« A difesa della nostra città »
(Ultrà)
« Il potere deve essere granata, il potere deve essere granata.....IL POTERE DEVE ESSERE GRANATA!! IL POTERE DEVE ESSERE GRANATA!!!! »
(Ultrà)


Salernitana 1919 è il nickname della più vecchia utente di Myspace. È anche il nome di una squadra di calcio di Salerno, sebbene non tutti siano d'accordo su questo. Nasce (la squadra, non la vecchietta) dalle fantasie morbose di un alcolizzato che, dopo il centesimo brick di Tavernello rosso annata 1919, si è risvegliato con la camicia completamente granata per il vomito. Attualmente è iscritta al campionato più pazzo del mondo.

Storia

File:Cavalluccio salernitana.png
Anche il simbolo conferma che si tratta di una squadra di pisciaiuoli.

Le prime squadre erano tutte composte da abitanti del luogo, e perciò non c'era molta scelta: o pescivendoli o parcheggiatori abusivi. Siccome i secondi avevano da fare davanti allo stadio, il primo 11 fu composto interamente dal personale della Premiata Pescheria Tonino. L'allenatore era lo stesso Tonino, che in quanto pescivendolo era abituato ad urlare come un ossesso, e quindi poteva farsi facilmente sentire dalla panchina. In ricordo di queste umili origini ancora oggi il simbolo della squadra è un cavalluccio marino (completamente inesistente nel golfo di Salerno, ma sempre meglio che una triglia o un pesce spada).

Nei primi anni la squadra partecipa a competizioni minori, come il Trofeo Rovagnati, la Serie L'importante è partecipare, la Serie Subbuteo e la Coppa Italia. Durante la seconda guerra mondiale, però, Salerno fu subito liberata dagli Americani, risparmiandosi bombardamenti e stragi naziste, mentre invece altre città perdevano in guerra i loro migliori giocatori. Grazie a questo, la Salernitana arrivò in Serie A nel 1947-48, dove riuscì solo a farsi massacrare 10-1 dal Grande Torino per aver osato avere una maglia dello stesso colore, prima di retrocedere. L'anno seguente l'aereo su cui viaggiava tutta la squadra del Grande Torino precipitò. Sullo stesso aereo viaggiava anche un tale Renato Casalbore, giornalista sportivo salernitano, ma questa è solo una coincidenza.

Nei 50 anni seguenti non successe niente, a parte il passaggio di qualche giocatore che esordì con la Salernitana per poi fare fortuna in altre squadre e non ringraziare (vero, Walter?). Nel 1998, però, sfruttando l'unico anno buono di Marco Di Vaio, la Salernitana riuscì a tornare in Serie A, andando molto meglio rispetto alla precedente esperienza, infatti si fece massacrare solo 4-0 dalla Fiorentina. Qualche settimana dopo, durante una partita di Coppa UEFA contro il Grasshoppers che la Fiorentina stava vincendo, un tifoso tirò dagli spalti una bomba carta ferendo il quarto uomo e la Fiorentina che giocava in casa ebbe partita persa a tavolino e fu eliminata. A dire il vero lo stadio in cui giocava la Fiorentina non era il Franchi di Firenze, che era stato squalificato, ma l'Arechi di Salerno, ma questa è solo una coincidenza.

In una mossa disperata per raggiungere la salvezza, fu ingaggiato perfino Gennaro Gattuso, ma non servì a niente, se non a garantire alla nazionale italiana un altro bidone, e a battere Roma, Inter e Juventus. Nell'ultima giornata di campionato, la Salernitana pareggiò contro il Piacenza, subendo gol dal giovane talento Vierchowod, e retrocesse di nuovo in B.

Dopo qualche anno di seghe mentali pensando al passato, nel 2003 retrocesse ancora in C. Ma anche no. Nel 2005, invece, dopo un campionato sofferto riuscì a raggiungere la salvezza. Ma anche no. Nel 2008, dopo acquisti per miliardi di euro e l'ingaggio come direttore generale di uno imputato insieme a Don Moggi, riuscì finalmente a risalire ancora in B, pronta come ogni anno a tornare ai massimi splendori.