Clan dei marsigliesi: differenze tra le versioni

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{{gilda| dei criminali}}
[[File:clan dei marsigliesi film.jpg|right|thumb|320px]]
{{cit2|Je suis un expert [[Killer|meurtrière]].|Albert Bergamelli si presenta al boss del Milieu marsigliese.}}
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{{cit2|Oui, je suis Catherine Deneuve.|Maffeo Bellicini entra nel clan buttandola in simpatia.}}
Il '''clan dei marsigliesi''', conosciuto inizialmente come '''banda delle tre B''' (per [[qualcuno]] dalle iniziali dei cognomi dei capi, per [[tanti altri]] da ''"[[Capodanno|Brigitte Bardò Bardò...]]"''), era un'organizzazione criminale nata a [[Roma]] nel [[1973]], operante tra [[Francia]], [[Italia]] e [[Terra di Mezzo]], durante tutti gli [[anni '70]]. Furono in attività per otto anni, un tempo abbastanza lungo per accumulare un discreto bottino, ma un tantino corto per contare veramente qualcosa, la [[mafia]] agisce indisturbata dal [[1800]], tanto per dire.<br /> Ebbero comunque il loro momento di gloria e lo vissero mantenendo volutamente un profilo basso. Infatti, in un periodo storico di grave [[crisi economica]], che arrivò a meritare l'appellativo di [[austerity]], un [[tizio]] che improvvisamente si intesta due o tre [[Ferrari]] (e un discreto numero di appartamenti di lusso) è del tutto normale. Il gruppo divenne un'autentica industria del crimine, il primo capace di esercitare un certo controllo sul territorio (che ubbidiva in modo diligente a ''vieni, seduto, terra, resta, piede''), facendo fare un notevole salto di qualità alla piccola [[Criminalità|delinquenza]] di borgata romana.<br /> Sulle origini del nome della banda si sono affermate due ipotesi, la prima che faceva riferimento alla provenienza [[francese]] di alcuni componenti, la seconda riguardava il loro peculiare modo di lavare i soldi sporchi col sapone profumato.
 
{{primapagina|21 apr 2014}}
== Storia ==
 
[[File:Totò coinvolto in alcuni crimini a Milano.jpg|right|thumb|380px|Dopo aver distratto le forze dell'ordine, ed effettuata la rapina con una ferocia inaudita, i marsigliesi lavano il denaro sporco alla loro maniera.]]
 
=== Antefatto ===
 
La storia della malavita romana, fino alla fine degli [[anni '60]], racconta di una realtà fatta di [[Usuraio|strozzinaggio]], contrabbando di [[cartongesso]], [[NonNotizie:Traffico di organi in Italia|traffico d'organi]] Farfisa, [[zecchinetta]] abusiva e piccole [[ManualiNonbooks:Rapina a mano armata|rapine]], praticamente dei [[Ravanello|ravanelli]]. Una situazione frastagliata, fatta di boss di borgata che governavano il loro piccolo regno e che risolvevano i contrasti a zaccagnate<ref>coltellate intimidatorie, inferte più per umiliare che per uccidere, una sorta di schiaffo a mano armata</ref>. <br /> In questo panorama, agli inizi degli anni '70, si registrò nella capitale l'arrivo di alcuni pregiudicati [[francesi]], criminali con un impeccabile gusto nel vestire, raffinati nei modi e ottimi [[sommelier]], insomma degli stronzi altezzosi che pensano di saper fare le cose meglio degli altri. A pensarci, avendo già scritto "francesi" prima, l'ultima parte è ridondante. Erano tutti del ''Milieu marsigliese'', un cartello criminale considerato tra le più spregiudicate mafie europee dell'epoca, dopo la [[Democrazia Cristiana]]. Gangster di tutto rispetto, dediti soprattutto al traffico degli [[Droga|stupefacenti]], erano già noti all'opinione pubblica, e alla polizia, per una spettacolare rapina messa a segno il [[15 aprile]] [[1964]] nella centralissima via Montenapoleone di [[Milano]]. Otto banditi marsigliesi, guidati da Jo le Maire (detto "il sindaco") e il suo luogotenente Pepè le Moko (detto "GUARDATE, HA UN MITRA!!") irrompono armati in una gioielleria, uscendone con un bottino di duecento milioni di lire. Furono arrestati una settimana dopo, la consegna di [[ventordici]] casse di [[Champagne|Dom Pérignon]] (e otto cestelli da ghiaccio in [[oro]] finemente cesellati a mano), in una baracca nei pressi dell'Idroscalo, mise gli inquirenti sulla giusta pista.
 
=== 1973: le tre B ===
 
Secondo [[i bene informati]], e una logica che tutto sommato regge, il nome iniziale della banda era dovuto alle iniziali dei cognomi dei tre fondatori: Bergamelli, Bellicini e Berenguer. ''"Ma chi erano questi marsigliesi?"'' {{s|<del>Ora lo chiedo a mio cugi}}</del>
[[File:Brigitte Bardot in spiaggia.jpg|left|thumb|320px|La foto è vagamente attinente, ma una come Brigitte Bardot dove la metti sta bene.]]
* '''Albert Bergamelli''' era tra gli "uomini d'oro" (come vennero battezzati nel '64) di via Montenapoleone. Originario di Vitry-sur-Seine, un comune vicino a Marsiglia quanto [[Pordenone]] lo è a [[Cosenza]], entrò presto in contatto con la malavita organizzata. Le alternative sarebbero state: farsi [[prete]] (spinto dalla madre molto religiosa) o entrare in politica (raccomandato da suo zio); a conti fatti, erano tutte attività con elevata possibilità di commettere reati. Dopo aver [[ManualiNonbooks:Finire in gattabuia|dimorato nella maggior parte delle galere]] presenti sulla tratta [[Parigi]]-[[Firenze]], nel 1973 fa perdere le sue tracce e si trasferisce a Roma, lavorando nella banda di Lallo lo Zoppo, ex campione testaccino di corsa campestre gambizzato da Franchino "er criminale". Qui conosce i futuri soci.
* '''Maffeo Bellicini''', detto Lino, è di origini [[Brescia|bresciane]] ed è già uno stimato bandito di fama internazionale. Anche lui ha iniziato a delinquere in giovane età, grazie ad una cooperazione tra [[università]] europee (evolutasi in seguito nel [[progetto Erasmus]]) usufruisce di un periodo di apprendistato criminale nel clan di Jean Claude Zigulì, dedito allo spaccio di pastiglie balsamiche e allo sfruttamento della [[prostituzione]]. Prosegue la sua carriera in [[Svizzera]], specializzandosi nei sequestri delle [[E la marmotta confeziona la cioccolata|marmotte dei cioccolatifici]], in seguito raggiunge il [[Portogallo]] dove, nel corso di una rapina in [[banca]] durante il carnevale di Lisbona, si arrende ad un bambino vestito da sceriffo, credendolo un agente dell'Interpol. Dopo essere riuscito ad evadere, si trasferisce a Roma e conosce Bergamelli.
* '''Jacques René Berenguer''' era già nella capitale dal [[1971]]. C'era arrivato sull'onda dei successi ottenuti in Francia, dove aveva trionfato ai "Dirty Awards" , premio clandestino conferito al ''Peggior [[figlio di puttana]] [[Assassino|scannacristiani]]'' dell'anno. Viene però arrestato per l'omicidio di una prostituta e, nel [[1973]], si arrampica sul tetto del carcere per sollecitare la concessione della libertà provvisoria. {{Citnec|Chiaramente}} viene liberato e torna a Roma. Appena incontra gli altri due il feeling è immediato, sono convinti che la frammentata delinquenza romana è composta principalmente da mezze seghe, decidono quindi di mettersi in proprio e prendersi tutto. Si fanno chiamare la banda delle 3 B, non tanto per le iniziali (anche se era una curiosa coincidenza) quanto per l'amore dei [[Spaghetti western|film western]]. Con un chiaro omaggio a [[Sergio Leone]] si fanno conoscere come ''[[Il buono, il brutto, il cattivo|il buono, il brutto, il bastardo]]''.
 
=== 1975: i sequestri ===
 
[[File:Comandanti russi Stalingrado riunione.png|right|thumb|250px|I sequestri venivano pianificati "alla francese", quindi riuscivano per [[culo]].]]
Il primo colpo che li porta sulle prime pagine dei giornali, viene ricordato da loro stessi con mestizia, forse anche leggera [[vergogna]], fu decisamente un [[cazzata]] come se ne fanno poche. Il [[22 febbraio]] del [[1975]], durante una rapina all'interno dell’ufficio postale in Piazza dei Caprettari, uccidono l'agente Giuseppe Marchisella e, quello che avrebbe dovuto essere un colpo miliardario, si risolse con un magro bottino di sole 400 mila lire e un morto ammazzato. La malavita romana li schernisce, la banda delle 3 B diventa in poco tempo lo zimbello delle altre, suscitando grasse risate, più che le barzellette sui [[carabinieri]]. Alla Garbatella vengono ribattezzati la ''banda Bim Bum Bam'', a Testaccio diventano il ''trio Bertuccia'', a Torpignattara li chiamano ''il bullo, il beota, il balordo''. Decidono di cambiare nome, sono francesi e quindi essere derisi è normale, ma a tutto c'è un limite. Il clan dei Marsigliesi inizia così la stagione dei sequestri di persona, fecendo il suo definitivo salto di qualità. Nel [[1975]] ne portano a termine ben cinque.
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=== 1976: gli arresti ===
 
[[File:clan dei marsigliesi arresti.jpg|left|thumb|370px|L'epilogo dell'operazione ''Crêpe Suzette'', con gli arresti dei boss del clan.]]
I sequestri avevano fruttato alla banda circa 4 miliardi in totale, nonché un'elevata reputazione negli ambienti della criminalità organizzata romana, incutendo timore agli oppositori e a chi avesse voluto intromettersi nei loro affari. In [[Sicilia]] stavano però già meditando vendetta per la "faccenda Fumagalli" e, mentre prendeva corpo un ingegnoso piano per consegnare i marsigliesi alla polizia, nel frattempo venivano oliate le [[Lupara|lupare]], visto mai qualcosa andasse storto.<br /> Il magistrato Vittorio Occorsio, che si era già occupato della [[Strage di piazza Fontana]], del [[Golpe Borghese]] e aveva iniziato a sentire puzza di [[P2]], individuò un collegamento criminale fra la [[massoneria]], il [[Bimbominkia fascista|neofascismo]] romano, i [[servizi segreti]] e la banda dei marsigliesi. Praticamente, sostituendo l'ultima componente, un copione riproposto più volte nel corso della storia (squadra che vince non si cambia). Ovviamente furono arrestati solo quelli dell'elemento "facilmente rimpiazzabile", ossia i tre [[Francesi|mangialumache]]. Anche in questo caso, la prosopopea che li contraddistingue giocò loro un brutto tiro.<br /> Eppure il ragionamento era molto semplice:
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=== 1981: la fine ===
 
Subito dopo i primi arresti, il [[10 luglio]], il giudice Occorsio perse la vita per un'allergia ad una particolare razza di volatili. A causa del caldo afoso di quella giornata, aprì i vetri della macchina e, accidentalmente, entrarono nell'abitacolo uno stormo di proiettili che svolazzavano da quelle parti. Ovviamente, chi manovrava nel buio stava [[Omicidio|archiviando definitivamente]] la
pratica. La giustizia però va avanti, nel corso dei processi i tre "marsigliesi" vengono condannati all'[[ergastolo]], con loro altri due personaggi di spicco del clan. Tra gli assolti un certo Danilo Abbruciati, futuro boss della [[Banda della Magliana]], aggregatosi a loro da poco tempo.
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== Epilogo ==
 
* Nel vuoto di potere che si venne a creare, da li a poco, ci fu l'ascesa della [[Banda della Magliana]]. Come dire: ''"Morto un [[Papa]], se ne fa sempre un altro"''.
* Il coinvolgimento della massoneria e dei servizi segreti deviati non è mai stato accertato, i lasciapassare usati da [[qualcuno]] per uscire dal carcere erano quelli del [[Monopoli]].
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== Note ==
 
{{Legginote}}
 
{{Note|2}}
 
== Voci correlate ==
 
*[[Banda della Magliana]]
*[[Banda della Uno bianca]]
*[[Banda Bassotti]]
 
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[[Categoria:Criminali]]