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[[File:BLB.jpg|300px|right|Bruno Liegi Bastonliegi.|thumb]]
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'''Bruno Liegi
▲{{Cit2|Salvate il soldato Ryan? Si, l'ho sceneggiato io|Il maestro Liegibastonliegi prima di prendersi una pernacchia}}
▲'''Bruno Liegi-Bastonliegi''' ([[Taranto]] 1966 - assente giustificato per servizio militare) è un [[attore]], [[regista]] e fotoromanziere italo-ciclista.
È ritenuto l'inventore della NecrofagArt nonché il maggior esponente del cinema italo-ciclistico nel [[mondo]]. La straordinaria qualità lirica delle sue opere e la profondità delle riflessioni sulla condizione umana fanno di lui un protagonista centrale nel panorama cinematografò e culturale.
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== Biografia ==
=== Infanzia ===
Bruno Liegi Bastonliegi nasce a
Dalle sue esperienze
== Il periodo sotto la pornottatura ==
All'età di 12 anni, l'ordine di Cito venne sovvertito da un esercito di sciiti incazzati che presero il potere e decisero che d'ora in poi vigeva la pornodittatura o pornottatura,
Proiettato per la prima volta nei cinema di tutta Cinisello Balsamo nel [[1992]], il film riscosse critiche positivissime: ci fu addirittura chi lo definì "la più grande rivoluzione cinematografica dai tempi di ''"Figa da Alcatraz"''.
La trama del film, piuttosto banale, diede luogo ad alcune delle più celebri scene della cinematografia futura, come il lungo addio che il magistrale [[Maccio Capatonda]] fa a [[Gino (Mai dire...)|Gino]] nel tristissimo finale. La colonna sonora è ciò che è rimasto più impresso del film.▼
▲La trama del film, piuttosto banale, diede luogo ad alcune delle più celebri scene della cinematografia futura, come il lungo addio che il magistrale [[Maccio Capatonda]] fa a [[Gino (Mai dire...)|
== La collaborazione con la Unreal Pictures ==
[[File:Mobbasta veramente però.jpg|300px|right|thumb|Capatonda in uno dei classici zoom a tutto campo, marchio di fabbrica del regggista, in ''Mobbasta veramente però'']]
Giunto dalla [[Terronia]] in [[Italia]], Bruno iniziò a capire che il cinema faceva per lui. Girò un film con [[
Il film era particolarissimo, perché si svolgeva con Maccio Capatonda che continuava a camminare per strada parlando al telefonino. La vicenda risulta di altissima tensione perché non si capisce mai quale sia la storia, e quindi lo spettatore rimane incuriosito sino allo sconvolgente finale (a quel punto si penserà: ''eh sì, è vero!''). Nel film il regista mostrò un'altissima abilità registica, sia nelle le scene che nel direzione degli attori: per far immedesimare Maccio Capatonda nel ruolo del dirigente di multinazionale sfigato che indossa un cappello da Napoleone, egli pagò contemporaneamente un esperto di borsa, uno sfigato e Napoleone stesso per impartire lezioni di recitazione al giovane Maccio. Il risultato fu una critica di altissimo livello e un film che riuscì a sbancare i botteghini, i barileghini e tutto il resto.
[[File:Mobbasta.jpg|300px|thumb|left|I titoli di testa di "Mobbasta"]]
Da qui, il progetto della [[trilogia del "nonnepossopiù"]]: aveva in mente una saga di film in cui il protagonista fosse assolutamente stufo della società che lo opprimeva. La società era impersonata da uno speaker che spiava ogni azione del protagonista sino allo sconquassante finale. Scopo, quello di mostrare quanto sia monotona la vita di ogni giorno. La trilogia venne finanziata dalla Unreal di [[Ennio Annio]] e prevede:
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== La serie degli errori ==
Ultimamente il superlativo maestro ha commesso degli errori, usciti in cofanetto DVD: ''
== Filmografia ==
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''Natale al cesso'' è un film cult con [[Maccio Capatonda]].
Si presenta la classica trama del cinema post-neo-anal-realista che vede l'eroe lottare strenuamente per realizzare i suoi ideali contro una sorte crudele e beffarda; la narrazione si svolge in un albergo di [[montagna]], metafora di Felliniana memoria che rappresenta il paradiso perduto,
Dopo aver sentito l'ultima canzone dei [[Sonohra]] il protagonista entra in trance e riceve il dono di parlare con i morti, ma spesso gli incontri con questi gli incutono terrore tanto da farlo esclamare "Li mortacci sua!".
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*Rupert Sciamenna è il tizio che da un calcio in culo a un altro perché' questo capitomboli dentro una stanza e qui trombi con una donna pesante circa 300 kg e che poi si nasconde le [[Cazzo|parti basse]] con un cane perché nel frattempo è entrata la moglie nella stanza perché c'è stato un equivoco perché lui credeva che lei credesse che lui sapeva che l'altro fosse ... (si noti la sottile vena umoristica con numerosi e sofisticati riferimenti alla cultura yiddish).
*Ivo Avido è quello che rutta e scoreggia sempre.
*[[Massimo Boldi]] è il
=== [[Momenevado]] ===
'''Momenevado''' è un film di Bruno Liegi Bastonliegi, parzialmente basato sul libro ''[[I diari della motocicletta|I diari della motoretta]]'' di Bastione Grande [[Sasso]]. Nel cast compaiono [[Maccio Capatonda]] e Nick Malanno, stelle nascenti. Particolarità del film è il fatto che è girato totalmente nell'atrio del palazzo dove il regista abitava e la trama si svolge attraverso flashback narrati indirettamente.
Bruno ([[Maccio Capatonda]]) e Kecco (Nick Malanno) sono amici intimi sin da bambini. Una sera, Kecco va a cena con una ragazza, Ina (Pina Sinalefe) con la quale ha una storia d'amore piuttosto profonda. Un giorno, Ina incontra un anziano ricco e famoso (un perfetto Rupert Sciamenna) del quale si innamora per l'ingente quantità di soldi a disposizione. Ina lascia Kecco, che cade in depressione. Kecco inizia a bere, arriva quasi al suicidio, sino a quando un giorno non si consulta con l'amico Bruno. Bruno purtroppo sta lasciando l'appartamento per andare a fare la spesa, e Kecco, ritrovandosi solo si suicida. Dopo 3 giorni, secondo le scritture, Kecco resuscita e siede a destra di Bruno. E tutti vissero felici e contenti.
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'''Mobbasta''' è un film di Bruno Liegi Bastonliegi, con [[Maccio Capatonda]]. Esso è il primo episodio della "trilogia del nonnepossopiù"; lo speaker e il protagonista sono entrambi interpretati da [[Maccio Capatonda]]. A Bastonliegi venne in mente questo film durante una giornata passata agli studios della Iuniversal (una sottomarca della Universal): in quell'occasione, egli si sentì deriso da tutti e decise di creare questa trilogia in cui la monotonia della vita veniva scandita da uno speaker fuori campo. Alla fine, il protagonista si ribellava alla rigida società, sconvolgendo l'ordine degli eventi nella sua vita e uccidendo quindi lo speaker/società, senza il quale però non esisteva più la rivolta che irrimediabilmente riconduceva alla normalità e quindi alla monotonia.
=== [[Ahia – Una toccante introspezione sul dolore]] ===
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#''La storta'': il piccolo Daniele si butta dal balcone per suicidarsi e prende una storta. A questo punto il regista indaga la mente umana, per capire perché il bambino si voleva suicidare. La ''storta'' è in realtà mentale, però fa male lo stesso.
#''La solitudine'': il giovane Ugo ([[Maccio Capatonda]]) vive da solo in un appartamento in periferia, mangia da solo. Per riscattarsi partecipa a un torneo di pugilato internazionale, dove incontrerà la morte, che però lo schifa e così diventa [[Mariottide]].
#''L'amante'': il segmento con [[
Tutti gli episodi hanno come tema principale il dolore (non a caso il film è ''Una toccante introspezione sul dolore'') dell'uomo, della ragazza che muore nella vasca, della ''storta'' mentale di Daniele, del giovane Ugo, che è solo e di Superursus, che provoca dolore nel non potere un amante nonostante sia iperpalestrato e superdotato.
===
[[File:Maccio Capatonda 1.jpg|right|thumb|250px|Maccio Capatonda in una presentazione degna di [[Sean Connery]].]]
'''
▲'''Anche no''' è un film del noto regista Bruno Liegi Bastonliegi, con [[Maccio Capatonda]]. Il film è basato sul breve romanzo ''Memorie di un cittadino vissuto in piazza Navona dal primo al quindici luglio'' ed è un'aperta denuncia sociale contro l'inquinamento cittadino, il [[buco dell'ozono]], i pannolini a prezzi troppo alti, le canzoni di [[Gianni Celeste]], i cani, i cellulari, la droga, la violenza, il razzismo e altri fenomeni sociali che passarono in mente a Bastonliegi durante la lavorazione.
Il giovane Young Juvens ([[Maccio Capatonda]]) è un cittadino di [[Roma]], che passa la sua vita tra la fermata dell'autobus, la fermata del taxi e quella della metropolitana. Un giorno, istigato da un fruttivendolo che non sapeva cosa significasse il termine "assiologometrico", Young decide di sfidare la [[gang dell'ortofrutta]], quella stessa notte, in uno spiazzo sulla Tuscolana. Young viene raggiunto dalla gang, che lo prende a colpi di pomodori, peperoni, pesche fuori stagione e quant'altro. La mattina dopo è sveglio, ma malconcio. Quasi distrutto, Young chiede passaggio con l'autostop a un carabiniere. L'uomo lo riporta in città, a Piazza Navona. Qui, l'uomo osserva il ''passìo'' della gente e inizia a notare il fermento della città, che ha all'interno razzismo, violenza, sangue e odio repressi. Un giorno, mentre è seduto sulla panchina a riprendersi, vede passare una ragazza, che gli dice di amarlo. Young viene sedotto dall'affascinante ragazzina; immediatamente, egli capisce di essersi innamorato e decide di cambiare quel mondo che ha visto degenerare. Ma quando sta per agire, si ritira, mostrando che l'uomo preferisce ritirarsi in un mondo epicureo più che agire in maniera stoica. Ciceroniano.
Per fare questo film, il noto regista cino-giappo-coreano Bruno Liegi Baston Liegi ha speso una cifra esorbitante, che si approssima a circa 5 €. Difatti, dopo molti prestiti bancari, la sua compagnia cinematrogafica ha rischiato il fallimento. Per fortuna, il successo del film ha rinsaldato le casse del regista con un record di spettatori mai avuti prima: due cani e 1.322.400 poltrone vuote, oltre a qualche lattina di Coca-Cola.
Ma per "
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=== I diari della motoretta ===
'''I diari della motoretta''' è il primo capolavoro cinematografico del "5 volte regista di [[film]] di serie B del mese" Bruno Liegi Bastonliegi ispirato dall'autobiografia di [[Max Biaggi]], con [[Ivo Avido]] nel ruolo del [[motociclista]] Rino Moto, [[Rupert Sciamenna]] nel ruolo di [[Shpalman]], [[Fabbio Di Ninno]] nel ruolo del ladro tamarro inculator di [[Vespa Piaggio|vespe]] Mario T. Ruben, e una colonna sonora interamente composta da [[Elio e le Storie Tese]].
Rino Moto, 21enne di Torre a Mare in provincia di [[Bari]], era un [[motociclista]] [[drogato]] di motori: seguiva ogni sabato e domenica [[Moto]] 125, 250, GP, SuperBike e [[Eh?|453GHX Special Edition]]; passava gli interi pomeriggi a riguardarsi immagini di motori e a impararsi le caratteristiche tecniche come il Padre Nostro; faceva parte del culto del Passato [[Re]] Moto e di [[Valentino Rossi]]. Ma codesto individuo non aveva mai conosciuto la bellezza della [[Vespa Piaggio]], e quando il suo amico Nicola lo introdusse a cotanta motoretta, egli se ne innamorò perdutamente e gliela rubò la [[notte]] del giorno seguente a quello prima. Da qui nascevano ''I diari della motoretta'', [[no|appassionanti]] racconti dei romantici pomeriggi passati da Rino in sella alla sua {{citnec|fottuta}} Vespa, rappresentati come [[analessi|flashbacks]]. Ma un giorno [[qualcosa]] andò storto: il latitante italo-[[crucco]] Mario T. Ruben era in fuga dai [[carabinieri|carabbinieri]] e necessitava di un mezzo di media velocità per rifugiarsi a Bari Vecchia, trovò per [[caso]] una vespa senza catenina e se l'inculò per dileguarsi, e per [[sfortuna]] quella era la vespa di Rino Moto. Il [[ragazzo|giovine]], uscito dal [[bar]] dopo un espresso e chiacchiere sportive, s'accorse dell'accidente [[quasi]] in tempo e tentò d'inseguire T. Ruben, rubando inutilmente la [[bicicletta]] ad un [[bimbominkia]]. Un carabbiniere, inutile come i suoi colleghi, usò l'ultima risorsa per acciuffare il ladro e chiamò in soccorso uno [[Shpalman]] [[anziano|avanti negli anni]] che, in un [[scoreggia|soffio]], piombò innanzi a T. Ruben e gli lanciò un kilo di [[merda]] colla sua cazzuola, riuscendo a fargli fare un incidente stradale che gli costò la [[vita]]. Fortunatamente la vespa era in pessime condizioni, ma pessime abbastanza da riuscire a guidarla ancora, e quindi Rino l'ebbe indietro rottamata, mentre 15 carabbinieri furono licenziati in tronco per inadempienza totale al ruolo e Shpalman ebbe la ricompensa di una [[pensione]] ben retribuita.
Da notare nel film la bravura di [[Ivo Avido]] nel parlare male il dialetto barese e l'ottima interpretazione di un vecchio Shpalman di [[Rupert Sciamenna]]. Il film è stato premiato come [[merda|"miglior film di serie C"]] al Torino Film Festival.
== Altre opere ==
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*''[[Il dottor Stranamore ovvero: come imparai a cacare e a tirare lo sciaquone]]'' (in collaborazione con [[Stanley Kubrick]])
*''[[Momenevado]]''
*''[[L'animale della tribù degli Arrapati ha rubato le mutandine alla maestra]]''
*''[[Ahia - Una toccante introspezione sul dolore]]''
*''[[
*''[[Mobbasta]]''
*''[[Mobbasta veramente però]]''
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*''[[Meglio abbondare]]''
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{{Portali|Cinema}}
[[Categoria:Mai dire...]]
[[Categoria:Registi]]
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