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'''Vincent van Gogh''' è stato un [[pittura|pittore]]imbianchino [[olanda|olandese]] post-[[depressione|depressionista]].
 
== Biografia ==
=== Infanzia ===
[[File:VanDipinto goghteschio che fuma.jpg|left|thumb|200px|L'autoritratto di Vincent per la campagna contro il fumo.]]
Vincent minivan Gogh muore al momento del parto il trentadue febbrile 1852 e... chiedo scusa, quello era il fratello! Il nostro Vincent infatti nasce esattamente un [[anno]] dopo, e con gran [[senso dell'umorismo]] i genitori decidono di chiamarlo come il già citato fratello morto, per augurargli miglior fortuna.<br />
Il piccolo minivan trascorre una piacevole infanzia, rallegrato dalla piccola tomba nel retro della propria casa sulla quale era scolpito il suo stesso nome. Ogni tanto questo causava divertenti equivoci, come quando un fratellino chiedeva a un altro “dov'è Vincent?” e l'altro rispondeva “dietro casa!” e il primo ribatteva “intendevo quello vivo!...”. Oppure, il primo novembre, “hai portato Vincent al cimitero?” “Non aspettiamo che muoia prima?”. O ancora “come sta Vincent?” “è stanco morto...”. Ed ogni volta si piegavano in due dalle risate tutti quanti, tranne il nostro minivan, che sembrava non cogliere il sottile humour dei familiari.<br />
Anche a scuola non era un granché. I compagni di classe, nonostante fossero [[Comunismo|compagni]] di [[Proletariato|classe]], lo sfottevano per il colore [[rosso]] dei [[capelli]]. Lo chiamavano [[Rosso Malpelo]], Testarossa, Barone rosso e perfino [[Vasco Rossi]], che non c'entra niente, ma che come insulto è molto pesante per chiunque, tranne che per [[Vasco Rossi]].<br />
 
=== Gioventù ===
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=== Adultità ===
[[File:Babbo Natale regala un nuovo orecchio a Van Gogh.jpeg|left|thumb|200px|Vincent era un bravo bambino!]]
Si trasferì in [[Provenza]], dove si guadagnava da vivere come poteva, principalmente disegnando girasoli per le bottiglie di olio Cuore e per il logo del [[Festivalbar]], realizzazioni che ammiriamo ancora ai nostri giorni, anche se il Festivalbar non lo caga nessuno.<br />
Dopo un violento litigio con l'amico [[Paul Gauguin|Gauguin]], che voleva convincerlo a smettere di seguire [[Art Attack]], Vincent lo aggredì e l'amico, spaventato, fuggì a gambe levate (gliele avevano levate in seguito a un'incidente). Conscio del danno che aveva fatto, van ebbe un eccesso di ira autodistruttiva, e scelse di infliggersi un'intera ora di [[dAri]] a volume tale da costringersi ad ascoltarli. E questa fu la goccia che fece traboccare il vaso di Pandora. Disperato, van pensò “Cosa farebbe [[Gesù]] al posto mio? Che cosa suggerisce il [[Vangelo]]?”. D'impulso pensò a Simon Pietro che con la spada aveva mozzato un orecchio al servo del sommo sacerdote; decise che era una decisione saggia, e seguì il suo esempio. Poi incartò il tutto e lo regalò all'ennesima prostituta a San Valentino, non si sa se per prenderla per il culo per le sue orecchie a sventola, o per la sordità, o per pagare una prestazione.<br />
Così nacquero altri simpatici equivoci, come quando gli amici gli dicevano “ascoltami un attimo” e lui rispondeva “sono tutt'orecchi!”. O quando qualcun altro gli diceva “non far finta che le cose ti entrino da un orecchio e ti escano... dallo stesso orecchio!”.<br />
 
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