Papa Formoso

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Papa Formoso
Definito dagli storici: "Un Papa che ha avuto il suo peso."

Papa Formoso (Ostia, 816 circa - Osteria Dar Bujaccaro, 4 aprile 896) fu il 111º papa della Chiesa cattolica, il primo a sostituire l'ostia con una fetta di ciambellone e l'ultimo ad alzarsi da tavola in qualsiasi occasione. Stando a voci infondate dovrebbe discendere da Lucio Licinio Lucullo, comunque il girovita è quello.

« Ora et divora. »
(Messaggio pastorale di Papa Formoso.)
« Oves et boves. »
(Formoso che ordina una grigliata mista per stare leggero.)
(Papa Formoso che quando ha fame non va tanto per il sottile.)
« Hic est. »
(Papa Formoso quando a tavola esagera col Tavernello.)


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Papa Formoso

Biografia

Papa Formoso viene puntellato da un chierichetto per evitare che possa cadere.

Nasce attorno all'816, da un padre pescatore e da una madre femmina. A tre mesi il latte materno è finito[1], le tette della madre sono più asciutte dell'entroterra calabro ad agosto, quindi inizia subito lo svezzamento con la frittura di paranza. A dieci mesi il suo girello è ricavato da una botte tagliata a metà, a cui sono state applicate delle ruote di carro.

« Carmina non dant panem. »
(Formoso si lamenta della tata sicula, che ancora non gli porta la ciriola con la coratella prevista per merenda.)

A quindici anni, passando davanti alla parrocchia di Centocelle, riceve la chiamata dal Signore. Come tutti sanno la vocazione si scopre per caso ed arriva sotto le forme più disparate, spesso in sogno, altre volte tramite un'apparizione mariana, oppure per un voto o un fioretto. Nel caso di Formoso era inconfondibilmente l'odore di costine di abbacchio panate.
Realizzato che da prete poteva disporre di tutto il cibo che desiderava, entra in Seminario. Al termine del suo addestramento[2], curato da un prete crucco sui generis, chiede di essere trasferito presso il Convento dei Cappuccini ad Alatri, perché (come ebbe lui stesso a dire): "la colazione è il pasto più importante della giornata". I Francescani però gli vanno stretti, anche il saio, fosse stato un paio di misure più grandi... Il vicario generale dell'ordine, preoccupato per l'enorme incremento delle spese di sostentamento, decide di trasferire Formoso in altra sede, appioppandolo ai Benedettini. Per convincerlo gli propone una promozione come abate della Badia del Buonsollazzo, vicino Firenze. Del fatto di essere abate se ne frega, però il nome dell'abbazia è decisamente accattivante. Accetta senza pensarci più di tanto. Il cambiamento è decisamente in meglio, la dispensa dei monaci occupa circa 80 mq, ci sono più prosciutti attaccati al soffitto che foglie sull'ulivo secolare al centro del giardino, luogo dove un nutrito numero di ruspanti e grassi gallinacei gironzolano festanti. Dopo sei mesi il soffitto è occupato interamente da ragnatele, l'unico gallo rimasto, quello che annunciava a gran voce il sorgere del sole, si guarda bene dal palesare la sua presenza per timore di essere scoperto e mangiato. Persino i topi, capitanati da Topo Gigio, si sono trasferiti mestamente altrove. La situazione è insostenibile, il vescovo di Firenze chiama Formoso al suo cospetto e, con un sorriso falso come un doblone rumeno, gli propone la carica di priore presso i Cistercensi dell'Abbazia di Santa Maria della Sambucina, in Calabria. Formoso accetta la prestigiosa nomina, sottolineando che: "Dopo tanto mangiare un liquoretto ci voleva proprio!". Appena giunto sul posto realizza di aver commesso una clamorosa imprudenza. L'abbazia è nella Sila Greca, uno dei luoghi più inospitali del pianeta, una zona desertica sferzata dallo scirocco in cui l'unica forma di vita animale presente (a parte i monaci) è un'ostinata razza di tarantole muraiole. Formoso è oramai preceduto da una fama sinistra, i monaci hanno saputo del suo arrivo e, vista la mancanza di piccioni, hanno iniziato ad addestrare uno dei gechi a portare messaggi. Mentre le scorte alimentari si avvicinano all'esaurimento, il geco viaggiatore raggiunge il vescovo con un foglietto legato sulla groppa.

Eminenza illustrissima et reverendissima,
fratello Formoso habet principiato da ieri a manducare li gechi, codesto fatto è fonte di patema maximo per lo noi tutti.
Giorni fa guardava co' oculo bramoso fratel Giubilo, che habet ancora carne sulle ossa.
Per lo bene de li monaci, e de li gechi, Sua Eminenza habet immantinente at provedere, o andemo all'arberi pizzuti pria de la luna nova.

Con riverenza
Puccione da Bacigalupo, vice-priore di Catanzaro


Il pontificato e la morte

Alla sua morte Papa Formoso ascendit salì in cielo. Per fargli posto, furono cacciati a pedate un migliaio di Beati.

Con la promozione a vescovo gli vengono affidate missioni diplomatiche in Bulgaria e Francia, il cardinal Tursone aveva proposto la diocesi di Singapore, ma quel facilone di papa Adriano II tendeva a sottovalutare i problemi. Alla morte di quest'ultimo Formoso viene candidato alla sede papale ma perde per un solo voto, probabilmente quello del cardinal Baruffo (responsabile dell'Annona del Vaticano) preoccupato per le scorte di grano, già minate dalla siccità dell'anno precedente.
L'appena insediato Papa Giovanni VIII, temendo un ribaltone, si affretta a scomunicarlo per ingordigia. Nell'878 la sentenza viene ritirata, dopo la promessa di Formoso di non esercitare più le sue funzioni sacerdotali, e di mettersi a dieta.
Il successore di Giovanni, papa Marino I (famoso per aver istituito la sagra dell'uva[3]) gli restituisce rango e diocesi. Nel settembre 891 Formoso ha perso 47 kg, è un figurino e viene eletto papa. Per festeggiare organizza un banchetto che dura cinque anni, durante il quale esplode dopo aver ingerito una mentina.

Il processo post mortem

Dopo la sua morte venne eletto papa Bonifacio VI, che durò quindici giorni e quindi non maturò nemmeno un giorno di ferie. L'anno seguente papa Stefano VI, succeduto a quello che fu bonariamente soprannominato "Papa Flash", decise di processare i resti di Formoso perché lo riteneva uno sprocedato ciccione, indegno del pontificato. Lo strano processo, chiamato oggi il "Sinodo del cadavere", ma che allora fu definito "una stronzata priva di senso", si articolò in quattro fasi:

Papa Formoso processato da morto (e senza avvocato).
  1. il cadavere di Formoso venne dissotterrato, vestito dei paramenti pontifici e collocato su un trono per rispondere alle accuse;
  2. dopo aver atteso quasi mezz'ora che Formoso abbozzasse una linea difensiva (forse anche indispettiti da questo atteggiamento riluttante) i giurati lo condannarono;
  3. le vesti papali gli vennero strappate di dosso, le tre dita della mano destra (quelle usate per le seg benedizioni) furono tagliate e date in pasto ai maiali;
  4. con urla selvagge, in un crescendo da sabba, il cadavere venne trascinato via dalla sala e gettato nel Tevere.

Tutto questo per la gloria del Signore[citazione necessaria].
Il cadavere fu trascinato per tre giorni dalla corrente del fiume e finì per spiaggiare dove tutto era cominciato, su una sponda presso Ostia. Qui fu riconosciuto da un monaco, recuperato e tenuto nascosto finché fu vivo Stefano VI. Passata la buriana, a seguito dell'elezione di papa Teodoro II, Formoso fu posto tra le tombe degli apostoli con una pomposa cerimonia. A questo punto possiamo fare un grosso atto di fede, oppure una considerazione del tutto logica:

« La salma era stata seppellita per un anno, poi ha passato tre giorni in ammollo nel Tevere, insidiata pesantemente dalle pantegane. Con buona probabilità, la "roba" trovata dal monaco poteva assomigliare più a un pastore maremmano che a un essere umano. »

Questo apre due scenari:

  • diamo per buona la versione del monaco, che asserì di aver riconosciuto i resti di Formoso perché gli era apparso in sogno e gli aveva detto: "Se vedemo ar banco der pesciarolo, quello vicino alla foce, verso le cinquemmezza. Chi ariva prima aspetta."
  • nella tomba in mezzo agli apostoli c'è seppellito il cugino del monaco, uno che per copertura riparava i timoni dei pescherecci, ma che in realtà faceva parte della Banda della Magliana Vecchia.

Ulteriori processi contro persone decedute vennero comunque vietati, in primis per la spending review, e poi perché erano inutili come un culo senza buco.

Note

  1. ^ per colpa sua
  2. ^ o come diavolo si chiama
  3. ^ Nannì (na gita a li castelli): "...lo vediii ecco Marinooooo, la sagra c'è dell'uvaaaa"
Preceduto da:
Anoressico V

Papa
891 - 896
Succeduto da:
Obeso VI
Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 12 febbraio 2018 con 100% di voti (su 3).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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Voci correlate