Tre metri sotto terra: differenze tra le versioni

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{{Cit|Tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti per terra e ascoltare il cd piratato della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa, tutte sono state vissute e tutte servono ad andare avanti. Non pentirti, non giudicarti sei quello che sei e sei e se stai ascoltando questo discorso vuoto sicuramente sei un imbecille.
'''FM 107.3 Radio Caos'''. Un vero bimbominkia non ascolta altro.|La odiosa voce fuoricampo che irrompe in ogni momento del [[film]]}}
 
[[ImmagineFile:Tre mt.sottoterra.jpg|thumb|300px|La gioiosa locandina del film.]]
 
 
'''Tre metri sotto terra''' è, o vorrebbe essere, un [[film]] del [[2004]], trionfo del virtuosismo dilettantistico. Il regista [[Lucio Lucini]] è al suo primo lungometraggio semiserio, dopo aver diretto 2 filmini amatoriali di [[compleanno|compleanni]] e di una prima comunione e gli interpreti del [[film]], dopo ruoli di primo piano nelle recite scolastiche di fine [[anno]], affrontano la difficile sfida di recitare davanti una macchina da presa senza nessuno che gli sussurri le battute.
La [[film|pellicola]] è tratta da un romanzo di [[Federico Moccia]] ''“Tre metri sotto terra - il romanzo”'', sequel del noto racconto di Ennio Gastolfi ''“Sei metri al cimitero”'', vincitore del premio ''“Gran Svista Editoriale”'' nel [[2002]].
 
==Primo Tempotempo==
La vicenda comincia in [[Africa]], tre milioni di anni fa. Un branco di ominidi sopravvive alla meno peggio al clima secco e ostile, senza pioggia né distributori di bibite. Un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi venendo a contatto col monolito si evolvono, ovvero imparano a cacciare gli animali, ad usare il telecomando, a votare tutta la [[vita]] i partiti di governo, a usare le tariffe migliori per risparmiare sulla bolletta del [[telefono]].
 
Cambio di scena.
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Sbarbi invece è una ragazza di buona famiglia, figlia di un buon [[uomo]] e di una buona [[donna]]. Fa l’asilo dalle suore e le elementari dalle monache. Alle scuole medie sarà mandata da un [[prete]] che le insegnerà il catechismo con una [[mano]] sulla [[Bibbia]] e l’altra nelle sue [[mutande]]. Subito dopo frequenta il liceo gesuita e [[università]] dell’ [[Opus Dei|Opus Gay]] e così, dopo una brillante carriera ed una laurea in Scienze politiche corona il suo sogno e diventa parrucchiera.
[[ImmagineFile:Step & Pollo.jpg|thumb|360px|Step e il suo [[amico]] [[Pollo]].]]
I due s'incrociano inizialmente nel negozio di lei, dopo che Step era andato a ritirare la salma di una cliente [[morte|morta]] fulminata sotto un casco per capelli. Lei rimane abbagliata da Step, dai suoi chiari occhi scuri, dalla sua chioma fluente che non ha mai conosciuto né l’azione di un pettine né quella di uno [[shampoo]]. Il suo sguardo è un fulmine nel [[cuore]], il suo profumo una ventata d’aria calda proveniente da una pescheria. Sbarbi scrive un bigliettino col suo numero di cellulare e lo consegna a Step mentre trascina il cadavere della cliente morta sul suo furgone di onoranze funebri.
Purtroppo Step ingoia accidentalmente il bigliettino e rammaricatosi per questo imprevisto aspetta invano che qualche altra cliente muoia per avere un pretesto per rivedere Sbarbi.
Cambio di scena: la cinepresa ritorna sul deserto africano visto all’inizio e sul monolito. Sullo sfondo un elettricista si gratta il pacco mentre fuma una [[sigaretta]] in una zona vietata ma il cameraman non se ne accorge e filma tutta la scena. Risate fuori campo. Un rutto.
Dissolvenza in nero.
 
La vicenda riprende da una [[festa]] in cui Sbarbi si gratta le ascelle con la punta dei piedi per la [[noia]]. A un certo punto un invitato troppo [[ubriaco]] per continuare a essere sobrio si chiude in [[cesso|bagno]] e si impicca con la catena del [[cesso]]. Vengono chiamati i ''“Vigili del fu”'' e si ripresenta Step, stavolta con gli amici [[Pollo]], [[Tacchino]], Bernardo e Patonzo, tutti becchini patentati.
Mentre trascinano via la salma che ha ancora la catena dello scarico attorno al [[collo]], Sbarbi ha un lampo di genio: approfittando di un attimo di pausa dal lavoro in cui i becchini si erano fermati per fumare [[hashish]] e bere una [[birra]] analcolica (dopotutto devono guidare!) la ragazza entra nella bara sostituendosi al ragazzo [[morte|morto]]. Per dare al tutto una parvenza di credibilità toglie la catena dello scarico dal [[collo]] del morto e la mette al suo, tirandosi dietro il coperchio della bara.
Una volta al [[cimitero]] mentre il ragazzo scavasta scavando la fossa per buttarci dentro la bara Sbarbi apre il coperchio e si rivela a lui. Il racconto della piccola deficiente è credibile ma Step non le crede e la sotterra lo stesso.
Passa un po’ di tempo e Step decide di riaprire la bara; sono 4 giorni che sente una voce che non dovrebbe esserci urlare ''”apri brutto stronzo!” '' da sotto terra. Per cui riporta alla luce la bara e la scoperchia. Appena riaperta la barariapertala riceve un pugno sulle gengive da Sbarbi, giustamente arrabbiata per il trattamento ricevuto. Il primo appuntamento era andato veramente di [[merda]], ma i due si piacciono e decidono di rivedersi di nuovo.
 
L’appuntamento è fuori casa di Sbarbi che, da brava figlia viziata a cui i genitori hanno sempre portato l’[[acqua]] con le orecchie, decide di farsi venire a prendere. Alla vista della [[moto]] di Step però la ragazza ha una crisi di riso convulsa e dovrà guardare per intero una puntata di [[Colorado Cafè]] per ritornare a non ridere più.
Step le offre una seratina romantica: la porta a fare corse clandestine bendata e legata dietro la sua sella, le insegna a giocare a [[biliardo]], a fare flessioni sui gradini di marmo, a grattarsi le [[palle]] (!), a bere [[birra]], a profanare le tombe coi gavettoni, a [[rutto|ruttare]] in dolby surround, a lavare la sua [[moto]].
[[ImmagineFile:Tre-metri-sotto-terra.jpg|thumb|left|280px| Una struggente scena finale a inizio film.]]
 
Infine la porta in un [[casa|casolare]] abbandonato con la scusa di farle vedere la sua collezione di francobolli e quando lei le chiede quanti francobolli avesse lui le risponde: ''zero''.
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FINE PRIMO TEMPO
 
==Secondo Tempotempo==
Dopo un breve intervallo pubblicitario e un po' di previsioni [[meteo]] dei prossimi 20 anni il film ricomincia.
 
Il secondo tempo si apre come il primo. La colonna sonora di Levi’s Strauss ritorna roboante (il regista si ispira per metà a [[Stanley Kubrick|Kubrick]] e per metà a [[Castellano & Pipolo]]) e si vedono un gruppo si scimmie intente a darsi randellate sui [[pene|genitali]]. Il monolite di granito compare sempre sullo sfondo, ma adesso compare su di esso la scritta: ''che cazzo guardi?''
[[ImmagineFile:Scamarciotomba.jpg|thumb|360px|Step porta sulla spalla la bara di [[Pollo]].]]
Dissolvenza in nero.
La storia d’[[amore]] tra Step e Sbarbi inizialmente procede a gonfie vele. I ragazzi si amano, e si fanno promesse da innamorati del tipo: per te ruberei la [[Luna]], per te farei il giro del [[mondo]], per te guarderei il [[Tg4]].
I due giovani inoltre fanno l’[[amore]] nei posti più assurdi: in piscina, sulla [[moto]], al parco, in fila alle [[Poste Italiane|poste]], nel frigorifero e in una memorabile scena del [[film]] anche in una buca nel [[cimitero]]. Lì [[Riccardo Scamarcio|Scamarcio]] per la prima volta dà fondo a tutta la sua esperienza d’attore (scavando quindi pochissimo) abbozzando un sorriso che è una paralisi facciale e dicendo la famosa frase: ''“Mi“mi sento felice”''. Sbarbi gli chiede: ''“come se fossi tre metri sopra al cielo?”'' - e lui che è davvero un signore le dice: ''“Ehi“ehi, non sto ancora così male! Facciamo 3 metri sotto [[terra]]”''.
 
Da questo momento in poi però sorge qualche difficoltà tra i due ragazzi, che mentre prima si riempivano la bocca di bacini e frasi d’[[amore]] adesso iniziano a starsi sulle [[palle]] l’un l’altro.
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Intanto Apelle, madre di [[Pollo]], fa una palla di pelle di [[Pollo]] e la consegna a Step che la sotterra nel cimitero degli animali. Poi presa la sua [[moto]] sottobraccio parte per luoghi incontaminati e mai esplorati dall’[[uomo]]: destinazione [[Cesenatico]].
Dissolvenza in nero.
Appare di nuovo il monolito con la solita musichetta ed ora si capisce chiaramente che si tratta di una lapide. Gli ominidi si alzano in piedi, poi affiancati da ballerine in costume, astronauti e mummie egiziane iniziano a ballare con movenze robotiche attorno alla lapide sulle note di ''“Around the world”'' dei [[Daft Punk]]. Tutti ignorano il perchèperché di questa scelta stilistica, compreso il regista.
Il [[film]] si conclude con l’immagine della [[moto]] di Step che corre sull’autostrada e con la voce di [[Radio Maria]] che annuncia i soliti rallentamenti sulla A1 tra Pozzolatico e Roncobilaccio.
 
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== Voci correlate ==
* [[Tre metri sopra il cielo]]
{{Portali|Cinema}}
 
[[Categoria:filmFilm]]
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