Edvard Munch: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità|Munch}}
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{{Cit2|Fidati|Pino la lavatrice, su citazione precendente}}
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{{Cit2|Meno male che ci sei tu a darmi un po' di conforto!|Munch a sua madre, poco prima che lei morisse}}
{{Cit2|Be' meno male che ci sei tu|Munch a sua sorella, che morì poco dopo}}
{{Cit2|Grazie di esistere, sei l'unico che mi è rimasto|Munch al padre, che avrebbe tirato le cuoia a breve}}
{{Cit2|Prova a dirmi qualcosa e ti ammazzo|Il gatto di Munch, toccandosi le palle}}


'''Edvard Munch''' è stato un pittore Polosvacco. Fu uno dei massimi esponenti del Decadentismo e dell'espressionismo, visse fra l'Ottocento e il Duemila.
'''Edvard Munch''', pittore norvegese, uno dei massimi esponenti del Decadentismo,dell'espressionismo e di tutte le correnti tristi che finiscono con ''ismo'' visse in un periodo imprecisato (di cui francamente [[a nessuno importa]]) fra l'Ottocento e il Duemila ed è conosciuto dai più per essere uno dei dieci artisti più sfigati della storia secondo ''Novella 2000''.
Munch, [[pittore]] dell'angoscia, disegnava [[morte]] e talvolta amore, insomma era un po' [[emo]].
L'[[urlo]] è probabilmente la sua [[opera]] più famosa. L'[[autore]] stesso disse che rimase impressionato durante una delle monotone giornata trascorse vicino al [[pc]] alla vista di un articolo di [[nonciclopedia]] vandalizzato.




==Cenni biografici==
==Cenni biografici==
Munch è il [[pittore]] dell'angoscia, disegna [[morte]] e talvolta amore, insomma era un [[emo]]. Tutto inizia alla morte della [[madre]], poi del [[padre]], poi del [[gatto]] e poi del suo carissimo [[neurone]]. Le sue opere inquietanti e con influenze [[dark]]-gothic riscossero successo, soprattutto da parte di giovani che come lui, adoravano l'oscuro. Purtroppo il successo lo devastò e Edvard cominciò ad abusare di [[alcol]], fino a farsi ricoverare in una clinica per malattie psicotiche. Le sue opere più importanti si trovano in Svervegia, culla natale di Edvard.


=== L'infanzia e la parte triste della sua vita ===

L'esistenza di Munch si può quantificare in lutti: quando nacque, l'ostetrica e il dottore che si occuparono del parto morirono dieci minuti dopo per autocombustione. Trascorse un'infanzia piuttosto solitaria, soprattutto perché ogni volta che si faceva un nuovo amico, questi moriva in qualche modo strano.
Iniziò ad andare a scuola, ma presto si ritrovò in classe da solo, e non c'era alcun insegnante ancora in vita che potesse fargli apprendere alcunché. Il preside non voleva metterlo in una nuova classe, onde evitare un'altra strage, ma non voleva nemmeno cacciarlo dalla scuola, perché avrebbe dovuto comunicarglielo in qualche modo e temeva di soccombere in quell'occasione. Così Munch continuò ad andare a scuola, sedeva in classe da solo per sei ore consecutive, durante le quali disegnava sulla lavagna, piangeva, si tagliava le vene e tentava il suicidio. Inutilmente. Il suo raggio di sfiga colpiva chiunque incappasse nel suo cammino, tranne che lui - che rimaneva però così irrimediabilmente isolato. Fu così che gli toccò assistere alla morte della madre, poi della sorella, poi del padre, poi del gatto e poi del suo carissimo neurone. Munch studiò all'Accademia di belle arti di Oslo grazie ad una borsa di studio che vinse perché tutti gli altri pretendenti morirono dopo avergli stretto la mano. Fu molto prolifico, ma i suoi quadri non vennero apprezzati. Poco male, tanto tutti quelli che li criticarono (ma più in generale, tutti quelli che li videro e ne sentirono parlare) passarono a miglior vita nell'arco di pochi giorni.

=== La parte felice della sua vita ===

Evard Munch morì il 23 gennaio 1944. Quando questo accadde, il pittore non sapeva a chi lasciare i suoi beni, e cioè le sue opere: finì col lasciarle allo stato. I norvegesi si interrogarono a lungo circa il destino di queste opere.

{{quote|A me fan cagare, io non le voglio!|I norvegesi}}

Infine decisero che non era giusto che [[qualcuno]] se le godesse alla faccia di tutti, e quindi le gettarono alla rinfusa in un ex macelleria islamica che ribattezzarono col nome di ''Munch Museet''. Già, proprio per la serie 'pariamoci il culo va che è meglio'.


[[Immagine:MunchOmino.jpg|right|thumb|300px|La cruda verità.]]
[[Immagine:MunchOmino.jpg|right|thumb|300px|La cruda verità.]]
==L'angoscia nei suoi quadri==
==L'angoscia nei suoi quadri==

[[Munch]] ebbe una [[vita]] travagliata da numerosi lutti e ne rimase angosciato. Tutto ciò si può capire dai colori cupi e tenebrosi e dalle sagome deformate dei soggetti presenti nei quadri. Smisurato sarà l'utilizzo del [[rosso]], ispirato da un sogno fatto dopo una serata di [[sballo]].
Ricapitolando, nel caso ancora non l'aveste capito: [[Munch]] ebbe una [[vita]] travagliata da numerosi lutti e ne rimase angosciato. Tutto ciò si può capire dai colori cupi e tenebrosi e dalle sagome deformate dei soggetti presenti nei quadri. Smodato è l'utilizzo del [[rosso]], ispirato da un sogno fatto dopo una serata di [[sballo]], e perlopiù reso utilizzando il suo stesso sangue. I temi invece sono allegri, spensierati, e molto vari: passano dalla morte, alla solitudine, alla depressione, all'angoscia, alla morte, alla depressione, alla morte, alla solitudine e così via. Ce n'è per tutti i gusti insomma.


== Opere ==
== Opere ==

L'[[urlo]] è probabilmente la sua [[opera]] più famosa. L'[[autore]] stesso disse che rimase impressionato durante una delle monotone giornata trascorse vicino al [[pc]] alla vista di un articolo di [[nonciclopedia]] vandalizzato.

* La fanciulla malata
* La fanciulla malata
* Ritratto della sorella Inger nel pieno della pubertà e della salute
* Ritratto della sorella Inger nel pieno della pubertà e della salute
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* Miseria
* Miseria
* Disperazione
* Disperazione
[[File:L'Urlo Munch cucina.jpg||right|thumb|250px|Munch ispirato dalla fame.]]* La danza della vita
[[File:L'Urlo Munch cucina.jpg||right|thumb|250px|Munch ispirato dalla fame.]]
* La danza della vita
* Golgotha
* Golgotha
* Ragazze sul ponte
* Ragazze sul ponte
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* Natura, ma morta
* Natura, ma morta


==Curiosità==
== Curiosità ==


Il titolo originale de "L'urlo" era "Nooo! Il trenooo!"
* Il titolo originale de "L'urlo" era "Nooo! Il trenooo!"





Versione delle 00:35, 5 ott 2009

Sono Clippy Emo
ed adoro Munch, l'urlo esprime il mio dolore mentre mi taglio.
« Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità »
(Munch)
« Fidati »
(Pino la lavatrice, su citazione precendente)
« Meno male che ci sei tu a darmi un po' di conforto! »
(Munch a sua madre, poco prima che lei morisse)
« Be' meno male che ci sei tu »
(Munch a sua sorella, che morì poco dopo)
« Grazie di esistere, sei l'unico che mi è rimasto »
(Munch al padre, che avrebbe tirato le cuoia a breve)
« Prova a dirmi qualcosa e ti ammazzo »
(Il gatto di Munch, toccandosi le palle)

Edvard Munch, pittore norvegese, uno dei massimi esponenti del Decadentismo,dell'espressionismo e di tutte le correnti tristi che finiscono con ismo visse in un periodo imprecisato (di cui francamente a nessuno importa) fra l'Ottocento e il Duemila ed è conosciuto dai più per essere uno dei dieci artisti più sfigati della storia secondo Novella 2000. Munch, pittore dell'angoscia, disegnava morte e talvolta amore, insomma era un po' emo.


Cenni biografici

L'infanzia e la parte triste della sua vita

L'esistenza di Munch si può quantificare in lutti: quando nacque, l'ostetrica e il dottore che si occuparono del parto morirono dieci minuti dopo per autocombustione. Trascorse un'infanzia piuttosto solitaria, soprattutto perché ogni volta che si faceva un nuovo amico, questi moriva in qualche modo strano. Iniziò ad andare a scuola, ma presto si ritrovò in classe da solo, e non c'era alcun insegnante ancora in vita che potesse fargli apprendere alcunché. Il preside non voleva metterlo in una nuova classe, onde evitare un'altra strage, ma non voleva nemmeno cacciarlo dalla scuola, perché avrebbe dovuto comunicarglielo in qualche modo e temeva di soccombere in quell'occasione. Così Munch continuò ad andare a scuola, sedeva in classe da solo per sei ore consecutive, durante le quali disegnava sulla lavagna, piangeva, si tagliava le vene e tentava il suicidio. Inutilmente. Il suo raggio di sfiga colpiva chiunque incappasse nel suo cammino, tranne che lui - che rimaneva però così irrimediabilmente isolato. Fu così che gli toccò assistere alla morte della madre, poi della sorella, poi del padre, poi del gatto e poi del suo carissimo neurone. Munch studiò all'Accademia di belle arti di Oslo grazie ad una borsa di studio che vinse perché tutti gli altri pretendenti morirono dopo avergli stretto la mano. Fu molto prolifico, ma i suoi quadri non vennero apprezzati. Poco male, tanto tutti quelli che li criticarono (ma più in generale, tutti quelli che li videro e ne sentirono parlare) passarono a miglior vita nell'arco di pochi giorni.

La parte felice della sua vita

Evard Munch morì il 23 gennaio 1944. Quando questo accadde, il pittore non sapeva a chi lasciare i suoi beni, e cioè le sue opere: finì col lasciarle allo stato. I norvegesi si interrogarono a lungo circa il destino di queste opere.

« A me fan cagare, io non le voglio! »
(I norvegesi)

Infine decisero che non era giusto che qualcuno se le godesse alla faccia di tutti, e quindi le gettarono alla rinfusa in un ex macelleria islamica che ribattezzarono col nome di Munch Museet. Già, proprio per la serie 'pariamoci il culo va che è meglio'.

La cruda verità.

L'angoscia nei suoi quadri

Ricapitolando, nel caso ancora non l'aveste capito: Munch ebbe una vita travagliata da numerosi lutti e ne rimase angosciato. Tutto ciò si può capire dai colori cupi e tenebrosi e dalle sagome deformate dei soggetti presenti nei quadri. Smodato è l'utilizzo del rosso, ispirato da un sogno fatto dopo una serata di sballo, e perlopiù reso utilizzando il suo stesso sangue. I temi invece sono allegri, spensierati, e molto vari: passano dalla morte, alla solitudine, alla depressione, all'angoscia, alla morte, alla depressione, alla morte, alla solitudine e così via. Ce n'è per tutti i gusti insomma.

Opere

L'urlo è probabilmente la sua opera più famosa. L'autore stesso disse che rimase impressionato durante una delle monotone giornata trascorse vicino al pc alla vista di un articolo di nonciclopedia vandalizzato.

  • La fanciulla malata
  • Ritratto della sorella Inger nel pieno della pubertà e della salute
  • Squallore
  • Tormento
  • Pianto a dirotto
  • Paesaggio invernale norvegese, tanto per tirarsi un po' su il morale
  • Ritratto della sorella Inger a letto per una lieve influenza
  • Malinconia
  • L'urlo
  • Ritratto della sorella Inger in procinto di morire
  • La morte nella stanza della malata
  • La vecchiaia e il rincoglionimento senile
  • Ritratto della sorella Inger morta da tre giorni
  • Sera sul viale Karl Johan, fa freddo e mi sento triste
Il sogno di un politico turbato da Munch.
  • Vampiro
  • Angoscia
  • La donna in tre fasi: malattia, morte e decomposizione
  • Ceneri
  • Ritratto della bottega del becchino
  • Chiaro di luna, bello spettacolo ma la vita fa schifo comunque
  • Tristezza a gogò
  • Tubercolosi
  • La bambina malata
  • Separazione
  • Tormento
  • Ritratto di gente che si tocca le balle mentre passo
  • La madre morta e la bambina
  • Henrik Ibsen muore d'infarto al Grand Café
  • Malinconia, Laura
  • Disgusto per la vita
  • Miseria
  • Disperazione
Munch ispirato dalla fame.
  • La danza della vita
  • Golgotha
  • Ragazze sul ponte
  • Ragazze spiattellate dopo esser cadute dal ponte
  • Autoritratto all'inferno
  • Tomba
  • Tempo di neve nel viale, inutile ribadire che la vita fa schifo
  • Malinconia (ragazza che piange sulla spiaggia)
  • La morte di Marat
  • La morte di tutti i parenti e conoscenti di Marat
  • Come mai anche i gatti neri mi evitano?
  • Gelosia I
  • Gelosia II
  • Gelosia V
  • L'assassino
  • Il sole splende e vale la pena di vivere. Scherzo, la vita è una merda.
  • Agitazione interna, forse ho mangiato troppe cozze
  • Modella accanto alla sedia di paglia
  • Modella morta sulla sedia di paglia
  • Autoritratto tra la fossa e la lapide
  • Tristezza a palate
  • Natura, ma morta

Curiosità

  • Il titolo originale de "L'urlo" era "Nooo! Il trenooo!"



Intestazione