Fumettista: differenze tra le versioni

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== Musa ispiratrice del fumettista ==
== Musa ispiratrice del fumettista ==
Il fumettista tra le sue {{citnec|virtù}} vanta la presenza di varie muse ispiratrici. Esse generalmente si concretizzano negli strani sogni che fanno o nella loro normale routine. La fantasia di questi esseri, essendo infatti psicologicamente non sani, è oltre ogni aspettativa sviluppata e inverosimile. Inoltre sono molto ispirati dalla stessa donna che ammaliò [[Bob Marley]] e [[J Ax]]: Maria.
[[File:Manara8.jpg|right|thumb|146px|Fumetto di un fumettista non arrapato.]]) rappresentata da Manara in una delle sue più argute storie: "Il Gioco"]]Il fumettista tra le sue {{citnec|virtù}} vanta la presenza di varie muse ispiratrici. Esse generalmente si concretizzano negli strani sogni che fanno o nella loro normale routine. La fantasia di questi esseri, essendo infatti psicologicamente non sani, è oltre ogni aspettativa sviluppata e inverosimile. Inoltre sono molto ispirati dalla stessa donna che ammaliò [[Bob Marley]] e [[J Ax]]: Maria.


== Il fumettista, un personaggio da scoprire ==
== Il fumettista, un personaggio da scoprire ==

Versione delle 21:03, 12 gen 2010

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Fumettista perfetto
« Disegnare è un'arte non un passatempo. »
(Fumettista convinto)
« Ahahahahahahahaha... »
(Tutti sull'affermazione precedente)
« Non son disoccupato, son fumettista »
(Il miglior modo per far scappare una donna)


Il fumettista è quell'essere[citazione necessaria] che ha talmente tanto poco da fare nella vita che passa il suo tempo a disegnare esserini altrettanto vuoti e inutili. Il suo ego è talmente tanto elevato da credere che importi a qualcuno dei suoi disegnetti da due soldi. In caso di poserismo a volte si auto definiscono anche artisti e nei casi gravi definiscono il loro anche un mestiere.

Etimologia della parola

La parola fumettista ha un curioso mix di parole. Fum vien dalla parola fumato, ett indica il grado di stupidità da fumo all'etto, ovvero alla massa fisica del soggetto e ista poiché fanno istanza di ogni cosa che non sia nel suo minimo immaginario.
Quindi come volevasi dimostrare le parole indicano esattamente l'essere di ogni singolo individuo.

Storia del fumettista

Originariamente la parola fumettista era direttamente proporzionale all'essere dei soggetti rinchiusi alla neuro da circa metà della loro vita, tuttavia il significato dell'essere un fumettista nella società è variato molto.
In principio il fumetto nasce come forma alternativa di letteratura, una letteratura illustrata in poche parole, il fumettista invece nasce come essere da disprezzare di cattiva famiglia, povera, che non sa fare di meglio nella vita che volare nella propria fantasia e perdercisi all'interno.
Fare il fumettista è divenuta poi una forma d'espressione del proprio delirio ideologico (vedi Tiziano Sclavi). Assume un'importanza notevole al momento della globalizzazione come messaggi pubblicitari o creazione di personaggi noti nel mondo della grafica in modo da diventare tormentoni pubblicitari-grafici. Una specie di tortura visiva.
Il fumettista in seguito raggiunge uno scopo ludico per pensanti e non. Lo scopo educativo per i bambini è quello di insegnar loro la guerra le esplosioni e l'esistenza dell'uomo ragno. Quello per gli adulti è quello che esprime Milo Manara nelle sue strisce.

Musa ispiratrice del fumettista

File:Manara8.jpg
Fumetto di un fumettista non arrapato.

) rappresentata da Manara in una delle sue più argute storie: "Il Gioco"]]Il fumettista tra le sue virtù[citazione necessaria] vanta la presenza di varie muse ispiratrici. Esse generalmente si concretizzano negli strani sogni che fanno o nella loro normale routine. La fantasia di questi esseri, essendo infatti psicologicamente non sani, è oltre ogni aspettativa sviluppata e inverosimile. Inoltre sono molto ispirati dalla stessa donna che ammaliò Bob Marley e J Ax: Maria.

Il fumettista, un personaggio da scoprire

Vi auguro di non conoscerlo mai ma un fumettista è la creatura più paurosa che possiate incontrare, se vi faceva paura il buio lo desidererete ardentemente vedendo questo curioso essere. Il suo aspetto, nei giorni in cui esce di casa che sono all'incirca tra il mai e il e il mai più, è decisamente malandato. Escono infatti di casa con colori che sono un colpo nell'occhio per l'intera popolazione e che provocano crisi epilettiche a chi soffre di questo disturbo. Le stringhe delle scarpe sono slacciate perché la mancata attività fisica comporta la totale inibizione di tutte le membrane muscolari, si proprio tutte, e quindi la totale mancanza di allungamento muscolare. I vestiti son più grandi di lui, poiché piccoletto e segnato dallo schifo dei suoi disegni, e generalmente macchiati. I capelli sono lunghi, non hanno tempo e voglia per curarsene e lo stesso è per la barba, incolta e selvaggia. L'occhio è assente e perso, sembrerà di vederlo fermo pur se in movimento. Non parla, agisce con calma, tolto dal suo ambiente naturale, la casa degli inferi e senza la sua matita, potrebbe avere crisi violente. Il carattere è indefinibile data l'assenza del dono della parola. La loro personalità è pari a un fazzoletto sporco di moccio utilizzato da varia gente.

Casa[citazione necessaria] del fumettista

La casa[citazione necessaria] del fumettista si compone di pochi ambienti realmente utili alla sopravvivenza di codesto essere. Il disordine è diventato ormai parte integrante della casa, il letto (oramai singolo perché le donne non vengono) è là al solo scopo di tirarsi le seghe comodamente, il divano per spanciarsi, la birra per dimenticare, il frigorifero per ingurgitare una quantità di roba che neanche Shrek riuscirebbe a mangiare , il tavolo per scarabocchiare, e vari colori matite e armamentario del mestiere[citazione necessaria].
Inoltre la casa del fumettista è addirittura provveduta di cesso, logicamente lercio. Le pulizie di casa non rientrano nella normale amministrazione casalinga. Notare che manca la doccia, il lavandino, le sedie, l'armadio, la lavatrice, il cassetto delle mutande pulite, il telefono, ogni forma di connessione al mondo esterno, e una donna anche occasionale. Si tratta di un vero habitat naturale creato dopo anni e anni di lavoro, una simile sporcizia non si può vedere altrove.


Giornata media del fumettista

  • Sveglia alle 12 (il fumettista non dorme mai)
  • Colazione con uova e abbondante fancazzismo.
  • Seconda colazione (i fumettisti mangiano come porci e sono stecchetti che paiono morti di fame)
  • Abbiocco del dopo colazione
  • Pranzo (non leggero)
  • Abbiocco del dopo pranzo con dormita a carico
  • Sveglia
  • Lettura di fumetti altrui (i propri fanno schifo)
  • Merenda
  • Merenda
  • Merenda
  • Cena
  • Accensione dello stereo a volume tale da far cadere le orecchie a Dumbo
  • Tirarsi seghe (la totale assenza di una donna di carne lo stimola a disegnarla sulla carta ma non felice fa un peccato di carne)
  • Trovare l'ispirazione
  • Impugnare la matita (impresa alquanto ardua per esseri di così poco intelletto)
  • Fare qualche scarabocchio
  • Cercargli un senso
  • Copiarlo all'infinito
  • Fare lo scarabocchio il protagonista dei tuoi sogni (anche erotici, vedi donne di Dylan Dog)
  • Disegnare quindi i suoi sogni
  • Dargli un senso
  • Chiamare una persona normale per fargli correggere gli orrori (perchè sono orrori) di ortografia
  • Chiamare un altro fumettista non confessato
  • Farlo diventare proprio manager
  • Fargli convincere che quella è arte
  • Pubblicare con il solito metodo
  • Andare a dormire
  • Sognarsi una donna (chiunque basta che possegga una vagina)