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[[File:Lettera minatoria.jpg|right|110px|[[Una]] delle tante lettere goliardiche inviate da [[Sallusti]] ai suoi amiconi in questi anni.]]
'''8 ottobre 2010''', [[Milano]] - Era tutto pronto per la grande [[festa]]: la [[suspense]] era salita alle [[stelle]], la festeggiata era completamente ignara e si stava avvicinando il [[momento]] di rivelare lo [[scherzo]] col botto. Ma come al solito si sono messi di mezzo i [[magistratura|magistrati]], che essendo [[comunisti]] e quindi di [[natura]] tristi, poco sopportano l'altrui divertimento e come tanti piccoli [[gremlins]] si danno costantemente da fare per rovinarlo.
Questa volta è toccato alla redazione del {{citnec|quotidiano}} ''[[Il Giornale]]'', di proprietà <s>di Silvio</s> del [[fratello]] di un noto [[politico]] italiano. Il direttore [[Alessandro Sallusti|Sallusti]], grande estimatore del [[film]] ''Amici miei'', aveva infatti pensato ad una gustosa burla per la presidente di [[Confindustria]] [[Emma Marcegaglia]], aiutato dal vicedirettore [[Nicola Porro]]: i [[due]] infatti si conoscono dai tempi dell'[[Università]] e fin da allora amano fare piccoli scherzi, come ruttare al [[telefono]] dopo aver fatto un numero a caso.<br />
In [[Agosto]] la Marcegaglia aveva preso posizioni dure contro il governo di [[Silvio Berlusconi]], accusandolo di essere incompetente, magliaro e per di più [[impotente]]. Ed ecco che a quel mattacchione di Sallusti (che già a vederlo sprizza goliardia da tutti i pori) è venuta l'idea geniale: organizzare un bel dossier sulla Marcegaglia per farla cagare in [[mano]], visto il successo della lavanda gastrica orchestrata per [[Dino Boffo]]. Così il direttore del Giornale ha proceduto come da manuale: con [[telefonate]] minatorie, lettere contenenti promesse di [[morte]] e una testa di [[cavallo]] nel [[letto]]; perché quando Sallusti fa una cosa la fa in grande stile.
[[File:Edit-redo.svg|20px|Vai all'articolo]][[NonNotizie:
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