→La questione cubana e la seconda elezione
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In quel tempo l'isola di [[Cuba]] era ancora una colonia spagnola, ma nel [[1895]] vi era scoppiata una [[rivolta]] indipendentista; gli americani, sia da un punto di vista materiale (perché avevano enormi interessi nelle locali piantagioni di [[zucchero]] e [[marijuana]]) sia da un punto di vista ideale (perché essendo degli [[Esportatore di democrazia|esportatori di democrazia]] non hanno mai saputo farsi gli affari loro) sollecitavano l'intervento armato a favore dei ribelli. McKinley però volle risolvere la cosa per via [[Diplomazia|diplomatica]], così convocò gli ambasciatori spagnoli e cubani sulla corazzata [[Maine]] ancorata a largo dell'isola per discutere una soluzione pacifica. Per tutta risposta, [[qualcuno]] (non si è mai saputo chi) fece saltare in aria la nave; McKinley sopravvisse all'esplosione e raggiunse [[Miami]] a nuoto. Dopo essersi fatto un drink e una nuotata, ritornò sull'isola cubana con tutto l'esercito statunitense e qualche puttana intenzionato a risolvere tutto alla "''vecchia maniera''".
Mentre il Presidente, cioè il Maggiore, compiva la traversata, gli spagnoli arrogantemente dichiararono guerra agli [[Stati Uniti]], sostenendo che avrebbero vinto loro sicuramente, perché lo aveva affermato il [[Papa]], e poi avevano i cannoni più grossi. Ma a risolvere la questione bastò un manipolo di [[bikers]] alcolizzati, i "''Rough Riders''", capitanati dal famigerato "'''[[Theodore Roosevelt|Teddy Bear
In seguito, grazie anche all'impresa Cubana, McKinley venne riconfermato per un secondo mandato da {{s|Presidente}} Maggiore e come vice nominò proprio l'eroe cubano "[[Theodore Roosevelt|Teddy]]".
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