San Francesco d'Assisi: differenze tra le versioni

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Più o meno questo il motivo del conflitto tra le due città che nel 1202 le portò a scontrarsi e a dare finalmente un senso alle loro truppe, da anni avvolte nel cellophane e mai utilizzate. In questo sanguinoso scontro parteciparono tutti, ma proprio tutti, dagli spaventapasseri ai giovani nobili nullafacenti come Francesco che non ebbe nemmeno il tempo di collaudare il suo spadino contro un [[abete]], scambiato suo malgrado per un nemico, che incappò in una trappola per conigli, venne zittito con una capocciata e rinchiuso in carcere. {{citnec|L’esperienza della guerra e della prigionia}} lo sconvolsero a tal punto da fargli prendere un’importante decisione: avrebbe gestito un allevamento di renne in [[Lapponia]]. Ma i giorni passavano e nessuno sembrava ricordarsi di lui, rinchiuso e costretto a dividere la cella con un ovino, che aveva osato brucare l’[[erba]] del [[vicino]] che è sempre la più verde, ma una volta finita la [[guerra]], ovvero circa un anno dopo, il buon padre si ricordò del suo figliolo e, pagato il riscatto, lo trascinò dalle orecchie sgridandolo di non provare a sparire mai più per tanto tempo né di nascondersi in luoghi come le carceri ché tanto lo avrebbe trovato lo stesso: come punizione gli tolse la paghetta e l’abbonamento alle partite della [[Juve]].
 
==La conversione==
a noi ci puzza i clo
Non abbiamo testimonianze dirette di come avvenne la conversione del giovane, quindi verranno riportati fatti menzogneri ed empi, non adatti ai bambini islamici che potrebbero voler abbracciare il [[cristianesimo]] in seguito alle seguenti rivelazioni.<br /> Francesco, dopo aver subito la rimozione dell’abbonamento e dell’adorata paghetta, frustrato e annoiato decise di concedersi una [[crociera]] per dimenticare i torti subiti. Peccato che fosse così analfabeta da confondere la parola ''crociera'' con ''[[crociate]]'', quindi al sondaggio:''Preferisci una crociera o una crociata?'', rispose ''Crociata!'' e immediatamente venne preso di forza da due energumeni e preparato per partire alla volta di [[Gerusalemme]].<br /> Ma ecco che il [[miracolo]] avvenne; il Signore ricondusse quella pecora smarrita che era Francesco al suo gregge, benevolente alzò la cornetta e chiamò:
 
{{dialogo|Francesco|Pronto?|Dio|Sono il Signore Dio tuo, seguimi e io ti prometto l’eterna beatitudine.|Francesco|Oh mio Dio, mi hanno preso per entrare nella casa del Grande Fratello!|Dio|… Pronto? Ma chi parla?|Francesco|(corre via felice)}}
 
In seguito camuffò la [[verità]] dicendo le solite cose, ovvero che aveva fatto un sogno dove Dio, attraverso parole astratte e incomprensibili tranne che a lui, gli aveva chiesto di intraprendere la via della rettitudine. Se, certo.<br />Dopo aver ricevuto la chiamata mollò il suo viaggetto di "piacere" a Gerusalemme e tornò ad Assisi dove iniziò a comportarsi stranamente cominciando a pregare con sollecitudine Dio, soprattutto quando aveva bisogno di soldi. Il padre, temendo che il figliolo avesse contratto una grave malattia come l’omosessualità, lo mandò a [[Roma]] col pretesto di vendere le ultime maniglie. Francesco lo fece: vendette tutto e i soldi gli vennero rubati da un gruppo di barboni, tanto che fu costretto a mendicare a piazza [[San Pietro]] vestito di stracci, avvenimento che in seguito giustificò con un ''"Dio, lo faccio per te!"''. Con mezzi di [[fortuna]] riuscì a tornare ad Assisi, dove, per paura delle mazzate che avrebbe ricevuto dal dispotico padre per aver perso tutti i soldi, si rifugiò nella fatiscente chiesa di San Damiano e poco ci mancò che gli cadesse il crocifisso in testa, quando sentì la possente voce di Dio tuonare:
 
{{dialogo|Dio| Francesco, ripara la mia casa, come vedi è tutta in rovina.|Francy| E se chiamassi un carpentiere?|Dio|No, devi farlo tu!|Francy|Signore, non potresti fare un miracolo? In fondo hai creato il mondo in sette giorni...|Dio|… Sì San Pietro? Mi hai chiamato? Nel frattempo che vado a vedere, tu ripara la chiesa.}}
 
Francesco si rimise alla volontà di Dio e per procurarsi un po’ di soldi fu costretto a venderlo. Il suo set di tazzine di porcellana finemente lavorate, è ovvio! Con i soldi ricavati comprò un po’ di vernice, della colla liquida, un paio di chiodi e con tanto [[amore]] fece una casetta per gli uccelli, che gli venne anche bene nonostante l’avessero bocciato più volte al corso di falegnameria. I soldi per la [[chiesa]] se li procurò mettendo in scena ''My fair lady'', nella toccante parte del [[lampione]]. Intanto, nacquero altre evidenti stranezze come lo spasmodico amore che Francesco provava per i lebbrosi; quando prima alla loro vista si nascondeva dietro le gonne della madre, ora dava loro notevoli attenzioni e il più delle volte gli faceva rimpiangere il fatto di aver perso gli arti per non poterlo prendere a pedate. <br /> Il padre preoccupato per gli strani comportamenti del figlio, che erano già sulla bocca della moglie del panettiere <ref> quella pettegola!</ref>, decise di fare la cosa più saggia: lo gettò tra le ortiche. Vedendo però che non sortì alcun effetto, decise di ''denunziarlo'' all'autorità locale, che erano i consoli, ma il povero derelitto corse piangendo dal vescovo che, impietosito e spaventato dal tanfo che emanava, decise di partecipare al processo indetto contro di lui. <br />Il povero babbo non poté fare a meno di rinfacciargli tutto: tutte le volte che aveva sperperato il suo [[denaro]] per quelle stupide sciarpe di [[Gucci]], o quando gli aveva rigato il ''[[jeep]]''pone, oppure tutte le volte che usava il suo cellulare per fare chiamate interurbane al suo amico [[Dio]] e così ''ad libitum''... Francesco, trovandosi con le spalle al muro, fece l'unica cosa possibile: si denudò. Approfittando dello sgomento generale, fuggì con le pudenda al vento passando per un [[asilo]] nido, un [[convento]] di suore e un ospizio. Riuscì a passare inosservato travestendosi da [[polipo]] [[rosa]], che a quei tempi se ne vedevano tanti in giro, Dio sa solo quanti ne camminavano per strada.
 
==Francesco va a Gubbio==
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