Tre metri sotto terra: differenze tra le versioni

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{{citazione|Avete presente la [[maionese]]? Sì, la maionese, quella nei [[fast-food]], quella che spremi i tubi e viene fuori. Ecco non provate a mangiarla prima di vedere il film, non rimarrebbe nello stomaco per più di 5 minuti. Credo che non ci sia niente di più difficile da fare che trattenere nello stomaco quell'impasto di uova, limone, sale, olio...|Pier Paolo Pasolini}}
 
'''Tre metri sotto terra''' è, o vorrebbe essere, un [[film]] del [[2004]], trionfo del virtuosismo dilettantistico. Il regista [[Lucio Lucini]] è al suo primo lungometraggio semiserio,dopo aver diretto 2 filmini amatoriali di compleanni ed una prima comunione e gli interpreti del [[film]], dopo ruoli di primo piano nelle recite scolastiche di fine anno, affrontano la difficile sfida di recitare davanti una macchina da presa senza nessuno che gli sussurri le battute.
IlLa [[film|pellicola]] è trattotratta da un romanzo di [[Federico Moccia]] “tre''“Tre metri sotto terra- il romanzo”'', sequel del noto racconto di Ennio Gastolfi “sei''“Sei metri al cimitero”'', vincitore del premio ''“Gran Svista Editoriale”'' nel [[2002]].
 
La vicenda comincia in [[Africa]], tre milioni di anni fa. Un branco di ominidi sopravvive alla meno peggio al clima secco e ostile, senza pioggia né distributori di bibite. Un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolitemonolito nero; gli ominidi venendo a contatto col monolito si evolvono, ovvero imparano a cacciare gli animali, ad usare il telecomando, a votare tutta la vita i partiti di governo, a usare le tariffe migliori per risparmiare sulla bolletta del [[telefono, insomma si evolvono]].
Cambio di scena. Il regista fa un salto temporale di 3 milioni di anni con la semplicità con cui si fa un passo più lungo per evitare un [[merda]] di [[cane]] sull’asfalto. Sulle note di “così''“Così parlò Zarathustra”'' di Levi’s Strauss le porte di un [[cimitero]] si aprono e la camera inquadra da lontano un giovane aitante e dal capello ribelle intento a spalare la terra per scavare una fossa. Purtroppo è [[Riccardo Scamarcio]]. Accanto a lui stesa in una pozza di fango giace morta una bravissima [[Kate Saunders]] (che per rendere la recitazione più credibile morirà davvero sul set). Dissolvenza in nero.
Un Flashbackflashback ci riporta all’inizio della [[storia]].
Step, diminutivo di Procopio, è un giovane garzone di cimitero, vale a dire un porta bare, un becchino, uno schiatta morto, l’unico uomo di fatica in un posto dove tutti gli altri si riposano. Tra salme da spostare, da catalogare e da frollare per rivenderle alle [[macelleria|macellerie]] la sua giornata è sempre piena. Cresciuto sempre in mezzo ai [[morte|morti]], Step ha una paura morbosa di [[morte|morire]] per cui cambia continuamente la data di nascita sulla sua [[carta d’identità]], cercando di ingannare il [[tempo]] che passa. La sua unica passione è la [[moto]], ma per paura della velocità ha operato delle nette modifiche per ridurre le prestazioni della sua vettura e si è fatto montare 2 rotelline da triciclo ed un motore [[FIAT]].
Sbarbi invece è una ragazza di buona famiglia, figlia di un buon [[uomo]] e di una buona [[donna]]. Fa l’asilo dalle suore e le elementari dalle monache. Alle scuole medie sarà mandata da un [[prete]] che le insegnerà il catechismo con una [[mano]] sulla [[Bibbia]] e l’altra nelle sue [[mutande]]. Subito dopo frequenta il liceo gesuita e università dell’ [[Opus Dei|Opus Gay]] e così, dopo una brillante carriera ed una laurea in Scienze politiche corona il suo sogno e diventa parrucchiera.
I due s'incrociano inizialmente nel negozio di lei, dopo che Step era andato a ritirare la salma di una cliente [[morte|morta]] fulminata sotto un casco per capelli. Lei rimane abbagliata da Step, dai suoi chiari occhi scuri, dalla sua chioma fluente che non ha mai conosciuto né l’azione di un pettine né quella di uno [[shampoo]]. Il suo sguardo è un fulmine nel [[cuore]], il suo profumo una ventata d’aria calda proveniente da una pescheria. Sbarbi scrive un bigliettino col suo numero di cellulare e lo consegna a Step mentre trascina il cadavere della cliente morta sul suo furgone di onoranze funebri.
Purtroppo Step ingoia accidentalmente il bigliettino e rammaricatosi per questo imprevisto aspetta invano che qualche altra cliente muoia per avere un pretesto per rivedere Sbarbi.
Cambio di scena: la cinepresa ritorna sul deserto africano visto all’inizio e sul monolito. Sullo sfondo un elettricista si gratta il pacco mentre fuma una sigaretta in una zona vietata ma il cameraman non se ne accorge e filma tutta la scena. Risate fuori campo. Un rutto. Dissolvenza in nero.
La vicenda riprende da una festa in cui Sbarbi si gratta le ascelle con la punta dei piedi per la noia. A un certo punto un invitato troppo ubriaco per continuare a essere sobrio si chiude in bagno e si impicca con la catena del cesso. Vengono chiamati i “Vigili del fu” e si ripresenta Step, stavolta con gli amici Pollo, Tacchino, Bernardo e Patonzo, tutti becchini patentati.
Mentre trascinano via la salma che ha ancora la catena dello scarico attorno al collo, Sbarbi ha un lampo di genio: approfittando di un attimo di pausa dal lavoro in cui i becchini si erano fermati per fumare hashish e bere una birra analcolica (devono guidare) la ragazza entra nella bara sostituendosi al ragazzo morto. Per dare al tutto una parvenza di credibilità toglie la catena dello scarico dal collo del morto e la mette al suo, tirandosi dietro il coperchio della bara.
Una volta al cimitero mentre il ragazzo scava la fossa per buttarci dentro la bara Sbarbi apre il coperchio e si rivela a lui. Il racconto della piccola deficiente è credibile ma Step non le crede e la sotterra lo stesso.
Passa un po’ di tempo e Step decide di riaprire la bara. Sono 4 giorni che sente una voce che non dovrebbe esserci urlare ”apri brutto stronzo!” da sotto terra. Per cui riporta alla luce la bara e la scoperchia. Appena riaperta la bara riceve un pugno sulle gengive da Sbarbi, giustamente arrabbiata per il trattamento ricevuto. Il primo appuntamento era andato veramente di merda, ma i due si piacciono e decidono di rivedersi di nuovo. L’appuntamento è fuori casa di Sbarbi che, da brava figlia viziata a cui i genitori hanno sempre portato l’acqua con le orecchie, decide di farsi venire a prendere. Alla vista della moto di Step però la ragazza ha una crisi di riso convulsa e dovrà guardare per intero una puntata di Colorado Cafè per ritornare a non ridere più.
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La differente estrazione sociale comincia ad essere un ostacolo per l’attività teppistica e necrofila di Step. Per la ragazza è assurdo che un giovane passi il suo tempo bevendo birra e praticando sesso (spesso facendo le due cose insieme), per il giovane è invece assurdo che una ragazza non abbia mai guidato una moto a fari spenti , bendata e contromano su un’autostrada o che non abbia mai vilipeso un cadavere spruzzandogli in bocca della panna montata.
L’inconciliabilità dei caratteri troverà la sua più drammatica espressione con la morte di Pollo, caduto tragicamente dalla moto da fermo. Ci sono pezzi di Pollo ovunque: una coscia, un’ala, un petto, è uno spettacolo raccapricciante. Step lo cosparge di rosmarino dedicandogli un minuto di rumore.
La morte di Pollo sconvolge Sbarbi che non vuole più avere a che fare con questa vita pericolosa. Step cerca di venirle incontro e per offrirle una serata tranquilla la porta ad un torneo di bocce. E’ l’ultima goccia: Sbarbi lascia Step nel peggiore dei modi, facendo perdere le proprie tracce mentre lui è in fila a pagare un panino Camogli alla cassa dell’Autogrill di Prenestina Est.
Sbarbi torna a casa dopo 2 giorni di assenza e come scusa per i genitori dice di essere stata rapita dagli alieni. Viene creduta.
Intanto Apelle, madre di Pollo, fa una palla di pelle di Pollo e la consegna a Step che la sotterra nel cimitero degli animali. Poi presa la sua moto sottobraccio parte per luoghi incontaminati e mai esplorati dall’uomo: destinazione Cesenatico.
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