasolini, che guidava la classifica, lo centrò in faccia con un trancio di pizza peperoni e salsiccia. Agostini cadde e diede vita a un incidente in cui morirono Saarinen, un coglione che aveva scavalcato le recinzioni di sicurezza e Stella Bruno dai box.
Un pistone vagante si conficcò nel cervello del telecronista Guido Meda, procurandogli danni cerebrali permanenti e la sua caratteristica parlantina.

In Yamaha

Renzo Pasolini, sconvolto dalla tragedia, si ritirò e morì ammazzato in circostanze oscure a Ostia.
Giacomo Agostini, sconvolto dalla comparsa dei primi capelli bianchi, impossibili da debellare nemmeno con la tinta Excellence Crème di L'Oréal, ebbe un crollo nervoso e firmò con la Yamaha. Non entrò mai in sintonia con la moto, asserendo che era troppo elettronica e che i meccanici puzzavano di sushi. Insistette inoltre affinché quegli incomprensibili comandi in giapponesi venissero sostituiti con altri in italiano. Inutilmente il capomeccanico provò a spiegargli che i comandi erano già in italiano.
In Yamaha Agostini totalizzò diversi ritiri e una notevole figura di merda durante il Gran Premio di Cecoslovacchia, quando durante una sosta ai box volle arrangiarsi e fece il pieno di diesel.

Dopo il ritiro

Tentò di rilanciarsi in Formula 2 alla guida di una Williams, ma i mediocri risultati ottenuti cavalcando a pelo Serena Williams lo convinsero a desistere.
Oggi Giacomo Agostini vive a Brescia e passa le sue giornate a sfidare i quattordicenni a chi impenna di più col Garelli.


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