Tre metri sotto terra

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« Tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti per terra e ascoltare il cd piratato della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa, tutte sono state vissute e tutte servono ad andare avanti. Non pentirti, non giudicarti sei quello che sei e se stai ascoltando questo discorso vuoto sicuramente sei un imbecille. FM 107.3 Radio Caos. Un vero bimbominkia non ascolta altro. »
(La odiosa voce fuoricampo che irrompe in ogni momento del film)
La gioiosa locandina del film.


Tre metri sotto terra è, o vorrebbe essere, un film del 2004, trionfo del virtuosismo dilettantistico. Il regista Lucio Lucini è al suo primo lungometraggio semiserio, dopo aver diretto 2 filmini amatoriali di compleanni e di una prima comunione e gli interpreti del film, dopo ruoli di primo piano nelle recite scolastiche di fine anno, affrontano la difficile sfida di recitare davanti una macchina da presa senza nessuno che gli sussurri le battute. La pellicola è tratta da un romanzo di Federico Moccia “Tre metri sotto terra - il romanzo”, sequel del noto racconto di Ennio Gastolfi “Sei metri al cimitero”, vincitore del premio “Gran Svista Editoriale” nel 2002.

Primo tempo

La vicenda comincia in Africa, tre milioni di anni fa. Un branco di ominidi sopravvive alla meno peggio al clima secco e ostile, senza pioggia né distributori di bibite. Un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi venendo a contatto col monolito si evolvono, ovvero imparano a cacciare gli animali, ad usare il telecomando, a votare tutta la vita i partiti di governo, a usare le tariffe migliori per risparmiare sulla bolletta del telefono.

Cambio di scena. Il regista fa un salto temporale di 3 milioni di anni con la semplicità con cui si fa un passo più lungo per evitare un merda di cane sull’asfalto. Sulle note di “Così parlò Zarathustra” di Levi’s Strauss le porte di un cimitero si aprono e la camera inquadra da lontano un giovane aitante e dal capello ribelle intento a spalare la terra per scavare una fossa. Purtroppo è Riccardo Scamarcio. Accanto a lui, stesa in una pozza di fango, giace morta una bravissima Kate Saunders (che per rendere la recitazione più credibile morirà davvero sul set). Dissolvenza in nero.

Un flashback ci riporta all’inizio della storia.

Step, diminutivo di Procopio, è un giovane garzone di cimitero, vale a dire un porta bare, un becchino, uno schiatta morto, l’unico uomo di fatica in un posto dove tutti gli altri si riposano. Tra salme da spostare, da catalogare e da frollare per rivenderle alle macellerie la sua giornata è sempre piena. Cresciuto sempre in mezzo ai morti, Step ha una paura morbosa di morire per cui cambia continuamente la data di nascita sulla sua carta d’identità, cercando di ingannare il tempo che passa. La sua unica passione è la moto, ma per paura della velocità ha operato delle nette modifiche per ridurre le prestazioni della sua vettura e si è fatto montare 2 rotelline da triciclo ed un motore FIAT.

Sbarbi invece è una ragazza di buona famiglia, figlia di un buon uomo e di una buona donna. Fa l’asilo dalle suore e le elementari dalle monache. Alle scuole medie sarà mandata da un prete che le insegnerà il catechismo con una mano sulla Bibbia e l’altra nelle sue mutande. Subito dopo frequenta il liceo gesuita e università dell’ Opus Gay e così, dopo una brillante carriera ed una laurea in Scienze politiche corona il suo sogno e diventa parrucchiera.

Step e il suo amico Pollo.

I due s'incrociano inizialmente nel negozio di lei, dopo che Step era andato a ritirare la salma di una cliente morta fulminata sotto un casco per capelli. Lei rimane abbagliata da Step, dai suoi chiari occhi scuri, dalla sua chioma fluente che non ha mai conosciuto né l’azione di un pettine né quella di uno shampoo. Il suo sguardo è un fulmine nel cuore, il suo profumo una ventata d’aria calda proveniente da una pescheria. Sbarbi scrive un bigliettino col suo numero di cellulare e lo consegna a Step mentre trascina il cadavere della cliente morta sul suo furgone di onoranze funebri. Purtroppo Step ingoia accidentalmente il bigliettino e rammaricatosi per questo imprevisto aspetta invano che qualche altra cliente muoia per avere un pretesto per rivedere Sbarbi. Cambio di scena: la cinepresa ritorna sul deserto africano visto all’inizio e sul monolito. Sullo sfondo un elettricista si gratta il pacco mentre fuma una sigaretta in una zona vietata ma il cameraman non se ne accorge e filma tutta la scena. Risate fuori campo. Un rutto. Dissolvenza in nero.

La vicenda riprende da una festa in cui Sbarbi si gratta le ascelle con la punta dei piedi per la noia. A un certo punto un invitato troppo ubriaco per continuare a essere sobrio si chiude in bagno e si impicca con la catena del cesso. Vengono chiamati i “Vigili del fu” e si ripresenta Step, stavolta con gli amici Pollo, Tacchino, Bernardo e Patonzo, tutti becchini patentati. Mentre trascinano via la salma che ha ancora la catena dello scarico attorno al collo, Sbarbi ha un lampo di genio: approfittando di un attimo di pausa dal lavoro in cui i becchini si erano fermati per fumare hashish e bere una birra analcolica (dopotutto devono guidare!) la ragazza entra nella bara sostituendosi al ragazzo morto. Per dare al tutto una parvenza di credibilità toglie la catena dello scarico dal collo del morto e la mette al suo, tirandosi dietro il coperchio della bara. Una volta al cimitero mentre il ragazzo sta scavando la fossa Sbarbi apre il coperchio e si rivela a lui. Il racconto della piccola deficiente è credibile ma Step non le crede e la sotterra lo stesso. Passa un po’ di tempo e Step decide di riaprire la bara; sono 4 giorni che sente una voce che non dovrebbe esserci urlare ”apri brutto stronzo!” da sotto terra. Per cui riporta alla luce la bara e la scoperchia. Appena riapertala riceve un pugno sulle gengive da Sbarbi, giustamente arrabbiata per il trattamento ricevuto. Il primo appuntamento era andato veramente di merda, ma i due si piacciono e decidono di rivedersi di nuovo.

L’appuntamento è fuori casa di Sbarbi che, da brava figlia viziata a cui i genitori hanno sempre portato l’acqua con le orecchie, decide di farsi venire a prendere. Alla vista della moto di Step però la ragazza ha una crisi di riso convulsa e dovrà guardare per intero una puntata di Colorado Cafè per ritornare a non ridere più. Step le offre una seratina romantica: la porta a fare corse clandestine bendata e legata dietro la sua sella, le insegna a giocare a biliardo, a fare flessioni sui gradini di marmo, a grattarsi le palle (!), a bere birra, a profanare le tombe coi gavettoni, a ruttare in dolby surround, a lavare la sua moto.

Una struggente scena finale a inizio film.

Infine la porta in un casolare abbandonato con la scusa di farle vedere la sua collezione di francobolli e quando lei le chiede quanti francobolli avesse lui le risponde: zero. Lì le sussurra parole dolci, le parla di amore sincero, le dice che i suoi sentimenti sono seri e che le resterà accanto tutta la vita. Poi decide che i preliminari verbali sono finiti e le infila una mano tra le cosce con la delicatezza di un idraulico che mette una mano nello scarico del lavandino per cercare di sturarlo.

Sbarbi è vergine, Step è del Toro; lei vorrebbe che la prima volta fosse speciale, ma Step fraintende il messaggio e così messole un fazzoletto sugli occhi e una palla di calzini in bocca la scopa bendata con la foga di un coniglio in calore.

Persa la voglia di dormire, la verginità e la fiducia nel prossimo tutte in una notte la giovane Sbarbi ritorna a casa la mattina dopo e come scusa ai genitori dice che la giornata di scuola è stata più lunga del previsto. Viene creduta.

Nelle successive uscite Step la porta anche a far visita al cimitero mostrandole la sua indecorosa attività e le spiega alcuni segreti per rendere più allegro un funerale:

  • si può riempire la bara di smarties
  • si può affittare un clown il giorno delle esequie
  • si può fingere che vi cada l’orologio nella fossa durante il discorso funebre
  • si può prendere un pennarello e disegnare i baffi al defunto
  • si può partecipare alla funzione indossando il costume da Zorro
  • si possono gettare coriandoli sulla bara, al posto dei fiori

Queste argute riflessioni sorprendono Sbarbi che intuisce di avere accanto a sé un uomo con un animo premuroso, oltre che con un cervello atrofico ed un fegato spappolato dall’alcol. FINE PRIMO TEMPO

Secondo tempo

Dopo un breve intervallo pubblicitario e un po' di previsioni meteo dei prossimi 20 anni il film ricomincia.

Il secondo tempo si apre come il primo. La colonna sonora di Levi’s Strauss ritorna roboante (il regista si ispira per metà a Kubrick e per metà a Castellano & Pipolo) e si vedono un gruppo si scimmie intente a darsi randellate sui genitali. Il monolite di granito compare sempre sullo sfondo, ma adesso compare su di esso la scritta: che cazzo guardi?

Step porta sulla spalla la bara di Pollo.

Dissolvenza in nero. La storia d’amore tra Step e Sbarbi inizialmente procede a gonfie vele. I ragazzi si amano, e si fanno promesse da innamorati del tipo: per te ruberei la Luna, per te farei il giro del mondo, per te guarderei il Tg4. I due giovani inoltre fanno l’amore nei posti più assurdi: in piscina, sulla moto, al parco, in fila alle poste, nel frigorifero e in una memorabile scena del film anche in una buca nel cimitero. Lì Scamarcio per la prima volta dà fondo a tutta la sua esperienza d’attore (scavando quindi pochissimo) abbozzando un sorriso che è una paralisi facciale e dicendo la famosa frase: “mi sento felice”. Sbarbi gli chiede: “come se fossi tre metri sopra al cielo?” - e lui che è davvero un signore le dice: “ehi, non sto ancora così male! Facciamo 3 metri sotto terra.

Da questo momento in poi però sorge qualche difficoltà tra i due ragazzi, che mentre prima si riempivano la bocca di bacini e frasi d’amore adesso iniziano a starsi sulle palle l’un l’altro. La differente estrazione sociale comincia ad essere un ostacolo per l’attività teppistica e necrofila di Step. Per la ragazza è assurdo che un giovane passi il suo tempo bevendo birra e praticando sesso (spesso facendo le due cose insieme), per il giovane è invece assurdo che una ragazza non abbia mai guidato una moto a fari spenti, bendata e contromano su un’autostrada o che non abbia mai vilipeso un cadavere spruzzandogli in bocca della panna montata.

L’inconciliabilità dei caratteri troverà la sua più drammatica espressione con la morte di Pollo, caduto tragicamente dalla moto da fermo. Ci sono pezzi di Pollo ovunque: una coscia, un’ala, un petto, è uno spettacolo raccapricciante. Step lo cosparge di rosmarino dedicandogli un minuto di rumore. La morte di Pollo sconvolge tutti i pollai, e sconvolge Sbarbi che non vuole più avere a che fare con questa vita pericolosa. Step cerca di venirle incontro e per offrirle una serata tranquilla la porta ad un torneo di bocce. È l’ultima goccia: Sbarbi lascia Step nel peggiore dei modi, facendo perdere le proprie tracce mentre lui è in fila a pagare un panino Camogli alla cassa dell’Autogrill di Badia Alpino. Sbarbi torna a casa dopo 2 giorni di assenza e come scusa per i genitori dice di essere stata rapita dagli alieni. Viene creduta.

Intanto Apelle, madre di Pollo, fa una palla di pelle di Pollo e la consegna a Step che la sotterra nel cimitero degli animali. Poi presa la sua moto sottobraccio parte per luoghi incontaminati e mai esplorati dall’uomo: destinazione Cesenatico. Dissolvenza in nero. Appare di nuovo il monolito con la solita musichetta ed ora si capisce chiaramente che si tratta di una lapide. Gli ominidi si alzano in piedi, poi affiancati da ballerine in costume, astronauti e mummie egiziane iniziano a ballare con movenze robotiche attorno alla lapide sulle note di “Around the world” dei Daft Punk. Tutti ignorano il perché di questa scelta stilistica, compreso il regista. Il film si conclude con l’immagine della moto di Step che corre sull’autostrada e con la voce di Radio Maria che annuncia i soliti rallentamenti sulla A1 tra Pozzolatico e Roncobilaccio.

Curiosità sul film

  • Il film è stato girato in 8 giorni. Per girare il ruolo di Step, Scamarcio è stato pagato con 1.500 euro e un prosciutto San Daniele. Kate Saunders è stata pagata con 2 biglietti per il circo Orfei e un blocchetto di Buoni Pasto.
  • Per l’interpretazione del ruolo di Step Scamarcio ha vinto il David Gnomo 2004 come “miglior non-attore protagonista”, mentre Kate Saunders ha vinto il Fiasco d’Argento categoria “giovani promesse disattese” “per l’enorme impegno dimostrato nel superare i suoi evidenti limiti recitativi”.

Frasi famose del film

« Mi chiamo Step ed è la prova che la mia vita non è stata affatto facile »
(Step si presenta a Sbarbi)
« Nella mia vita ci sei solo tu. Voglio amarti e proteggerti per il resto dei miei giorni. Scopiamo? »
(Step corteggia Sbarbi)
« Coccocò-coccoricococcoricòò! »
(Pollo a Step)

Voci correlate