Tragedia di Superga: differenze tra le versioni

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{{quote|Questa cassa contiene undici paia di scarpini [[Superga]]. Firmato, un tifoso granata|}}[[File:Superga.JPG|thumb|left|220px|La causa del disastro.]]
Il messaggio era in realtà superfluo perchèperché, nonostante la cassa fosse chiusa, le Superga emettevano una luminescenza che le rendeva visibili dall'esterno. Urbano Cairo, da imprenditore attento ai costi, accettò di buon grado il regalo e ordinò ai giocatori di indossare gli scarpini.<br />Le squadre scesero in campo. Dopo cinque minuti il Torino conduceva già 2-0 grazie a due conclusioni dalla lunga distanza di Romeo Menti, che tirò da [[Novara]]. Al 12' il primo campanello d'allarme: la mezzala Ezio Loik cadde in area e iniziò a secernere da occhi e orecchie un liquido verdognolo e corrosivo. L'arbitro lo ammonì per [[simulazione]].<br />Al 23' la Rosticceria da Piero ottenne un [[rigore]]: l'attaccante tirò a destra, il [[portiere]] Bacigalupo si tuffò dalla parte sbagliata ma grazie al braccio extra che gli era spuntato sulla spalla sinistra riuscì comunque a bloccare il pallone. Il pubblico si alzò in piedi per rendere onore alla prodezza.
 
In chiusura di tempo Mazzola prese palla, scartò quindici giocatori tra cui otto suoi compagni di squadra, fece un sombrero al portiere e a porta completamente sguarnita calciò fuori. In compenso la sua gamba destra, tranciata all'altezza del ginocchio, si infilò in rete. L'arbitro, dopo aver consultato il regolamento, convalidò il gol. Urbano Cairo capì che la situazione era grave (non era normale che Mazzola sbagliasse a porta vuota) e chiamò il [[SUEM]], i [[vigili del fuoco]], la [[Protezione Civile]], i [[NAS]] e l'[[ONU]].
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