Strage dell'Italicus: differenze tra le versioni

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[[File:Aldo moro scappa.jpg|right|thumb|400px|Ufficialmente Aldo Moro perse il treno poiché venne raggiunto da alcuni funzionari del Ministero e fatto scendere all'ultimo momento per firmare alcuni documenti.]]
 
[[Italia]], [[notte]] fonda. Il treno Italicus, lasciata Roma da qualche ora, stava per transitare presso la [[stazione]] di San Benedetto Val di Sambro, dopo aver percorso tutti i 18.507 [[metro|metri]] della [[Grande Galleria dell'Appennino]]. Alle 1:23, a due passi dalla stazione, un botto violentissimo sventrò la carrozza n. 5, che divenne un forno crematorio per gli occupanti. I passeggeri a bordo delle carrozze n. 4 e 6 per lo spavento corsero verso i bagni più vicini, tutti rigorosamente fuori servizio. Accaddero scene drammatiche, in cui le urla disperate si mescolarono alla [[diarrea]] senza soluzione di continuità. Quando il treno raggiunse una temperatura accettabile cominciò il solito tragico inventario: dodici persone furono trovate morte carbonizzate ed altre quarantotto, benché gravemente ferite, sopravvissero negando agli [[Becchino|addetti alle pompe funebri]] la possibilità di compiere un concreto "salto di qualità". Tra i cadaveri c'era quello di Silver Sirotti, giovane [[ferroviere]] in servizio sul treno, che perse la vita in un eroico quanto vano tentativo di spegnere l'incendio con un [[estintore]] portatile scarico e mai revisionato. Grazie al ferroviere Sirotti sembra che si riesca a salvare Marisa Russo, componente della sfortunata '''famiglia Russo di Merano''', massacrata nell'attentato, (muore il padre Nunzio,la madre Maria, uno dei figli Marco) Sopravvive oltre Marisa, un altro figlio, Mauro Russo, all'epoca bambino ha dichiarato al processo a Bologna di essere salito sul treno a Firenze, proprio nello scompatimento contenente la bomba. Qualche carrozza veniva aggiunte al treno a Firenze,compresa quella dell'esplosione, per tale motivo la bomba dovrebbe essere stata collocata proprio nella stazione di Firenze.
 
[[Aldo Moro]], allora [[Ministro degli Esteri]], doveva trovarsi su quel treno, ma fu fatto scendere precipitosamente da alcuni funzionari del Ministero con la scusa di fargli firmare importanti documenti: [[Raccomandazione|raccomandazioni]], richieste di ferie e di uscita anticipata dal lavoro. In realtà aveva solo sbagliato treno, ma i [[servizi segreti]] deviati in {{Citnec|corner|e=e dagli col calcio!}} insabbiarono la [[verità]], che poteva essere compromettente per l'ascesa di Moro alla [[Presidenza del consiglio dei ministri]], prevista per il novembre successivo.
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